Quattordici

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"Cosa mi nascondi Court?"
Mi chiese Bridgette mettendomi un braccio dietro le spalle e iniziando a camminare lungo il corridoio.

"Niente perché?"
Mentii, non le avevo detto del bacio e per adesso non avevo alcuna intenzione di farlo.

Anche se conoscendo quello stordito l'avrà detto ai suoi strani amici e loro l'avranno detto a Bridgette.
Pensai facendo una smorfia, se quel cretino aveva detto anche solo una parola lo avrei sicuramente strangolato.

"Ti vedo strana in questo periodo, non è che è successo qualcosa con qualcuno?"
Disse Bridgette maliziosamente, fermando il nostro cammino senza meta.

"Dipende chi è io qualcuno, ad esempio due giorni fa il mio cane ha cercato di mordermi la mano."
Ridacchiai al vedere la frecciatina che mi aveva appena lanciato.

"Sono seria io."
Disse incrociando le braccia sotto al seno imbronciata.

"Davvero non ho niente."
Dissi io con nonchalance allontanandomi da lei e iniziando a camminare lungo il corridoio guardando d'appertutto tranne che davanti a me.

All'improvviso andai a sbattere contro qualcuno e subito feci un passo indietro.

"Scusa."
Dissi io mortificata e prima che potessi alzare la testa la vittima della mia sbadataggine parlò.

"Courtney!"
Esclamò la voce, io alzai la testa e vidi che davanti a me c'era Heather.

Mi sorrideva gentilmente e io non potei fare a meno di sentirmi in colpa per il modo in cui l'avevo trattata.

"Ciao Heather."
Dissi io ricambiando il sorriso e mettendo una mano suo fianco.

"Ti va di uscire oggi?"
Le domandai dopo, cercando di sembrare il meno scortese possibile.

"Certo, alle tre va bene?"
Mi chiese lei incrociando le braccia sotto al seno.

"Perfetto, a dopo."
Dissi io girando l'angolo del corridoio facendo un respiro profondo.

All'improvviso andrai a sbattere contro un'altra persona e mi maledettì mentalmente.

Ma solo io vado addosso alla gente?
Pensai massaggiandomi la nuca.

La mia seconda vittima mi afferrò per un braccio e mi strinse a se con dolcezza.
Il mio cuore adesso andava a ritmo jazz e le mie guance erano infuocate.
Alzai gli occhi per vedere chi era e mi ritrovai davanti due pietre azzurre brillanti.

Duncan mi sorrise maliziosamente e iniziò ad accarezzarmi la schiena come a volermi tranquillizzare, probabilmente si era accorto di quanto fossi agitata da quella situazione.

"Non si saluta?"
Mi domandò lui ironico.

Io negai con la testa e cercai di divincolarmi dalle sue braccia, con scarsi risultati.
Lui mi sorrise e mi strinse più forte a se, non lasciandomi via di scampo.
Adesso la mia testa era appoggiata al suo petto e il suo profumo mi annebbiava la mente, facendomi dimenticare tutti i miei problemi.

"Mi stai ignorando?"
Mi chiese dopo iniziando ad accarezzarmi i capelli con la mano che non mi stringeva a se.

"No, anche perché non ci riuscirei."
Confessai io, mettendo da parte il mio orgoglio.

Lui mi sollevò delicatamente il mento e posò le sue labbra carnose sulle mie.
Io schiusi piano le labbra lasciando che la sua lingua entrasse dentro la mia bocca, iniziando a rincorrere la mia lingua come in una strana danza.
Dopo qualche minuti ci staccammo e ci guardammo negli occhi per minuti interi, per poi sorriderci a vicenda.

Non avevo ancora capito che tipo di rapporto avevamo noi due,ma una cosa era certa: lui non passava inosservato ai miei occhi e io non passavo inosservata ai suoi.
Non eravamo amici, questa possibilità non la vedevo neanche con il cannocchiale. Non perché eravamo troppo diversi, ma perché c'era qualcosa di più di una semplice amicizia tra di noi.
A interrompere tutti i miei pensieri fu proprio lui, il mio angelo custode che angelo non è però.

"Ti va di uscire oggi?"
Mi domandò a un certo punto risquotendomi da tutti i pensieri che mi passavano per la mente.

Io stavo per dire di sì ma appena stavo per aprire bocca mi ricordai che avevo un appuntamento con Heather.

"Non posso devo uscire con Heather."
Gli risposi io guardandolo di traverso cercando di capire cosa stesse provando in quel momento.

"E tu preferisci lei a me?"
Mi chiese con un tono da finto offeso, facendomi quasi ridere.

Sorrisi e gli tirai uno schiaffo sul braccio, facendo sorridere anche lui.
In quel momento pensai che avrei potuto dire a Heather che mi ero dimenticata di avere un altro impegno, ma lo bocciai.
Non potevo fare questo a qualcuno, anche se non credo saremmo mai andate completamente d'accordo era comunque una persona e nessuno meriterebbe di essere trattato in quel modo.

"Decisamente."
Dissi io ridacchiando un poco per l'espressione che si dipinse sul suo volto subito dopo che ebbi pronunciato quella frase.

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Riflessi dell'autore
Ciao a tutti!
Volevo ringraziare tutti quelli che stanno leggendo, votando e commentando la mia storia.
Volevo dirvi che la storia è quasi finita però manca ancora un po'.
E in più ho già fatto la copertina del prossimo libro, c'è l'avevo già fatta ma non mi piaceva e quindi ne ho fatta un'altra.
Grazie ancora per essere arrivati fino a questo punto della storia.
E niente speri che la storia vi stia piacendo.

Scrivetemi nei commenti se avete qualche consiglio da darmi per migliorare.

E ora domanda:

Per voi chi è A?



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