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La giornata passò molto lentamente. Terence non vedeva l'ora di incontrare di nuovo la ragazzina, ella invece voleva evitarlo il più possibile e tornare a letto. Marianne stava lavorando già da un mese e anche più sulla nave pirata, scontrandosi innumerevoli volte con Peggy, che cercava sempre di intralciarla nei suoi lavori quotidiani. Tutto questo sotto gli occhi di Terence, soltanto che lui era ignaro della situazione che stavano vivendo le due giovani ragazze.

<<allora, Principessa, come sta andando il suo soggiorno nella mia dimora galleggiante? Spero bene, ci tengo alla mia fonte di soldi>> le chiedeva, solo che ogni volta ci rimaneva male. Si erano scontrati innumerevoli volte, arrivando persino al punto che lei non usciva più dalla stanza o gli lanciava molte cose addosso...le venne in mente la volta in cui, il povero malcapitato Terence, ricevette in testa un vaso di porcellana. Ma a lei questa situazione non piaceva...pensava che almeno aveva qualche possibilità con lui, ma non ci stava più sperando. Si rendeva conto che con quel suo comportamento non lo avrebbe mai conquistato ma lei lo faceva per non rimanere ferita lei a sua volta.
Solo nelle ultime settimane, quando vedeva Peggy baciare Terence, capì di esserne innamorata. Era gelosa che qualcuna osasse anche solo guardare il suo pirata. "Lo ha detto anche lui che io sono solo la sua fonte di soldi, nient'altro...smettila di fantasticare su di lui, Marianne" si rimproverò mentalmente. Era ancora arrabbiata con lui per il fatto che avesse ucciso suo padre, infatti credeva che non lo avrebbe mai perdonato...non ci credeva nemmeno lei a questa bugia. Se lo diceva per sentirsi meglio ma non coincideva con la verità.

Ogni sera lei andava a letto sempre con le lacrime agli occhi, pensando a che cosa aveva fatto di sbagliato per meritarsi un amore non corrisposto e la morte precoce del padre. Era furiosa per questo,infatti cercava sempre di evitarlo alcune volte riuscendoci altre no.
La notte piangeva e la mattina sorrideva.
Le hanno sempre insegnato che una nobile non doveva mai, e poi mai, piangere in pubblico.

Quel giorno era il 20 agosto 1702 lei, avendo studiato astronomia con suo padre, sapeva che quella notte ci sarebbe stata la Luna Rossa.
Si diceva che le navi di ogni capitano, pirata e non, venivano attaccate da un Kraken, una mostruosa creatura tentacolata, grande circa dieci navi da combattimento, assetata di sangue e di oro.
Il Kraken attaccava le navi dei pirati o delle persone importanti proprio per il minerale prezioso che sicuramente navigava appresso alla ciurma. "devo avvertire Terence, deve stare attento"  corse su per le scale in amando a volte per i gradini.

<<capitano! Devo avvertirla di un fatto molto importante, ne vale della vita di tutto l'equipaggio!>> gli disse mentre gli correva contro notando che Peggy era con lui. Provò un'immensa gelosia quando ella strinse il braccio al suo amato. Ora lei aveva tutta la loro attenzione. <<allora questa notte ci sarà la... Luna Rossa...il Kraken potrà attaccarvi...state attenti e preparate...i cannoni>> gli disse iniziando a balbettare vedendo la sua espressione dapprima tranquilla poi in puro disgusto.

<<STREGA!>> urlò Peggy e tutto l'equipaggio si voltò verso di loro. <<STREGA! LEI HA PREDETTO CHE MORIREMO TUTTI!>> tutti iniziarono ad urlare "strega" contro Marianne, la quale si faceva sempre più piccola sotto quegli sguardi carichi di odio. La spintonarono verso il seminterrato urlando e fischiando contro di lei. Terence, dal canto suo, era deluso dalla giovane. Si "fidava" di Marianne...gli piaceva tutto di lei, perfino quei suoi modi...ma lei era una strega e non voleva più averci a che fare.

Fin da piccola le hanno sempre detto di fare attenzione se si tratta d'amore... Lei lo ha sempre fatto, ma evidentemente non abbastanza. Ci è cascata come al solito. Le bastava un solo sguardo e subito si perdeva in quello di lui...come al solito ci ha messo il cuore e si trovava sempre con esso in frantumi. Marianne ha sempre aiutato chi non credeva più nel sentimento tanto doloroso quanto bello, facendogli capire che esso era un'emozione molto importante e senza non si poteva vivere appieno. Come al solito quando lei sta male, nessuno può consolarla. Si consolava da sola in queste situazioni. "Ma io non sono una strega...sono un'astronoma..." avrebbe voluto urlare a squarcia gola ma le lacrime non le permettevano di farlo. Si era ripromessa di non piangere per alcun uomo, ma non c'era mai riuscita. Una risata amara le uscì dalle labbra. "Che mi potevo aspettare da dei pirati con il cervello minuscolo?! Che loro mi avrebbero compresa? Seh, magari" pensò lei mentre si metteva comoda sapendo che non l'avrebbero mai liberata da quella cella squallida.
Anche se sapeva come aprirla, attendendo, non voleva rischiare di peggiorare la situazione...non si sa cosa...ma aspettando che qualcuno arrivi.
Arrivò soltanto la notte, che col suo buio celava l'anima inquieta di ogni innamorato, celando qualsiasi paura che esso portava, celando ogni sospiro melanconico dei due giovani.
Marianne mentre pensava al volto del suo amato sentì il rumore di spade. Si alzò da terra e si avvicinò alla porta della gabbia in cui si trovava. Si sentivano urla e gemiti strozzati, accompagnati dal rumore di spade che battevano contro un qualcosa di molto grande... "IL KRAKEN!!" si ricordò di colpo prendendo una forcina dei capelli Inserendola nella serratura. Dopo pochi secondo formati soltanto dalle urla dell'equipaggio e dai piccoli rumori metallici provenienti dal lucchetto, esso si apre e Marianne corse subito di sopra armata del suo diario che custodiva con cura sotto la gonna. Mentre saliva le scale lo sfogliò all'ultima pagina dove trovò una notazione scritta il francese. <<Kraken, la créature la plus redoutable de toutes les mers, je te chasse de ce vaisseau au nom de Marianne Saint-Claire, protectrice de toutes les créature comme toi et bien d'autres. Je vous ordonne de quitter ce navire et son équipage (Kraken, la creatura più formidabile di tutti i mari, ti inseguo da questa nave nel nome di Marianne Saint-Claire, protettrice di tutte le creature come te e molte altre. Ti ordino di lasciare questa nave e il suo equipaggio)>> urlò lei è subito si fermò tutta la battaglia. Il Kraken si avvicinò e le fece una specie di inchino impacciato e lei ricambiò per cortesia. Appena il Kraken se ne andò tutti si girarono verso di lei. 

<<come hai fatto? E soprattutto che hai detto? >> chiese Terence.

<<beh, mia madre era la miglior piratessa di tutti i secoli poiché aveva ereditato da qualche suo antenato il controllo su tutti i sette mari e le loro creature. Cosa ho detto? Beh, era francese. Studialo, caro>> avrebbe pagato con la stessa moneta, se non peggio: l'indifferenza...girò i tacchi dirigendosi verso le celle, stupendo tutti. <<che c'è? Come presumete voi io sono una strega, buttandomi in quelle celle. Quindi con permesso, devo andare a riposare. Controllare il Kraken è molto faticoso... ah, cambiate la serratura ragazzi>> li lasciò a bocca aperta mentre scendeva il sottoscala e chiudersi nella sua cella prendendo le forcine e mettendole nel reggipetto, sciogliendo i suoi capelli ramati. Mosse un po' la testa facendo oscillare i suoi capelli e massaggiandosi le tempie si mise a sedere, poggiando la testa al muro cercando di prendere sonno. La cella si aprì rivelando la figura imponente del suo amato, ma allo stesso tempo odiato, Terence. <<che cosa ci fate qui? Per di più nella cella di una "strega">>

<<ehm...vorrei scusarmi a nome di tutti...non fare quella faccia, Principessa, lo sai che non è facile dirlo per me>> era imbarazzato. Lo si poteva vedere lontano un miglio.

<<scusate, adesso non ho tempo...devo fare i miei "riti di magia" per questo la pregherei di lasciare i miei nuovi alloggi>> disse gesticolando quando pronunciò la frase "riti di magia" <<sapete, sono molto freschi e molto più ampi. L'unico problema è il letto: non credo che le pietre possano far del bene alla mia povera schiena, quindi vi chiedo soltanto di las...>> venne bloccata dal corpo di lui che la spinse contro il muro.

<<certo che parli molto...>> disse lui ridendo e mettendo la testa nell'incavo del collo di lei. <<adesso il profumo della mela è diventato il mio preferito>> sussurrò a meno di un palmo dal volto di Marianne. Ella trattenne il respiro e i battiti del suo cuore accelerarono notevolmente. <<ti devo delle scuse, scusa se non ho reagito mentre ti portavano qui sotto, scusa se ti ho giudicato male. Perdona ogni mio errore che ho commesso da quando ci sei tu e perdona anche quelli passati... >> disse lui mentre iniziava ad avvicinare il suo volto a quello della ragazza.
Terence iniziò a fissare le labbra di Marianne, famelico di poterle assaggiare... Lei fece altrettanto. I due iniziarono ad avvicinarsi uno all'altro fino a quando la loro distanza divenne nulla e le loro labbra si toccarono.

Il bacio era all'inizio timoroso, infatti entrambi cercavano di andarci piano, ma quando Marianne mise le sue mani tra i capelli di lui e stringerli delicatamente, il  tutto iniziò a diventare confusionario: Terence mise le sue mani sui fianchi della giovane stringendo appena, mentre lei fece scendere le mani sul torace stringendo la sua camicia tra le dita.

Si staccarono per mancanza di fiato. Il pirata accostò la sua fronte contro quella della giovane nobile, rimanendo il un silenzio religioso pauroso di poter spezzare quell'atmosfera creatasi intorno a loro. Si guardarono negli occhi perdendosi in quello sguardo pieno di un'emozione che loro stavano iniziando a conoscere...

















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