10 dicembre
Alcune volte ci rendiamo conto che siamo destinati ad un posto,uno soltanto. Visita le montagne, anche se ti piace il mare: non sarà tempo sprecato.
Oggi sono andata a visitare il liceo classico con una mia compagna di classe. Bellissimo, niente da dire. Organizzazione buona, professori bravi, alunni fantastici....ma probabilmente non sono destinata alla perfezione e perciò (aldilà che non stavo bene) non mi sentivo a mio agio...non lo so, sentivo che non era il mio posto, che avrei dovuto fare altro. Nell'ora di greco ascoltavo il professore spiegare e, aldilà del fatto che non capivo NIENTE, non riuscivo a stare attenta....non riuscivo neanche a guardare in faccia il professore....ero troppo occupata a guardarmi intorno: la porta magnifica, gli sguardi più o meno attenti dei ragazzi, le finestre enormi, l'orologio....ecco! Quest'ultimo era al centro dei miei pensieri! Più che altro in quell'ora, se no non ci ho fatto caso. Avrei davvero voluto parlare con più persone, perché alcune in particolare mi piacevano molto, ma la paura di dar l'idea di esser ridicola, infantile, in qualche modo fuori posto e sbagliata mi mangiava le parole, che non mi uscivano. Continuavo a guardare il mio corpo, in particolare le gambe (che personalmente odio), e quelle delle altre ragazze e mi ripetevo " cazzo che cesso che sono! Non sarò mai bella come loro..." o cose del genere insomma. Prima che partissi da casa la mia prima preoccupazione era non trovare persone non molto gradevoli in corriera, ma per fortuna non ho trovato nessuno di indesiderato. Non ricordo com'era la vita una volta, una volta che uscivo spensierata da casa, che non stavo attenta ai luoghi in cui andavo, che non facevo caso a certi individui, o comportamenti degli altri o miei.
" Devo cominciare."
"A fare cosa?"
"A fottermene."