Dietro a te, er Colosseo nun se vede. -Ultimo

4- Io e te non siamo niente

Pov's Niccolò

Erano passati alcuni giorni dall'ultima conversazione che avevo avuto con Sara, se poi di conversazione si poteva parlare, dato che alla fine ci eravamo urlati di tutto come solo noi sapevamo fare, eravamo davvero bravi in questo.
Non la vedevo e non la sentivo da quel giorno eppure nella mia memoria era sempre presente.
Ero perfettamente consapevole di aver sbagliato, in fondo in questi mesi ero andato a letto con tantissime ragazze che non conoscevo e di cui non sapevo nemmeno i nomi, e che sinceramente non mi  interessava nemmeno conoscere.
Sesso puro senza sentimenti e senza nessun tipo di emozione, ben lontano da tutto ciò che c'era con Sara, eppure quando l'avevo vista vicina a quel ragazzo mi era esploso un fuoco dentro che non sono riuscito a controllare.

"Nì che te passa per la testa? Nun stai a prende na nota" ero in studio a sistemare  qualche canzone, Jacopo aveva in mente qualche progetto di cui non voleva ancora dirmi nulla, fu proprio quest'ultimo a prendere parola e distrarmi dai miei pensieri fermandomi per la quinta volta nell'arco di mezz'ora.

"Nun c'ho niente, Ja" cercai di convincere più me stesso che Jacopo e Adriano e Cocco, che erano lì con me.

"E immagino anche che questo niente si chiami Sara" prese parola Cocco beccandosi un occhiataccia fulminea da parte mia. Non avevo raccontato a nessuno dei miei amici ciò che era successo quella sera e sapevo con certezza che se Sara avesse raccontato qualcosa alle sue amiche, loro non avrebbero aperto bocca.

"Daje, per oggi basta. Vai a casa Nì, ma domani te vojo concentrato" prese poi parola James salutandoci e uscendo poi dalla stanza.

Io presi la giacca e infilandomela uscì dagli studi, seguito poi dai miei amici. Una volta fuori mi appoggiai alla mia macchina, parcheggiata lì davanti e accesi una sigaretta, cosa che fecero anche Cassio e Cocco.

"Se può sapè che cazzo è successo con Sara?" Chiese poi Cassio, rompendo quel silenzio che si era venuto a creare tra di noi.

"Abbiamo semplicemente avuto una piccola discussione" risposi poi inspirando il fumo della sigaretta cercando di evitare il discorso.

"Piccola discussione? Te sei alzato dal divano solo oggi dopo tre giorni" stavolta era Cocco a prendere parola e così decisi di spiegare in poche parole ciò che era successo.

"Quell'Alessandro non gli si staccava di dosso, ho sbroccato e si è incazzata" Cassio e Cocco non dissero nulla capendo perfettamente la situazione, in fondo conoscevano benissimo me e conoscevano relativamente bene anche lei.

"Devi parlare con lei" fu Cassio a rompere quel silenzio che si era venuto a creare e che durava pochi minuti, ma quando si trattava di Sara sembrava durare un eternità.

"Te pare facile a te, Cassiolì. Probabilmente avrà già finito il turno al bar e non ho la minima idea di dove abiti ora" dissi buttando a terra il mozzicone di sigaretta già finita mentre sfilai le chiavi della macchina dalla tasca del giubbetto.

"Nemmeno noi, però proporrei un aperitivo in quel bar vicino al Colosseo" disse poi Cocco guardando il telefono e inizialmente non capì, così sia io che Adriano lo guardammo notando un sorriso malizioso comparire sul suo viso mentre sventolava in aria il suo telefono. Immaginammo subito che Priscilla gli avesse riferito in quel momento di essere con Sara, così accettammo subito e in poco tempo eravamo tutti e tre in macchina. 

Pov's Sara

Il mio turno del pomeriggio era finito da circa un ora e quel giorno avevamo deciso di andare a prendere un aperitivo con Priscilla, dato che mi ero presa qualche giorno e non vedevo le ragazze dalla serata in discoteca, anche perché quella mattina stessa avevo avuto un esame molto importante e dato che mi era andato bene, io e le ragazze avevamo deciso di festeggiare.
Almeno per qualche ora avrei smesso di pensare a ciò che in quel momento poteva farmi più male, Niccolò.
Dalla nostra litigata non riuscivo a smettere di pensare alle sue parole, fortunatamente non l'avevo più visto e andava benissimo così, eppure era sempre nella mia testa.
A volte facevo davvero fatica a capirlo, era capace di uscirsene con scenate di gelosia e allo stesso tempo dimostrarmi che non gli importava più niente di me, e tutto ciò nell'arco di cinque minuti.