I lavori ad Hogwarts erano ormai finiti, bisognava solo ripulirla un po’.
Erano quindi tutti lì per l’ultima volta.-Harry ora ti capisco- disse Hermione.
-A proposito di cosa scusa?- chiese Harry con aria interrogativa.
-Il libro. Neanch’io riesco a smettere di leggerlo. Lo leggo ogni sera-
-E’ interessante vero? A volte non sembra neanche che possa essere la stessa persona-
-Vero. Però trovo molto divertente la sua ironia-
-Lo sai che il principale soggetto delle sue battute è mio padre vero?-
-Sì, lo avevo capito- disse sorridendo -penso incomincerò ad andare a trovarlo. Mi sembra giusto. Nessun miglioramento?- aggiunse.
-In realtà sì. I medici dicono che pian piano la magia oscura nel suo corpo sta diminuendo, ma ci vorrà ancora del tempo prima che si risvegli-
Hermione decise quindi di andarlo a trovare lo stesso pomeriggio.
Una volta arrivata davanti alla camera del suo professore, entrò senza esitazione, ma si bloccò poi sulla porta. Le faceva strano avere davanti a sé il suo professore, anche se in coma. Le dava come l’impressione che stesse fingendo e che, da un momento all’altro si fosse potuto risvegliare e rimproverarla per qualcosa.
Gli si avvicinò cauta e, come se fosse ancora un’alunna di undici anni impaurita, sentì il bisogno di dire: -Buongiorno professore, sono Hermione Granger- ma ovviamente non ottenne risposta.
Hermione si guardò attorno e constatò che la stanza era davvero buia e cupa. Decise allora di aprire le tende per far entrare i raggi caldi del sole di giugno e fece apparire un mazzolino di fiori di campo sul comodino vicino al letto.
-Ecco, così va molto meglio- disse per poi sedersi su una sedia accanto al letto.
E incominciò a raccontare: - Sa professore, Hogwarts riaprirà quest’anno, ma penso non sarà lo stesso senza di lei nel corpo insegnanti. Ora è molto famoso e acclamato-
Fece una pausa e si rese conto che non le sembrava poi così strana quella conversazione.
-Io e Harry abbiamo ritrovato il suo vecchio libro di pozioni, quello del principe mezzosangue. E’ un po’ bruciacchiato perché lo avevamo nascosto nella stanza delle necessità e durante la guerra vi è scoppiato un incendio, ma si legge ancora benissimo e ora ce l’ho io.
Vorrei ridarglielo professore, ma lei si deve svegliare.-Con ciò, Hermione decise di finire la conversazione di quel giorno e, dopo aver salutato Severus, tornò a casa sua.
Quella sera fu ovviamente il libro del principe a farle compagnia.
Hermione aveva incominciato a ricopiare meticolosamente tutti gli appunti e le correzioni che vi erano sopra, non potendo che complimentarsi ogni volta con il suo professore; d’altronde a quell’epoca aveva solamente sedici anni. E rideva alle sue battute come se gliele stesse dicendo lui stesso difronte a lei. E pensava a come si dovesse esser chiuso in se stesso e cambiato il suo carattere in quegli anni.
Non aveva mai pensato veramente a Severus. Si era soffermata a quello che lui voleva far vedere, ma soprattutto a quello che gli altri pensavano di lui e si rimproverava per quello: lei che non si fermava mai alle apparenze e ai pregiudizi, ma si sentiva soprattutto triste e in qualche modo in colpa.
Quando stava per chiudere il libro e mettersi a dormire, qualcuno suonò al campanello.
Hermione guardò l’ora e, dato che era davvero tardi per ricevere visite, si avvicinò alla porta con cautela e prese la bacchetta.
-Hermione, sono Ron-Lei fece un sospiro di sollievo. -Ron cosa ci fai qui a quest’ora?- disse aprendogli la porta.
-Scusa, lo so che è tardi ma ti devo parlare e non riuscivo più ad aspettare-
Si vedeva chiaramente che il ragazzo era particolarmente agitato: non riusciva a stare fermo e si toccava in continuazione i capelli scompigliandoseli ogni volta sempre di più.
-Va bene entra. E’ successo qualcosa?--No, no è che…Hermione sei sicura di quello che mi hai detto? Riguardo a noi due intendo-
-Oh, beh…- Hermione si ritrovò parecchio spaesata, ma Ron non la fece neanche iniziare a parlare.
-Perché io non penso che tu volessi dire davvero quello. Credo che tu abbia avuto paura di una risposta negativa da parte mia e perciò hai detto quello-
-Ron, io…- ma ancora una volta non la fece parlare.
-Ma per me non è stata colpa delle emozioni o di quello che avevamo passato. Io ti amo veramente Hermione, quindi non aver paura dei tuoi sentimenti e…-
-Ron fermati per favore!-
Finalmente Hermione riuscì a prender parola, ma ormai il danno era già stato fatto.
-Ron ascolta, mi dispiace davvero tanto ma, io non avevo paura di un tuo rifiuto, quelle cose le penso veramente. Io ti voglio bene, ma non di più. Scusami-Hermione vide lo sguardo del ragazzo incupirsi e poi Ron uscì dalla casa.
Ancora scossa dagli avvenimenti di quella sera, decise di andare finalmente a letto sperando di non aver ferito troppo i sentimenti del suo caro amico; anche se in effetti, si era trattenuta dal dirgli chiaro e tondo che non lo amava.Quella situazione era davvero assurda.
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Libro di pericoli o di amori?
FanfictionL'estate dopo la fine della guerra, Hermione ritrova il diario del principe mezzosangue; decide di tenerlo e di leggerlo.