Capitolo 4

1.3K 67 21
                                    

Severus non passò un pomeriggio tranquillo in solitudine come invece aveva sperato.

Quando Hermione se ne fu andata infatti, la professoressa e Harry rimasero con lui fino all’ora di cena; i due avevano parecchie cose da dirgli.

Minerva fu la prima che, sopraffatta dalle emozioni, lo abbracciò singhiozzante chiedendogli infinite volte scusa, mentre Harry gli strinse la mano felice più che mai e da lì, Severus, capì che sarebbe stato un lungo pomeriggio.

-Datti un contegno Minerva ti prego e Potter fammi il piacere di smetterla di sorridere in quel modo. Sei inquietante.-

-Oh Severus, eravamo così preoccupati ed ora così felici! Ma perché non ci hai fatto chiamare subito?- disse la strega sciugandosi il più possibile e lacrime.

-Non credevo fosse necessario-

-Oh Severus hai ragione! E’ tutta colpa nostra!- disse poi la professoressa coprendosi il viso con le mani e ricominciando a singhiozzare.

-No Minerva non è vero. Faceva parte del piano…come potevi sapere?-

-E’ vero professore ma potevamo immaginare-

-No Potter. Non potevate immaginare-

-Beh sono felice di vedere che sta bene professore. La volevo ringraziare per tutte le cose che lei ha fatto non solo per me ma…- Harry non riuscì a finire la frase perché la povera professoressa non riusciva a smettere di piangere anzi, sembrava piangesse più di prima. Severus era terribilmente a disagio.

-Minerva- provò a dire piano -perché non ti siedi e parliamo con calma?-

La strega annuì e si sedette sulla sedia occupata fino a poco tempo prima da Hermione e da lì incominciò il pomeriggio di Severus, tra chiarimenti e i pianti della professoressa.

Alla fine di quella giornata, Severus aveva molto a cui riflettere. Finalmente era libero dal lavoro di spia e finalmente non avrebbe più rischiato la vita ogni giorno, ma non poteva fare a meno di porsi una domanda: ora, aveva uno scopo?

Era abituato a vivere giorno per giorno, a concludere i compiti a lui assegnati sia da Voldemort che da Silente, a mettere in gioco la sua vita, ad uscire dal castello senza sapere mai se ci sarebbe tornato e non potendosi permettere di fare dei piani per la sua vita futura perché era certo che non ne avrebbe avuta una, e ora invece? Ora avrebbe potuto programmare addirittura anni della sua vita ma il punto è che non sapeva come. Non vi era abituato.

Poi pensò a quel pomeriggio, a Minerva, Harry, Hermione. Pensò a come loro fossero davvero felici di vedere che si era svegliato e che tutto procedeva finalmente senza alcuna minaccia e allora si fece un’altra domanda: perché non posso vivere una vita semplice e senza pericoli come tutti gli altri?

Dovette ammettere a se stesso che lo spaventava di più la vita semplice e senza pericoli di quella di prima perché avrebbe avuto come l’impressione di vivere la vita di qualcun altro.

Alla fine decise di non badare più ai propri pensieri e di riposare.

Si svegliò alle prime luci dell’alba come ormai era abituato a fare da anni e si chiese subito se quel giorno avrebbe ricevuto visite come il giorno precedente. La risposta gli arrivò verso metà mattina, quando Hermione varcò di nuovo la soglia della sua stanza.

La ragazza entrò sorridente salutandolo educatamente: -Buongiorno professore, come sta oggi?-

-Bene grazie. Non mi aspettavo una sua visita signorina Granger.-

-Ho pensato di farle un saluto, le dispiace?-

-No, affatto. Prego, venga.-

Quella che per Severus sembrava una visita di cortesia, per Hermione era tutt’altro. Quest’ultima infatti, dalla fine della guerra, si sentiva infinitamente sola e abbandonata nonostante avesse degli amici che le volevano un gran bene e che considerava come fratelli, senza contare poi tutta la famiglia Weasley con Molly che le faceva da seconda madre, ma era questo il punto: non aveva più i suoi genitori.

Libro di pericoli o di amori?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora