Lei e suo padre erano al porto ad aspettare che la nave li venisse a prendere. Marianne era eccitata di poter salire per la prima volta su un veliero. Non vedeva l'ora di poter passeggiare sul ponte, guardare il tramonto il tutto contornato dal rumore rilassante dell'oceano. Era immersa nei suoi pensieri mentre il padre la chiamava per salire a bordo e si riscosse subito quando egli le schioccò le dita davanti alla faccia. Marianne si scusò per la poca attenzione e si girò verso il battello che li avrebbe accompagnati fino in Francia. Era enorme! Aveva tre alberi maestro da cui prendevano vita le sue vele, il colore che predominava era il nero e a metà della base c'erano due strisce: una rossa e una bianca. Sopra alla barca c'erano molte persone che correvano di qua e di là, tirando fili o sistemando barili.
Un vecchio signore scese a terra per andare a salutare il padre della ragazza. Era molto basso e un po' grassottello. Le sue guance erano rosso porpora, segno che aveva bevuto da poco. Si comportava in un modo abbastanza pomposo, come se si credeva il Re del mondo. Marianne storse il naso a questo suo comportamento. Non le erano mai piaciute le persone molto vanitose. Il capitano portava una divisa che gli arrivava fino alle sue grosse ginocchia, aveva un panciotto bianco ingiallito e dei pantaloni stretti che fecero venire il voltastomaco alla povera ragazza. I colori di questa "divisa" erano gli stessi della nave. "Sembra che vuole far capire che il veliero che ho di fronte, sia solo suo... Già non mi sta a cuore" lo guardava con un'aria disgustata per poi distogliere lo sguardo puntandolo sulla nave. "È stupenda!" pensò lei mentre si allontanava dal padre che stava intrattenendo una conversazione molto noiosa con il suo vecchio amico.
<<come si chiama la nave, monsignore?>> disse la ragazza voltandosi di scatto.
<<ti piace? >>lui la guardò con un ghigno che fece venir ancor di più voglia di vomitare alla ragazza.<<ho chiesto come si chiama>> lo guardò in cagnesco.
<<aggressiva la ragazza... Comunque si chiama LADY LAVIBOND >> si avvicinò a Marianne mentre guardava il suo veliero. <<chi sei tu?>>
<<io sono Marianne Saint-Claire, e sono qui perché farò parte del vostro equipaggio solo come ospite. Accompagnerò mio padre in Francia>> l'uomo rimase a dir poco sconvolto. Una ragazza non sale mai su una nave, se non per proteggersi dagli attacchi nemici fuggendo verso un'altra terra, ma Marianne era diversa: si sentiva già dall'aria spavalda che emetteva ad ogni singola parola. <<voi invece...>>
<<Antoine de la Druse, lieto della vostra conoscenza madame>> cercò invano di farle il baciamano ma lei si ritirò di scatto facendo spuntare un ghigno sul volto del padre.
<<vogliamo andare, Antoine?>> chiese Sebastian al suo amico. <<sono curioso di vedere la reazione di mia figlia nel vedere il resto della nave>> prose il braccio a Marianne e si incamminarono verso la piattaforma che permetteva di salire sul veliero. <<ti piace?>> chiese lui vedendo l'espressione meravigliata della figlia.
<<no...la adoro! Grazie, padre... Grazie di avermi permesso di potervi accompagnare>> gli diede un bacio sulla guancia che fece sorridere il suo vecchio. <<dove posso mettere i miei bagagli, padre>>
Lui la scortò nel sottocoperta. Aprì una porta fatta di legno bianco solo con una colora nera sopra.
<<qui alloggiava tua madre... Adesso ci stai tu>> fece un sorriso amaro. Marianne andò ad abbracciarlo. <<ora ti lascio i tuoi spazi, ma appena ritorni sopra starai sempre attaccata a me. Non mi è mai piaciuto Antoine. Ci provava con tua madre anche con me presente, non iniziare una conversazione con lui>>
<<viscido verme! >> la figlia era sempre più schifata da quell'uomo, se si poteva chiamare tale. <<state tranquillo, padre. Quell'individuo non si avvicinerà a me, starà lontano se non vuole provare il mio tacco nei genitali>> il padre rise. "sì, è proprio uguale alla madre" pensò mentre se ne andava con un sorriso sulle labbra.
La ragazza sistemò i suoi vestiti nell'unico armadio che c'era in quella stanza e poi si guardò attorno. Il letto non era grande quanto quello che aveva al palazzo ma era comunque grande, le pareti erano interamente in legno bianco e accanto al letto una porta che era di colore scuro. Curiosa la andò ad aprire trovandosi il bagno. C'era la vasca in marmo e il lavandino dello stesso materiale, sopra quest'ultimo c'era un grande specchio circolare. "Ma quanto è grande questa nave?! C'è anche un bagno privato! Però è arredata niente male!" pensò lei mentre chiudeva la porta della camera e si dirigeva verso il piano superiore. Una volta lì, vide che erano già salpati, c'erano uomini che correvano ancor più velocemente di prima. <<che meraviglia...>> l'unica frase che uscì dalle sue labbra era quella. Cercò con lo sguardo il padre e lo trovò che stava conversando con il capitano. Si diresse verso di lui con un sorriso in volto. <<padre, è uno spettacolo per gli occhi!>>
<<si, è da adesso è mia>>la guardò con un sorriso compiaciuto. Lei lo abbracciò di getto congratulazioni con lui. Appena si staccarono, si sentirono commenti poco carini su Marianne. Lei si girò furiosa e il padre fece lo stesso notando un gruppo di uomini che la guardavano con un ghigno inquietante. Avevano delle bottiglie di vino nelle mani ed alcune ai piedi. <<come osate rivolgervi così a mia figlia, carogne! >> loro impallidirono capendo che avevano sbagliato di grosso, chiedendo perdono al nuovo capitano. <<che non si ripeta più se no vi darò in pasto agli squali, infami! >> la figlia si avvicinò a loro e diede uno schiaffo a tutto il gruppo facendogli girare la testa dall'altro lato.
<<carogne...>> si voltò e si diresse a poppa per ammirare il mare. Era una cosa stupenda!
Piano piano divenne sera e si recarono tutti a mangiare. Marianne vedeva che tutti gli uomini avevano paura di lei, o meglio di quello che suo padre avrebbe potuto fargli se solo si prendessero troppe libertà con lei, quindi gli stavano alla larga. Appena messo piede in quella stanza il brusio che c'era poco prima cessò e il solo rumore che si sentiva era il ticchettio dei suoi tacchi sul pavimento in legno.
I tavoli scuri erano posizionati tutti verticalmente rispetto al tavolo in cui sedeva il padre della ragazza. Lui si alzò e porse il braccio alla figlia, conducendola verso una sedia accanto alla sua, bianca rispetto a quella del padre che era nera.
I primi piatti vennero serviti e così, con lentezza, si arrivò alla fine della cena.
Appena finito e dato la buona notte al padre, Marianne si recò a letto sfinita dalla giornata molto emozionante.
Appena toccò il letto cadde nelle braccia di Morfeo, iniziando già a sognare

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Anchors Away
Roman d'amourMarianne Saint-Claire adora il mare e sogna di scoprire i segreti che si celano sotto il suo mantello blu scintillante e di poter navigare verso terre lontane; ma la opprimente vita da nobile le impedisce di uscire dal castello. E se un giorno fosse...