Capitolo 10

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"Corri Emma!"
"Non posso lasciarti qui Louis, non posso!"
"Emma cazzo! Vai via""

"LOUIS" Mi svegliai urlando. Ed ecco il solito incubo che ormai disturbava il mio sonno da quasi un anno, ogni notte dovevo rivivere quel momento terribile, sarebbe stato così per sempre, i sensi di colpa mi avrebbero logorato dentro fino la fine dei miei giorni. Solo dopo qualche secondo notai lo sguardo di Sophie su di me.

"Emma prima o poi dovremo parlarne" Disse con sguardo afflitto. Volevo bene a Soph, un bene immenso, ma non mi sentivo pronta ad aprirmi con lei, più che altro non mi sentivo pronta a farmi giudicare, mi avrebbe guardata con disprezzo per ciò che avevo fatto, avevo abbandonato mio fratello, come avrebbe potuto rimanere ancora mia amica, sapendo quanto fossi crudele?
"Sophie ti prego non incominciare, è un semplice incubo, nulla di importante" Dissi strizzandomi gli occhi.
"Emma fai lo stesso incubo tutte le volte e nomini sempre questo Louis, non prendermi in giro e parla con me"
"Basta Sophie! Non è niente e non voglio parlarne, lasciami in pace!" Dissi uscendo dalla stanza sbattendo la porta. Ero in pigiama, ma non mi importava, avevo bisogno di scappare da quella stanza che mi opprimeva.
"O forse stai solo scappando dai problemi?" Intervenne la mia coscienza. Presi a pugni la prima cosa che mi ritrovai davanti, il muro e non smisi finchè le mie nocche non iniziarono a sanguinare, l'unico modo in cui riuscivo a sfogarmi.
"Perché piangere no, vero Emma?" Fottuta coscienza, fottutissima coscienza.
Cercai le mie sigarette, ricordandomi però di averle lasciate in camera e mi maledì tra me e me.

"Cosa ci fai qui in pigiama?" Quella voce mi sembrava familiare. Mi girai di scatto ed eccoli lì, Harry, con un sorriso di scherno spalmato in faccia. Dopo qualche secondo ricordai ciò che era successo la sera prima e mi schiaffeggia da sola nella mia mente.
"Nulla" Risposi secca svoltandomi per andare via, lui mi afferrò per un polso e mi tirò
verso di lui.
"Noi dovremmo parlare, non credi?"
Non mi andava proprio di affrontarlo, non in quel momento o forse mai.
"Harry ti prego non toccarmi" Sussurrai
"Sei parecchio strana ah, ieri sera mi abbracci e mi baci senza problemi, ora non vuoi essere toccata"
Aveva ragione, ero incoerente, ma quando l'alcool entra nel mio corpo non riesco più ad essere me stessa.
"O forse sei te stessa solo quando bevi". Ma oggi la mia coscienza non vuole proprio darmi tregua?

Harry accettò il mio silenzio e lo ringrazia nella mia mente per questo.
"Vatti a vestire, ti porto in un posto"
"Harry non ne ho voglia"
"Non farti prendere di peso e farti portarti in giro in pigiama, anche perché dovrei toccarti se no" Mi schernii
Sbuffai ed accettai, tanto so che non avrebbe accettato un no come risposta.
"Ci vediamo tra un quarto d'ora fuori dal campus"

Andai nella mia stanza e mi ricordai improvvisamente di come avevo trattato Sophie e sperai per un secondo che lei fosse ancora li, ma appena aprii la porta mi accorsi triste che di lei non c'era alcuna traccia, mi dispiaceva averla trattata così, ma quando si esce il discorso "Louis" non riesco a trattenermi e divento una stronza acida di merda. Penso che questo mio ricominciare a provare sentimenti per qualcuno che non sia Louis o i miei genitori stia diventando un peso, prima non mi sarebbe mai interessato come si sentisse un'altra persona trattata male da me, non mi importava proprio di nessuno, ero apatica verso tutto ciò che mi circondava e forse stavo meglio in quel modo.
Guardai l'orologio, avevo perso cinque minuti solo per pensare queste cazzate, dovevo prepararmi in fretta, se no Harry sarebbe venuto qui a rompermi le palle.
Entrai in bagno e feci una doccia, i miei capelli erano disastrosi e mi ricordai dell'appuntamento che avevo con Sophie nel pomeriggio per andare dal parucchiere, chissà se valeva ancora l'invito. Vabbè non importa.
"Si che importa invece" Maledetta coscienza, non mi molla un attimo.
Appena uscii dalla doccia notai un bigliettino a terra vicino la porta. Louis. Lo raccolsi immediatamente. "Dovresti raccontare di me". Rimasi immobile per qualche secondo...Raccontare di te? Come potrei Louis? Nessuno vorrebbe più avere a che fare con me, penserebbero tutti che io sia un mostro, ma se è quello che vuoi, devo farlo.
Indossai velocemente un paio di jeans neri con gli strappi alle ginocchia, un top sempre nero ed un giubbotto di jeans chiaro oversize, misi le mie amate vans e presi una pochette per mettere dentro portafoglio e telefono. Guardai l'orario, ero in ritardo di 5 minuti, presi velocemente il bigliettino e senza accorgermene me lo misi in tasca.

A un passo da te.//h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora