Ed eccola lì di nuovo, Hermione Granger. Al capezzale di Severus all’ospedale San Mungo, proprio come diversi mesi prima.
I medici l’avevano tranquillizzata dicendole che si sarebbe svegliato, ma che ci sarebbe voluto del tempo perché i traumi subiti dal corpo erano gravi. E così lei aspettava, affianco al letto, senza staccargli lo sguardo neanche per un secondo, era sempre lì al suo fianco e quando finiva l’orario di visita, dovevano quasi trascinarla fuori con forza.
La paura di perderlo era stata talmente tanta, che si sarebbe tranquillizzata del tutto solo quando lui avrebbe riaperto gli occhi.
Hermione era come in una specie di trans: quando qualcuno le parlava, rispondeva “sì” o “no” solo scuotendo la testa e non diceva nulla, aveva sempre lo sguardo perso e nelle sue lezioni si limitava a dire solo lo stretto necessario.
Così passavano le sue giornate, per poi finire con qualche infermiera che la trasportava fuori dalla stanza di Severus ad orario di visite concluso.
Solo un martedì mattina, gli occhi di Hermione ricominciarono a brillare come un tempo.
Aveva appena finito una lezione con i tassorosso e i grifondoro del quarto anno ed era seduta alla sua scrivania a fissare il suo orologio da polso per contare, per l’ennesima volta nella giornata, il tempo che la separava dalla visita a Severus, quando la professoressa McGranitt era entrata nell’aula e con immensa gioia le aveva detto che Severus era di nuovo sveglio.
Ma quando Hermione, in tutta fretta, si era alzata dalla sedia per correre fuori e andare al San Mungo, la professoressa le aveva sbarrato la strada.
-Meglio se non ci vai subito- le aveva detto -potrebbe essere ancora molto debole e dovranno ancora finire di visitarlo.-
Ma ad Hermione non convincevano quelle parole. Sapeva che c’era altro di cui la professoressa non voleva metterla al corrente così, anche se con grande sforzo, aspettò fino all’ora di cena quando tutti erano nella Sala grande, per sgattaiolare fuori dal castello.
Quella sera era particolarmente fredda e dal pomeriggio non aveva ancora smesso di piovere.
Hermione si era coperta bene con un mantello pesante e scuro, per farsi vedere il meno possibile, e ogni 2 minuti doveva combattere con i suoi capelli ribelli per farli stare dentro al cappuccio poi, quando vide che anche l’ultimo studente era andato a cena, corse fuori dal grande portone e in batter d’occhio si ritrovò già davanti all’entrata del San Mungo.
Sapeva che Minerva, non vedendola a cena, avrebbe capito dov’era, ma ormai era troppo tardi e lei era intenzionata a vedere Severus.
Quando un’infermiera la lasciò davanti alla camera del professore, il suo cuore incominciò a scalpitare e non aspettò più neanche un secondo prima di aprire la porta con un grande sorriso.
Severus era visibilmente addormentato e lei gli si avvicinò cauta, cercando di tenere a bada le emozioni.
Si sedette poi a bordo del letto, prese una sua mano tra le sue e gli scostò una ciocca di capelli dal viso, accarezzandoglielo. Sapeva che Severus aveva sempre avuto il sonno molto leggero, infatti bastò quel piccolo gesto per svegliarlo.
Gli ci volle qualche secondo per riuscire ad aprire del tutto gli occhi e guardarsi attorno.
Non appena incrociò lo sguardo di Hermione, la ragazza non poté non sorridergli ancora cercando di dirgli qualcosa, ma le emozioni erano troppe per Hermione e non aveva la minima idea di cosa dirgli, così lo baciò e basta.
Si chinò piano su di lui e gli sfiorò a mala pena le labbra con le sue, stando attenta a non fargli male.
Ma dopo il bacio, quando i loro sguardi si rincontrarono, gli occhi di Severus non esprimevano gioia come quelli di Hermione. Severus aveva una strana espressione in volto, confusione mista a quello che sembrava smarrimento puro.
-Severus è tutto apposto?- gli chiese Hermione notando la sua espressione. Ma lui la squadrava quasi fosse un alieno e ogni volta che apriva la bocca per parlare, la richiudeva subito dopo perché troppe erano le domande che voleva fare e non sapeva da dove cominciare.
Decise di chiedere la domanda più importante: -Cosa mi è successo?- disse quindi rivolto ad Hermione mentre cercava di mettersi seduto.
-I mangiamorte ancora in fuga sono riusciti a catturarti, ti hanno ferito e sei rimasto in una foresta per alcuni giorni poi, io, Harry e Ron ti abbiamo ritrovato. Ti ricordi chi erano? Sarebbe di grande aiuto agli Auror saperlo.- gli aveva risposto prontamente Hermione.
Ma Severus aveva scosso la testa.
Poi lo sguardo di lui era caduto sulla sua mano tra quelle della ragazza ed imbarazzato e con di nuovo l’espressione confusa di prima, la tolse dalle mani di lei e si mise seduto, ben appoggiato alla testata del letto.
Il suo sguardo vagava ancora incerto per la stanza, senza soffermarsi mai su Hermione.
Ma ad un certo punto si calmò, si schiarì la gola, prese fiato e, guardando Hermione negli occhi disse: -Lei mi ha baciato.-
Hermione, che in un primo momento non capiva, gli chiese: -Lei chi, Severus?-
-Lei signoria Granger, lei mi ha baciato.-
Ma Hermione era sempre più confusa e incominciava a credere che fosse tutto uno scherzo.
-Certo che ti ho baciato e da quando mi dai di nuovo del “Lei”, Severus? Sei sicuro di sentirti bene?- ed allungò la mano per toccargli la fronte e assicurarsi che non avesse la febbre, ma lui si scostò.
-Perché mi chiami per nome?- le chiese ancora Severus.
-Perché stiamo insieme, Severus. Come altro accidenti dovrei chiamarti? Per caso non te lo ricordi più?- disse Hermione con ironia.
Ma ben presto, la ragazza si accorse che per Severus non era ironica la domanda.
-Non te lo ricordi? Non ti ricordi di noi? Non ti ricordi di questa estate, degli scorsi mesi?- continuava a chiedergli Hermione disperata e speranzosa di una risposta.
Severus non sapeva cosa dire. Sapeva di avere dei vuoti di memoria di alcuni mesi, ma possibile che in quei mesi si fosse innamorato di una sua ex studentessa? Di Hermione Granger per giunta!
Pur vedendola con le lacrime agli occhi, cercò di ignorarla e di ragionare e cercare di ricordare anche solo un misero giorno di quei mesi. Ma quando nella sua mente continuava a vedere solo buio, abbassò lo sguardo e lei capì.
Con occhi gonfi e labbro tremante, Hermione uscì dalla stanza il più in fretta che poté. Lì dentro le sembrava di soffocare e si rese conto che forse, quello era proprio il suo timore più grande, e che il suo Severus lo aveva perso veramente.
L’uomo nella stanza intanto, continuava a starsene zitto e a provare a capire qualcosa di tutto quello che era appena successo, anche se di pensieri sensati non ne aveva neanche uno.
Finalmente come promesso, ho aggiornato!!
Scusate per l'attesa
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Libro di pericoli o di amori?
FanfictionL'estate dopo la fine della guerra, Hermione ritrova il diario del principe mezzosangue; decide di tenerlo e di leggerlo.