come.faccio.a.vivere.così.?.

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8 febbraio

Come pensavo: fregarsene di tutto e vivere non fa parte di me. Provo vergogna nel muovermi di casa sapendo d'avere un'anguria al posto della pancia piatta che avevo quando non mangiavo, seppur dovessi farlo per evitare d'esser ricoverata. Qualche giorno fa avevo parlato a mia mamma del mio ribrezzo nel mangiare qualunque tipo di cibo, però non è stata esattamente una bella serata: mi ha detto che se avessi smesso ancora di mangiare mi avrebbe fatta ricoverare. Non so esattamente che fare, ma ho due alternative: ascoltare mia madre, mangiare ma soffrire come un cane ogni giorno della mia vita, oppure non mangiare, continuare e ottenere il corpo che preferisco (non che voglio, mettiamolo in chiaro), ma senza vivere davvero. Nel primo caso forse avrei ottenuto la vicinanza di colei che mi ha creata....che faccio? Credo che appena mia madre sarà a casa gli dirò che così non posso. Non è facile ad andare avanti in questo modo. come faccio a vivere così? Con continui dubbi, e continui mal di stomaco per un fottuto pasto? L'unico posto in cui posso non mangiare nulla è la scuola. Per quanto sia dura ammetterlo, è così. Ogni tanto pensavo addirittura di scappare di casa. Di rubare alla mia famiglia quanti più soldi potevo e di andare il più lontano possibile, e se avessi trovato qualcuno con cui farlo, sarei partita all'istante. Però mi fermai per un momento in questo pensiero e, siccome la mia testa ragione in questo modo, pensai immediatamente a quello che sarebbe successo se altre persone sarebbero venute a saperlo: appena tornata a scuola il mio finto equilibrio si sarebbe rotto e sarebbe scoppiata la terza guerra mondiale in una scuola merdosa di un paese merdoso come il mio. Perciò cambiai subito idea... qualche giorno fa però qualcosa mi spinse (non so ancora perché) a fregarmene altamente di ciò che sarebbe stato se fossi scappata: una bambina mi fermò e mi disse:" Sembri una bella persona!" In quel momento rimasi spaesata e un po' confusa. "Grazie....ma da cosa hai tratto queste conclusioni?", le chiesi. Lei mi rispose:" Che cosa vuol dire?! Basta guardarti negli occhi per capirlo!" Continuavo a non capire... cos'avevo nei miei occhi di così speciale da spingere una bambina così piccola a fermarmi per dirmi che sono una bella persona? "Ah.", le risposi. "Credimi è la verità!", mi disse lei con aria estremamente convinta. "Che dire...ti ringrazio.", {sempre più timida e sconvolta} le risposi, anche se mi sentivo una perfetta idiota a comportarmi così di fronte a una bambina, che per il suo coraggio dimostrava il doppio della mia età! "Di niente! A presto angelo mio!" E se ne andò sorridendomi, come se con quella frase sott'intendesse che ci saremmo riviste un giorno. Era come se lei mi conoscesse, come se sapesse per certo che quel pomeriggio non sarebbe stato l'ultimo.

Ciò mi aveva spinta a pensare che forse non valeva davvero la pena pensare alle conseguenze, se un viaggio di tali portate mi avrebbe cambiato la vita in meglio. Da lì mi organizzai ogni singolo spostamento, e puoi credermi sulla parola: se davvero le cosa andranno male con la mia famiglia, la prima cosa da fare sarà quella! Però ora è meglio tornare sulla terra....sono sul divano. Dovrei studiare ma mio papà quando serve non va mai a dormire, per cui penso che andrò a letto, leggerò il mio libro e dormirò un po', sperando che il tempo porti via con sé l'ansia e il dolore, insieme a me.

diario.di.una.ex.autolesionistaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora