Capitolo Undici

1.1K 57 28
                                    


Questo capitolo è dedicato a tutto il gruppo de "Il Governo delle Contesse", che mi fa passare delle bellissime ore spensierate e molto calde in questi giorni di arresti forzati.

Piccolo avvertimento, capitolo super hot, astenersi deboli di cuore, puritani e vergini.

Altro piccolo avvertimento: Presidente dovesse mai capitare da queste parti, sappia che siamo tutte malate mentalmente e che non vogliamo offenderla ma esclusivamente divertirci.


Gaia è qui con me, nel mio letto. Il lenzuolo la copre appena, i suoi capelli sono sparsi sul cuscino. Non riesco a smettere di sfiorare la sua pelle, con la punta delle dita. Mi devo mordere il labbro per trattenermi. Per ricollegarmi alla realtà.

La notte più bella della mia vita, dovetti essere sincero con me stesso.

Lei sapeva essere così selvaggia, così libera che invidiavo chiunque l'avesse potuta avere prima di me.

Gaia e i suoi segreti, Gaia in costante sfida, Gaia nella mia testa... Dovevo darmi un contegno o non sarei sopravvissuto.

Eppure le mie mani non smettevano di accarezzarla, di immaginarla in ogni posizione possibile e di immaginarmi con lei in ogni modo possibile.

Stavo impazzendo.

Le scostai capelli dal viso per controllare se stesse dormendo, perché non riuscivo più a contenermi. Il mio corpo non mi ubbidiva. Tutto mi sembrava bruciare tra le fiamme.

Poi le si voltò mettendosi supina, il seno completamente scoperto, le sue bellissime curve sotto il mio sguardo fin troppo indagatore.

I suoi tatuaggi, segno di una ribellione che mi era completamente sconosciuta.

Era troppo, troppo.

Mi chinai a baciarla, prima delicatamente, proseguendo a sfiorarle con le labbra la mascella e risalendo all'orecchio, dove sospirai un "Ti prego svegliati..." talmente bisognoso che quasi me ne vergognai.

Lei si leccò le labbra nel dormiveglia, cedetti alla bramosia e le divorai, in un intreccio di lingue e saliva che non aveva nullo di puro.

Ma non avevo intenzioni di purezza e castità con lei. Con lei avrei voluto provare ogni limite, fino anche a spezzarsi nel piacere.

Finalmente anche Gaia sembrò ridestarsi e partecipare a quel bacio.

La sovrastai, ancora nudi dopo il nostro amplesso di poche ore prima.

Non smisi di violarle la bocca, mentre le mani correvano a stuzzicarle i seni, i capezzoli si fecero immediatamente turgidi ai miei tocchi, li assaggiai con la bocca, contro quella pelle pregna dell'essenza di questa ragazza che mi stava facendo perdere il senno.

Tutto venne dimenticato, la mia posizione, i miei impegni, Roma, l'Italia, tutto e tutti.

Sentirla inarcarsi contro di me, sentirla sospirare mi provocò un'erezione quasi dolorosa.

Scesi lungo il suo corpo, lasciando sottili scie umide che al contatto con l'aria fredda della stanza la fecero rabbrividire.

Succhiai ogni lembo di pelle, fino a sprofondare tra le sue cosce.

"Guardami." Mormorai contro di lei.

Lei si sollevò con il busto, tenendosi sui gomiti e io non smisi di fissarla mentre la facevo godere con la mia lingua, mentre non le lasciavo nemmeno un secondo per respirare tra un gemito e l'altro. Sentirla contrarsi, vederla inarcarsi, gemere il mio nome come supplica. Seppellii maggiormente il mio viso nella sua intimità bagnata, cercando tutta la sua essenza.

Un giorno, all'improvviso (Giuseppe Conte Fanfic)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora