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Terence portava la ragazza in braccio mentre pensava a quanto era brava con le spade. "questa ragazza è una forza della natura" sorrise ancor di più quando il piccolo corpo della giovane si avvicinò ancor di più a suo. La portò in camera sua e la posò sul letto per poi dirigersi a cercare una schiava che le mettesse abiti un po' più comodi. <<tu! -chiamò una ragazza minuta con capelli e occhi castani- vai nella mia stanza e cambia la ragazza sul letto. Mettile dei vestiti più comodi>> non sapeva come si chiamava quella schiava ma ella, impaurita, corse subito a fare quello che le avevi chiesto.

<<adesso con quella lì che ci farai?>> chiese Peggy, il suo braccio destro a Terence. <<non la vorrai mica far combattere, vero?>> prima sulla barca gli si avvicinò costringendolo ad abbracciarla, visto che lui non voleva di certo far cattiva figura.

<<non lo so...e poi non sono affari tuoi>>

<<non dirmi che sei arrabbiato con me>>rise lei.

<<certo! Che ti è venuto in mente prima?! Noi non siamo niente! Non sei autorizzata di fare la "gelosa" facendo credere che io sono il "tuo" territorio!>> avevano avuto solo avventure loro due, ma evidentemente Peggy voleva di più. <<io non posso darti quello che vuoi. Cercati qualcun altro da importunare>>

Peggy ci era rimasta male, e non poco. Lei lo aveva sempre amato e pensava che quelle loro scappatelle potevano tramutarsi benissimo in un qualcosa di più. "perché mi tratta così? Che gli ho fatto?" pensò lei mentre si dirigeva verso la sua stanza.

Nel frattempo in quella del pirata, Marianne si stava risvegliando con un gran mal di testa. Tentò di scendere dal letto ma le doleva molto la gamba e portando lo sguardo su proprio arto, notò che era tutta insanguinata e portava vestiti diversi. Le sue guance divennero color porpora pensando che l'avesse cambiata Terence ma si destò subito cercando nella stanza qualche garza e una volta trovate, si alzò il vestito cominciando a medicarsi prima disinfettando la ferita poi iniziando ad avvolgere la gamba nella garza. Era quasi al termine di tutto quando la porta si spalancò rivelando un Terence prima tutto sorridente poi divenuto serio vedendo la gamba di Marianne scoperta. Lei cercò di coprirsi ma era inutile, ormai lui l'aveva già vista. Le si avvicinò e le prese la garza dalle mani finendo di medicarla.

Nella stanza la tensione era palpabile e nessuno aprì bocca.

Terence non appena tagliò la garza alzò lo sguardo incontrando quello imbarazzato di Marianne. Lui si alzò e si avvicinò alla nobile. Ogni passo in avanti, lei ne faceva due indietro. Gli piaceva questa cosa, gli piaceva che lei aveva paura di lui. Una volta che Marianne si trovò con le spalle al muro lui le mise le mani ai lati detta testa poggiando la sua tra i suoi capelli, inspirando il suo profumo.

<<mela>> le disse sussurrando.

<<come?>> chiese lei disorientata.

<<profumi di mela. La mia fragranza preferita>> le guance le divennero immediatamente rosse al sentire le parole del suo rapitore. Cercò di allontanarlo ma invano. Terence stava ancora con la testa nell'incavo del collo di Marianne quando la porta si spalancò, facendo sobbalzare i due giovani, e voltarsi. Era Peggy. Lei squadrò con rabbia i due che erano ancora ad un soffio di distanza e si avvicinò a Terence.

<<cos'ha lei che io non ho?>> sussurrò talmente piano che Marianne dubitò di aver sentito bene.

<<beh, prima di tutto è molto bella>> disse Terence guardando la ragazza sorridendo, facendola arrossire. <<poi lei è ricca e potrebbero darci il riscatto>> detto questo alla ragazza cadde il mondo addosso. "Quindi lo sta facendo soltanto per i soldi che gli darebbero per riavermi indietro?" pensò mentre cercò di levarsi dalle braccia del pirata, dimenandosi e tirando pugni leggero sul torace di egli. <<calma. Non mi dire che io ti ho fatto un certo effetto! Io ti piaccio!>> la ragazza divenne rossa ma per la rabbia.

<<no, come potrei innamorarmi di un balordo come te, spiegamelo! Poi stai certo che non ti daranno i soldi, nessuno si accorgerà che io sono sparita e lo stesso vale anche per mio...padre>> abbassò lo sguardo nominando l'unico genitore che le era rimasto, soltanto che adesso aveva raggiunto sua madre. Le vennero gli occhi lucidi e subito un impeto di rabbia si impossessò della giovane facendola dimenare ancor di più. "Me la pagherà cara questo pirata...mi ha portato via l'unico genitore che mi era rimasto" <<quindi faresti meglio a liberarmi>> cercò di essere coraggiosa ma evidentemente ottenne l'effetto contrario visto che i due si misero a ridere con tanto di lacrime agli occhi.

<<tesoro, abbiamo lasciato vivo un uomo della ciurma e lo abbiamo spedito già al tuo regno in modo che possano avvertire chi di dovere per eseguire il pagamento. Quindi, tu adesso stai buona, buona mentre noi adiamo a scrivere una lettera per effettuare il pagamento e dove bisogna spedirlo>> disse Terence marcando il nomignolo con cui l'aveva chiamata.

Appena uscirono, Marianne cadde sulle proprie ginocchia piangendo.

<<perché? Perché proprio io? Non potevo essere una normale nobile, senza avere questa dannata passione per il mare?!>> sussurrò lei. "Mamma come facevi a reggere tutto questo?" si alzò da terra mentre diceva <<lei ce l'ha fatta, devo provarci anche io. Da adesso meglio collaborare così non mi creerò problemi con gli altri. Madre spero soltanto che voi siate fiera di me...lo stesso vale anche per voi, padre>> si guardò in torno iniziando a fare ordine in quella camera, partendo prima dall'armadio cantando una canzone che le veniva suonata con il pianoforte da piccola. Quando lei finì di pulire, aveva perso la cognizione del tempo. Si guardò attorno a lei facendo vagare la mente.
Le venne in mente quando da piccola aveva sempre voluto un pony e non appena lo ricevette gli diede il nome Noir, visto il colore. Ogni giorno andava da lui, lo coccolava e gli dava da mangiare. Una volta raggiunta l'età giusta iniziò a passeggiare in groppa al suo amato destriero, si fermavano sempre alla solita cascata che c'era nel cuore del bosco. Si divertiva tantissimo. Quei ricordi le fecero tornare leggermente il buonumore, nonostante la recente perdita.



Intanto nella stanza dove alloggiava Peggy...

"come può preferire quella bambina viziata a me?! Insomma io ho tutto: un bel fisico, abilità nel combattere e non faccio la preziosa. Cos'ha lei che io non ho!" pensò la ragazza piangendo. "gli renderò il suo soggiorno sulla nave un vero inferno. Così potrà mostrarsi per quello che è in realtà e fare un passo falso. È deciso! Domani informo Derek e ci mettiamo d'accordo sul da farsi" si mise il pigiama mettendosi a letto,continuando a piangere.



La mattina seguente Peggy si alzò entusiasta della giornata che, dal suo punto di vista, prometteva bene. Si mise il solito abito che consisteva in una camicia bianca con una corda sotto al seno e dei pantaloni larghi. Legò i capelli in uno chignon basso. Fece per salire le scale quando una figura le venne addosso.

<<ehi, stai più attento! Screanzato!>> disse Peggy mentre si alzava.

<<s-scusami>> alzò la testa di scatto capendo a chi apparteneva quella maledetta voce.


Anchors AwayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora