Capitolo 12

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Aveva smesso di piovere e la luce del sole scaldava la stanza e illuminava il letto su cui giacevano ancora Hermione e Severus, coperti solo da un candido lenzuolo di cotone, lei con la testa poggiata sul petto di lui, lui che la avvolgeva con le sue braccia.

La prima a parlare fu Hermione. -E’ stato bellissimo- disse solo, mentre accarezzava il petto dell’uomo.

Non ottenne risposta. Severus ancora non si capacitava di quel che era appena successo, così, invece di parlare, le diede un bacio sulla fronte e la strinse di più a sé.

-Abbiamo saltato il pranzo però.- aggiunse dopo Hermione.

-Vero. Hai fame?- chiese allora Severus.

-Un po’. Ho visto un piccolo ristorante sulla spiaggia non lontano da qui questa mattina, che ne dici di andare lì?- Hermione alzò la testa dal petto di Severus e lui annuì.

Si rivestirono con calma e scesero in spiaggia, cominciando a camminare poi nella stessa direzione in cui erano andati quella mattina.

Nuovamente mano nella mano, in dieci minuti arrivarono al luogo descritto dalla ragazza e si accomodarono ad uno dei tavolini che erano posti sotto ad una veranda davanti al locale. Dopo che ebbero ordinato, aspettarono l’arrivo dei loro piatti senza distogliere lo sguardo l’uno dall’altra. Fu qui che Hermione si rese conto di quanto Severus era cambiato.

Le perenni occhiaie che aveva un tempo erano sparite, la ruga che gli solcava la fronte dandogli sempre un’aria corrucciata si vedeva appena, tutto il viso sembrava più disteso e rilassato e, anche se di poco, aveva preso maggior colorito. Sembrava finalmente l’uomo di a mala pena quarant’anni che era e non ne dimostrava affatto di più come prima.

-Cosa ti va di fare questa sera?- le chiese Severus prendendole una mano tra le sue.

-Non saprei. Potremmo passeggiare qui in giro, anche se non so ancora bene dove siamo.-

-Siamo a Collieston.- rispose prontamente Severus.

-Oh, caspita. Siamo lontani da casa, come fai a conoscere questo posto?-

Severus rivolse lo sguardo altrove. -In una missione per…lui. Ora non ti sto a spiegare tutto.- disse sbrigativo.

-Capisco.- ora fu Hermione a stringere le mani di Severus nelle sue.

-Tralasciando quello, mi era piaciuto come posto. Tranquillo e indiscreto.- cercò di dire Severus scacciando i pensieri negativi.

-Oh sì, concordo. A me piace molto. Tu cosa vorresti fare dopo?-

-Una passeggiata nei dintorni come hai detto tu va più che bene.-
Ma Hermione rise alla sua risposta.

-Intendo dire in futuro. Che programmi hai per i prossimi anni?-

Severus rimase interdetto da quella domanda e non fu una sorpresa per Hermione. Ma nel frattempo arrivarono i piatti da loro ordinati e lui ne approfittò per prendersi qualche istante per pensare.

-Non saprei…continuerò ad insegnare ad Hogwarts ma per quanto riguarda il resto, non so cosa risponderti.-

La realtà era però diversa da quel che aveva detto Severus, lui era certo di voler Hermione nel suo futuro più prossimo, ma non voleva dirlo per paura.

-E la vorresti una famiglia?- gli chiese ancora Hermione. La ragazza non seppe bene dove aveva preso il coraggio per chiederglielo, ma ora aveva timore di esser stata troppo indiscreta e decise di continuare a parlare così da impedire a Severus di rispondere.

E per certi versi, lui gliene fu immensamente grato.

-Io sì – continuò quindi a dire Hermione – io vorrei tanto una famiglia tra qualche anno. Mi sono sempre piaciuti i bambini e vorrei averne almeno due.- disse sorridente e con sguardo sognante.

Severus finalmente parlò, anche se titubante. -Pensi che potrei essere un bravo padre? Io ho sempre scartato l’idea di una famiglia. Primo, perché non pensavo di uscire vivo dalla guerra, e poi, perché non voglio essere un pessimo padre come il mio quindi, tu pensi che possa essere all’altezza di quel ruolo?-

-Io credo che, proprio perché non vuoi essere come tuo padre, questo farebbe già di te un buon padre. E poi si impara ad essere dei bravi genitori solo col tempo e l’esperienza.-

Finirono lì la loro conversazione per incominciare a mangiare il pranzo tanto desiderato, ma in tutti e due vi era ora una strana emozione che non sapevano bene come identificare ma che era molto piacevole.

Il giorno dopo arrivò presto. La sera l’avevano trascorsa girovagando nei dintorni e la notte ad amarsi tra quelle lenzuola candide come il pomeriggio precedente.

Ora, riposati ed ancora nudi nel letto, si scambiavano affettuosi baci tra una chiacchiera e l’altra.

-Ieri sera, prima di addormentarmi, stavo pensando ad una cosa.- disse Severus sorridendo.

-A cosa?-

-Al colpo che verrà a Minerva quando saprà di noi.- le rispose mettendosi a ridere.

-Oh per Godric! Non ci avevo pensato. Dovremmo dirglielo con calma e soprattutto dovremo fare attenzione durante l’anno scolastico. Sappiamo bene entrambi quanto le voci girino in fretta in quella scuola.-

Quella giornata non fu tanto diversa da quella precedente. Erano solo loro due, nessun’altra cosa aveva importanza. Si godettero il paesaggio attorno a loro il più possibile prima di tornare a casa.

Avevano appena sistemato la casa in modo da non far capire che vi era entrato qualcuno ed erano scesi in spiaggia per guardare un’ultima volta quel bellissimo luogo. Hermione tirò fuori dalla sua borsa una boccetta e si chinò per poter prendere un po’ di sabbia.

-Che cosa fai?- le chiese Severus incuriosito.

-Così non dimenticherò mai questi giorni.- rispose Hermione sorridendogli, e detto ciò, si smaterializzarono.

Severus la accompagnò fino alla porta di casa e la salutò con un bacio, per poi tornare anche lui a casa sua.
Hermione non si era mai sentita così leggera in vita propria. Avevano passato solo due giorni in quella splendida casa sulla spiaggia, eppure sapeva che quei due giorni erano probabilmente stati i più belli della sua vita.

Aprì la porta di casa e la prima cosa che fece fu aprire le finestre per far entrare luce e aria nella stanza, poi incominciò a rimettere a posto le sue cose, compreso il vasetto di sabbia che aveva raccolto e che espose in bella vista su uno scaffale dopo averci scritto sopra “Collieston”.

Notò poi un biglietto sul tavolo: “So che tornate questa mattina così ti ho riportato Grattastinchi. Sta bene ed è tutto a posto. Baci, Ginny.”

Severus aveva pensato anche al suo gatto, incredibile quanto potesse sorprenderla ogni volta. Quando gli aveva fatto notare che non poteva lasciare da solo Grattistinchi per due giorni interi, le aveva risposto che non era solo e che non doveva preoccuparsene, ma non si aspettava che si fosse preoccupato anche di portarlo a Ginny ed Harry.

Sorrise e quasi si commosse alla premura dell’uomo e poi cercò con lo sguardo la sua amata palla di pelo, trovandola beatamente addormentata sul divano.

Severus nel frattempo, non era a casa sua come pensava Hermione, vi era passato un attimo giusto per posare la sua borsa e darsi una sistemata.

Ora, era davanti ad un’altra casa. Era in mezzo ad un ampio prato e la casa era alta ma tozza, non aveva una forma precisa ma anzi sembrava formata da diverse parti attaccate più o meno l’una all’altra, era di legno e vista da fuori sembrava quasi pericolante.

Non sapeva bene cosa aspettarsi, ma non rimase sorpreso di vedere che era quella la casa degli Weasley.

I giorni passati con Hermione, lo avevano reso davvero molto felice e aveva incominciato a rendersi conto che avrebbe potuto fare qualsiasi cosa per rendere anche lei felice. Ma sapeva anche, che Hermione non sarebbe mai stata del tutto felice se prima non veniva risolta una certa questione.

Si avvicinò allora deciso alla casa e bussò.

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