Accetterò

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Sarada's pov
Stavamo facendo pranzo, sul tavolo erano posti cinque piatti fumanti di riso. Quel pasto nonostante fosse buonissimo non riuscivo a mangiarlo. Era da tanto che non mangiavamo tutti assieme ma non riuscivo ad essere felice. Tra due giorni avrei perso non solo una zia, non solo una sensei ma una buonissima amica che mi aveva insegnato molte cose. Credo che questo fosse anche l'umore di mio padre che se prima sorrideva di rado ora non lo faceva per nulla.

Shinji: "Sorellona, perché non mangi?"

Non risposi e tornai a fissare il mio piatto. Sentii una mano toccarmi la spalla, era Miku che era seduta accanto a me. Mi si avvicinò all'orecchio e mi sussurrò.

Miku: "Dopo ti devo parlare"

Anche questa volta non risposi e rimasi per un po' con gli occhi persi nel vuoto. Quando tornai alla realtà mi alzai da tavolo.

"Io esco, non ho fame" e me ne andai

Sakura: "Sarada..."

Miku: "Lasciala andare ha bisogno di cambiare aria"

Quando chiusi la porta alle mie spalle iniziai a correre, senza meta, con le lacrime che offuscavano la mia visuale. Improvvisamente mi sentii afferrare e stringere in un abbraccio.

"Boruto..."

Boruto: "Ssh"

"..."

Mi calmai.

Boruto: "Va meglio?"

"...si..." risposi singhiozzando

Non me ne ero accorta ma eravamo arrivati in una parte del villaggio che non avevo mai visto. Il che era strano visto che vivevo qui da sempre. C'erano dei nastri che impedivano l'accesso, sul portone c'era il simbolo del mio clan, il ventaglio Uchiha e al di là della porta transennata si intravedevano case abbandonate ormai ricoperte da vegetazione. Che fosse il luogo dove il si estendeva il clan Uchiha?

Boruto: "Proviamo ad entrare?"

"Si"

Superate le transenne ci si apri di fronte il quartiere Uchiha che dopo lo sterminio era rimasto disabitato e abbandonato alla natura. Miku mi aveva raccontato la storia del clan quasi sei anni fa ma la storia si era interrotta, cosa nascondeva mio padre di tanto terribile. Arriviamo fino ad una casa che era più grande delle altre ed era posizionata al centro del quartiere. Boruto taglia l'edera che bloccava la porta ed entriamo. La casa era composta di una sola stanza e si notava subito che c'era un tatami sollevato che nascondeva una stanza sotterranea.

Boruto: "Ferma, c'è qualcuno"

Io non sentivo ne percepivo nulla.

Boruto: "Prendimi la mano"

Boruto aveva attivato il jougan e quando toccai la sua mano mi apparve di fronte una figura, un uomo. Portava la fascia della foglia incisa da un taglio orizzontale, portava i capelli lunghi e neri raccolti in una coda bassa.

"Ma chi sei" domandai

???: "Il mio nome è Itachi Uchiha, cosa vi porta qui"

"Itachi? Ma non era morto"

Boruto: "Lo è. Il jougan mi permette di comunicare e vedere le anime dei morti"

Itachi: "Posso sapere i vostri nomi?"

"Si... lui è Uzumaki Boruto ed io sono Uchiha Sarada"

Itachi: "Capisco..."

"Io sono la figlia di tuo fratello Sasuke" continuai

Itachi: "E tu scommetto di Naruto"

Boruto: "Si"

Itachi dopo una piccola sosta mi si avvicinò si chinò per raggiungere la mia altezza e mi scrutò.

Itachi: "Gli somigli molto"

Lo disse con tranquillità e con un sorriso appena accennato.

Itachi: "Suppongo tu voglia conoscere la verità"

"So già dello sterminio del clan, delle motivazioni e di chi e stato ma non so perché mio padre non mi vuole raccontare la sua di storia"

Itachi: "D'altronde siamo fratelli" sussurrò tra se e se "anche io non sono riuscito subito a raccontare a lui perché avevo fatto ciò che avevo fatto e ho lasciato che mi odiasse"

"Odiare?"

Itachi: "Gli ho detto di alimentare la rabbia che provava per me e di diventare più forte"

Boruto: "È per questo che ha abbandonato il villaggio ed è diventato un traditore?"

Probabilmente quella frase non sarebbe dovuto uscire dalla sua bocca perché poi si mise la mano sulla bocca come per dire ho parlato troppo.

"Traditore? Tu cosa ne sai?"

Boruto: "Forse non te l'ho mai detto ma quando diversi anni fa Urashiki ci attaccò io e Sasuke ci siamo ritrovati a fare un viaggio temporale nel passato e il Sasuke di quell'epoca non era al villaggio ne era in missione, se ne era andato"

"E mio padre ti ha detto qualcosa?"

Boruto: "No e ho lasciato perdere"

"Itachi, potresti raccontarmi tu cosa è successo a mio padre? Ti prego ne ho bisogno"

Itachi: "Se non te l'ha detto ha le sue motivazioni non ho intenzione di contraddire la sua volontà"

"Ma..."

Itachi: "Detto questo credo che me ne andrò, sono contento che il mio fratellino sia riuscito a costruirsi un futuro e sono certo che con te Sarada il nostro clan tornerà ai suoi antichi splendori, sperando che questa volta non cada nella spirale d'odio che lo ha portato alla distruzione"

Alla fine della frase si dissolse nel vuoto lasciandomi con lo stesso desiderio di conoscenza di prima.

Boruto: "Non possiamo farci nulla anche gli spiriti dei morti hanno una propria volontà e va rispettata forse anche più di quella dei vivi"

"Va bene aspetterò. Andiamo"

Boruto: "Ma non vuoi sapere cosa c'è sotto quel tatami?"

"No, sono stanca"

Accetterò tutto quello che ha fatto mio padre qualunque cosa sia e accetterò il sacrificio di Miku. Non voglio più piangere, ognuno compie le scelte che gli sembrano più appropriate e io non sono nessuno per giudicare.








Angolo autore
Ciao a tutti siamo quasi alla fine della storia credo che tra due o al massimo tre capitoli sarà finita. Intanto spero che la storia stia piacendo e grazie per chi mi ha seguito fin qui. Contate che è la mia prima storia effettiva.

みんなありがとう(Min'na arigatō)

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