Dopo che Marianne finì di fasciare la spalla di Terence, si guardano negli occhi, avvicinandosi molto lentamente... <<mi spieghi come fai?>>
<<a fare cosa>> disse lui guardandola amorevolmente.
<<a guardarmi come fai adesso, insomma come se fosse il primo giorno! È colpa mia se adesso ti trovi ferito...è colpa mia...il mio desiderio più grande è saperti al sicuro, ma evidentemente combino solo guai che non fanno altro che fare del male alle persone a cui voglio bene! Per me tu sei prezioso, sei l'unica cosa che mi rimane. Non voglio perderti...sei molto speciale per me...io...ti amo>>
<<tesoro, non è colpa tua se sono ferito, non è colpa tua di niente! Anche io ti amo e voglio passare ogni giorno con te anche stando stesi sul letto abbracciati, passeggiare per la nave al tramonto...anche le nostre litigate, voglio fare tutto con te...ti amo, Marianne Saint-Claire>> disse lui con un sorriso, per poi tuffarsi di getto sulle labbra della ragazza. Si staccarono dopo un tempo che sembrava infinito, tutto intorno a loro si era fermato. <<capito? Io ti amo e continuerò a farlo anche dopo la morte... Sta sera mangerai con me, è un appuntamento>> le diede un bacio sul naso e lei si mise a ridere.
<<un appuntamento, dite? Beh, non lo so, capitano, non è per niente professionale una nobile con un pirata>> sussurrò lei all'orecchio di Terence in modo sensuale.
Appena tornò con il viso di fronte a quello del ragazzo, vide che aveva gli occhi chiusi e la bocca leggermente aperta. Sogghignò vedendo la sua reazione, e poi lo baciò. <<che ti avevo detto al fatto di chiamarmi capitano?>> disse lui tra un bacio e l'altro. <<dovevi chiamarmi così soltanto in determinate circostanze...>> disse lui facendo un ghigno.
<<beh, forse a me piace chiamarti come tale...mi piace vedere la tua reazione...sembravi in paradiso, mio capitano... >>
<<vuoi farmi morire prima del tempo, Principessa?>> sospirò lui. Lei negò categoricamente, ironica. <<oh, io dico di sì...piccola...>> sussurrò al suo orecchio, mordendole il lobo. Lei si lasciò sfuggire un sospiro e il pirata, sentendolo, gioì nel profondo; sorridendo posò dei baci sul collo di lei, partendo da dietro l'orecchio fino alla clavicola per poi risalire lasciando una scia umida. Marianne aveva la pelle d'oca, espose maggiormente il suo collo al suo rapitore ed egli approfittò per lasciarle qualche morsetto...
<<dai... Smettila...>>disse lei tra un sospirò e l'altro.
<<va bene>> si staccò dal collo e disse <<stasera ti voglio elegante!>> lei annuì.
Fecero per uscire, quando la porta si spalancò rivelando Peggy. "sempre lei, eh? Non ha nulla da fare questa...neanche qualche lavoretto per gli uomini? Ah, no...uno dopo un po' si stanca, ha ragione" Marianne si vergognò dei pensieri molto critici verso la piratessa che ora stava guardando male lei. "e adesso che vuole?!" pensò Terence. <<amore! Mi dispiace che questa...cosa...abbia portato ad un'imboscata dalla ciurma...però ero venuta qui per vedere come stavi...sai, due sere fa sono stata bene con te>> lei si attaccò al braccio di Terence, mentre Mariane faceva il contrario guardandolo disgustata.
Terence cercava di togliersi di dosso Peggy, mentre chiedeva scusa a Marianne con lo sguardo.
Lei scappò correndo, in lacrime, verso la sua stanza. "Che illusa! Come può uno come lui amare una come me?! Lo ha fatto di nuovo!"
Nel mentre Marianne si disperava, trattenendo le sue urla nel cuscino, Terence riuscì a liberarsi dalle braccia di Peggy. <<noi non siamo mai stati insieme, Peggy! Non dopo il suo arrivo!>>
<<sono qui perché...io sono incinta... >>
<<non mi pare... >> cercò di svignarsela ma ella lo prese di nuovo per il braccio.
<<eri ubriaco... >> ritentò mentre cercò di fermarlo, ma lui si scansò in tempo.
<<parecchio ubriaco, allora... >> scappò dalle sue grinfie e corse verso la stanza della sua amata con il sottofondo il battere del suo cuore, che diventava via via sempre più veloce. Aveva paura che lei non lo avrebbe perdonato, anche se lui non aveva fatto niente...
Bussò alla porta, con il cuore palpitante dalla paura. Nel corridoio si sentivano soltanto i singhiozzi di Marianne da dietro la porta...
<<Mary, apri per favore>> chiese lui dolcemente, non ricevendo risposta alcuna disse <<sto per entrare, sono solo>>
<<aspetta!>> si sentirono dei passi veloci e una porta sbattere, quella del bagno.
Lui allora aprì la porta trovandosi nella camera intrisa del profumo della sua amata.
<<Mary, io con Peggy non ci sono mai stato. Ero nel mio studio...te lo giuro sul mio onore>> disse lui mentre si sedeva sul letto.
<<c-come faccio a c-crederti?>> la sua voce spezzata dai singhiozzi non fece altro che aumentare il peso sul petto a Terence. <<lei è una tua ex...vero?>> Terence non rispose, vergognandosi di sé stesso... <<come immaginavo>> la porta del bagno di aprì rivelando la piccola figura di Marianne.
<<aspetta...te lo posso garantire...c'era il mio braccio destro con me, te lo chiamo se proprio non mi credi... >> lei annuì e lui corse fuori chiamando a gran voce un certo Trevis, e poi comparendo di nuovo dalla porta con al seguito un ragazzo con occhi e capelli castani, labbra carnose e delle fossette a lato di quest'ultime. <<Trevis, dille che due sere fa ero con te...stavamo discutendo...della ciurma e loro piccole...ribellioni, te lo ricordi? >> lui annuì poco convinto sull'ultima parte.
<<Trevis, non mentire...di cosa stavate parlando...se voi non me lo dite lo farò a modo mio, e sarà molto più dura per me perdonarti, Terence>>
Lui guardava a terra, mentre il suo amico cercava di non incontrare lo sguardo di Marianne, ma alla fine cedette... <<stavamoparlandodelbottinochedovevamoaveredopochetiavevamorapita>> disse tutto velocemente. Marianne alzò un sopracciglio e incrociò le braccia al petto, chiedendo di ripetere. <<stavamo parlando del bottino che...dovevamo avere dopo che...ti avevamo rapita>> nella stanza calò un silenzio assordante. Si poteva sentire soltanto il cuore che si fermava di Marianne e i battiti veloci di Terence. Lei gli fece un applauso e si avvicinò lentamente. Trevis intuendo quello che avrebbe fatto, si mise dietro di lei trattenendola per la pancia. Lei scattò e fece per attaccare Terence.
<<LASCIAMI, TREVIS!! LASCIAMI!!>> urlava mentre scalciava. <<TU, COME HAI OSATO! TI SEI PRESO GIOCO DI ME TUTTO IL TEMPO?! EH, RISPONDI!>> al silenzio del pirata lei scoppiò il lacrime. <<bene...lo sapevo che un...pirata>> disse con disgusto guardandolo da capo a piede. <<e una nobile come me, non potevano avere una storia insieme...uno dei due stava di sicuro mentendo...e posso assicurarti che non ero io>> gli sputò sulle scarpe mentre calpestava il piede a Trevis, facendola liberare. <<ora fuori dalla mia camera>> disse a entrambi mentre alzò la mano per indicare la porta, per poi girarsi tenendo le mani in grembo. Trevis corse letteralmente a gambe levate da quella stanza, mentre Terence se ne andò con la testa china, e il momento prima di chiudere la porta sussurrò un leggero: "non ti ho mai preso in giro, per me era tutto vero" ma la ragazza lo sentì lo stesso e si girò di scatto verso di lui.
Lo guardò per un secondo negli occhi colmi di lacrime, vedendo che era sincero.
"anche per me era tutto vero, amore mio..." pensò lei, mentre fissava la porta della stanza che si chiudeva lasciando la ragazza da sola in mezzo a tutti quei pensieri rumorosi che le governavano la testa.

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Anchors Away
RomanceMarianne Saint-Claire adora il mare e sogna di scoprire i segreti che si celano sotto il suo mantello blu scintillante e di poter navigare verso terre lontane; ma la opprimente vita da nobile le impedisce di uscire dal castello. E se un giorno fosse...