Capitolo Dodici

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"But I'm a creep
I'm a weirdo
What the hell am I doing here?
I don't belong here."

Creep - Radiohead



"Stai ancora lavorando?"

"Presidente, la smetta di disturbarmi. Devo essere concentrata."

"Mi scusi tanto, signorina. Mi preoccupavo per lei."

"Non ho dormito stanotte. Sono stanchissima per colpa tua."

"Adoro avere questo tipo di colpe."

Riposi il telefono sulla scrivania con un sorriso divertito.

Quel mattino, salutarla e lasciarla andare mi aveva fatto sprofondare in una profonda solitudine, nonostante fossi circondato di persone.

I pensieri correvano al suo corpo contro il mio, non riuscivo a lavorare seriamente. Casalino poi, sembrava completamente disperato dopo la mia rivelazione. Mi aveva fatto il terzo grado ma io non ero stato per nulla compiacente verso le sue domande. Lui era diventato furioso e se ne era uscito dal mio studio sbattendo la porta.

Non ero certo arrivato alla mia età per farmi comandare da un portavoce qualsiasi. In più sapevo che Gaia non aveva nessuna voglia di condividere la sua vita. Ancora mi sentivo quasi onorato di averla avuta per me, qui in questo palazzo vetusto e gelido.

Gaia rimaneva un mistero per me, una donna impossibile e io mi bruciavo come una falena attorno alla fiamma per lei.

Il Presidente del Consiglio, sottomesso ad una donna di ventisei anni di cui conoscevo a malapena nome e cognome.

Avrei potuto avere tutte le informazioni che volevo su di lei, mi sarebbe bastato solamente chiedere. Mi rifiutavo di arrivare a tanto.

Il suo corpo sembrava rispondere al mio in modo meraviglioso, le mie mani non erano mai sazie di toccarla e la mia bocca era benedetta nel poterla assaggiare ovunque desiderassi.

Mi passai una mano sul viso, sospirando per trovare la concentrazione che non avevo avuto per tutto il giorno.

Non sapevo nemmeno quando ci saremmo rivisti, altri viaggi erano imminenti e il tempo non era mai abbastanza.

"Avvertimi quando torni a casa."

"Sì Presidente, come desidera."

"Mi preoccupo per te, lo sai."

"Lo so, anche io mi preoccupo per te."

L'ennesima fitta al petto, un dolce calore si propagò facendomi quasi arrossire.

Questa alternanza di Gaia mi gratificava e allo stesso tempo mi feriva. Osare troppo avrebbe significato perderla, ma io non riuscivo a discostare i miei pensieri da lei.

Saperla sola, lavorare dove molti uomini le posavano lo sguardo addosso. Ripensare a quella sera che mi chiamò in lacrime, alle condizioni in cui la trovai.

Mi sarei preso a schiaffi.

Ripresi a lavorare ma con scarso successo. Nervosamente afferrai la giacca e uscii dal mia studio.

"Giuseppe te ne vai già?" Mi chiese Rocco.

"Lasciami respirare." Gli risposi fulminandolo sul posto.

Casalino sollevò le mani in segno di resa e sentii il suo sguardo addosso mentre me ne andavo.

"Mi fai impazzire Gaia, smettila" Scrissi velocemente sul cellulare.

Un giorno, all'improvviso (Giuseppe Conte Fanfic)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora