Le giornate passavano molto lentamente per Peggy. Vedeva che i due spasimanti cercavano sempre un angolo buio per scambiarsi effusioni d'amore.
<<Derek, vieni un attimo! Ho un piano e tu mi devi aiutare! Quella bambina viziata non può stare vicino a Terence, e si vede che quella sgualdrina ti fa un certo effetto>>dice lei con amarezza. Vide il suo compare annuire e disse sottovoce <<allora il piano è questo...>>
Mentre lei spiegava lui annuì a capendo alla perfezione quello che diceva.
I due scagnozzi si prepararono per mettere in atto quanto stabilito. Derek si recò da Marianne convincendola ad andare al timone iniziando a parlare del più e del meno. Lui appena vide arrivare Peggy, le fece l'occhiolino facendo capire che il piano stava andando per il verso giusto. <<hey, ma quella non è Peggy che parla con Terence?!>> disse facendo finta di non sapere nulla. Marianne era al quanto confusa. "Cosa si staranno dicendo di tanto importante quei due?" pensò mentre cercava di tender l'orecchio intenta ad ascoltare la loro conversazione.
<<allora...come va con la storia con la nuova arrivata? Pensi ancora che sia soltanto la tua "fonte di soldi"?>> Terence era in difficoltà alla domanda inadeguata di Peggy.
<<s-si>> a quelle parole, Marianne, si mise a piangere correndo verso la sua stanza, non ascoltando le urla di Terence che invocavano il suo nome... "sono stata una stupida!" pensò mentre singhiozzava sul letto di camera sua.
Alla porta si sentivano dei colpi fortissimi e le urla del suo amato. Si guardò allo specchio cercando di capire se aveva qualche capello fuori posto e guardò i suoi stessi occhi.
Lei non amava le lacrime, ma pensava che peggio di tutto è non poter piangere e ancor peggio era aver voglia di farlo e trattenersi.
I suoi occhi erano gonfi e rossi, i capelli erano come un nido di uccelli... Uno schifo totale. Si sciacquò il viso con acqua fredda e andò ad aprire alla porta trovando un Terence affannato. <<Mary, quello che ho detto non è la verità... All'inizio, è vero, stavo giocando con te ma poi qualcosa in me è cambiato...>> quelle parole fanno molto male, specialmente quando sentì che inizialmente la stava prendendo in giro... I suoi occhi si riempirono di lacrime salate, piene di emozioni, <<non volevo farti piangere... Perdonami...>> lei non avrebbe mai dovuto fidarsi di lui, lo sapeva che sarebbe stato la sua rovina...
<<ormai quel che è fatto è fatto, tra di noi non ci sarà mai più quello che eravamo... Ma poi che cosa eravamo? Tu hai detto che mi stavi prendendo in giro... Anzi, sai cosa? Non lo voglio sapere. Non hai più il diritto di chiamarmi con i tuoi nomignoli e io ti chiamerò esclusivamente capitano o pirata, contento?>> lui ormai stava piangendo e lei era al suo limite, stava per farlo anche lei. <<dai, su non piangere che un'altra ragazza la troverai. Che ne dici di...Peggy? Lei ti sbava dietro da un bel po'>> disse mettendo una mano sul mento facendo finta di pensare.
<<tutto ma non questo, ti prego io... Tu sei molto importante per me!>> le si spezzò il cuore vedendo il suo amato piangere e singhiozzare mettersi in ginocchio con le mani congiunte...<<ti prego mia cara>> lei cadde sulle ginocchio iniziando a singhiozzare mettendosi le mani davanti alla faccia non facendosi vedere.
<<perché l'hai fatto?>> sussurrò in mezzo ai singhiozzi che le scuotevano il suo corpo.
Lui rimase in silenzio non sapendo cosa dire, accarezzando i capelli di Marianne. <<perché mi hai illusa... >> lei si alzò di scatto e si rifugiò nella sua camera sbattendo la porta in faccia al pirata...non andò nemmeno a cena.
I giorni passavano e lei si faceva vedere soltanto per svolgere i suoi compiti facendosi portare qualcosa in camera per il resto non usciva più. Il suo diario era terminato già la sera precedente, così chiese a qualche cuoco se sapeva dove poteva trovare qualche foglio. Ne aveva bisogno...doveva sfogarsi in qualche modo.
<<devi andare dal capitano, lui saprà aiutarti>> "bene, era proprio lui che volevo evitare" pensò. Quando se ne andò, dopo aver ringraziato il cuoco, si diresse verso lo studio di Terence, bussando la porta.
Dopo il suo permesso lei si fece piccola piccola mentre chiedeva dove poteva trovare dei fogli puliti.
Lui le diede un quaderno in pelle chiuso soltanto con un laccetto dello stesso materiale. Ringraziò e fece per uscire quando il capitano la chiamò. Si volto lentamente sentendo che le lacrime iniziavano a farsi largo nei suoi occhi.
<<Marianne, mi spiace per quello che ho fatto ma pos...>> lei lo interruppe alzando la mano.
<<non importa. Mi ha fatto aprire gli occhi al mondo, Capitano...una nobile come me viene sempre usata dai balordi soltanto per il suo denaro...non importa, ci sono abituata. Adesso vorrei chiedervi per quanto tempo devo stare ancora su questa nave, capitano...>>
<<fin quando non si effettuerà il pagamento...>> sentire quelle parole le costò molta fatica a trattenere le lacrime, ma sorrise lo stesso. Non uno di quelli veri, uno di quelli che di vero non ne aveva neanche l'ombra...un sorriso pieno di risentimento verso se stessa per essersi innamorata di lui.
<<sa, a volte, mi pento di quello che faccio: mi pento di aver dato alle persone importanza, quando meritavano molto meno>> detto questo uscì dal suo studio e andò in camera cambiando vestiti visto che doveva iniziare a lavorare come domestica, pulendo l'ufficio del capitano. Una cosa era positiva, lui avrebbe guidato il veliero e quando avrà appena finito lui starà ancora al timone... l'avrebbe incontrato il meno possibile.
O almeno lei era convinta che fosse così...
Arrivata nell'ufficio del suo rapitore iniziò a pulire partendo dalla grande scrivania difronte alla porta. Sistemò tutti i fogli mettendoli tutti in pila da una parte e le piume dentro il loro apposito contenitore. Lettere ricevute le aveva messe alla sua destra e quelle scritte da lui alla sua sinistra.
Messa a posto la scrivania iniziò con la grande biblioteca che era alla sinistra della porta. Ordinò tutti i libri per autore e iniziò a spolverarli uno a uno. Nella stanza si sentiva il profumo di Terence e questo non poteva che fare ancora più male...quando iniziò a pulire il pavimento il capitano fece capolino dalla porta.
<<che ci fai qui?>> lei, non essendosi accorta della sua figura, sobbalzò e si portò una mano al petto. <<scusa, non volevo spaventarti>>
<<non fa nulla, passate più tardi devo pulire il pavimento. Se no posso passare sul tardi, caso mai quando state mangiando>> si stava avvicinando alla porta quando il pirata le prese il polso stringendo più del dovuto. <<lasciatemi... Mi fate male>>sussurrò lei mentre cercava di levare il suo arto da quelli del pirata. "Vi prego levate questa mano" avrebbe voluto dire ma nulla, la voce era come scomparsa.
<<Mary, mi manchi...mi mancano le tue dolci labbra, il tuo modo solare d'essere. La nave non è più quella di almeno poche settimane fa, mi piaceva sentire la tua risata che echeggiava fra il legno di questa zattera. E credo che faceva piacere anche alla ciurma. Ormai anche loro sono tristi. Non ti vediamo più a cena, vorrei assicurarmi che almeno stai mangiando correttamente>> le veniva da piangere. "Certo che lui ha fegato a venire da me e chiedere se mangio correttamente...questo, certamente, non aggiusterà quello che ha fatto" <<ti prego perdonami... Non sapevo che eri lì, io l'ho fatto per non crearti problemi con Peggy>>
<<sai, io e lei avevamo problemi anche prima del nostro "bacio". Cercava di farmi fare più lavoro, di mettermi in difficoltà...tu ovviamente non te ne accorgevi troppo preso dal suo fondo schiena. Ma va bene! Anzi, sai che ti dico? Il pavimento te lo pulisci tu, e adesso vorrei andare nei miei alloggi...>>
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Anchors Away
RomanceMarianne Saint-Claire adora il mare e sogna di scoprire i segreti che si celano sotto il suo mantello blu scintillante e di poter navigare verso terre lontane; ma la opprimente vita da nobile le impedisce di uscire dal castello. E se un giorno fosse...