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Quando andai a prenderla,a momenti mi si staccava la mascella per quanto fosse bella,era stupenda. Indossava un abito a tubino rosso -che le stava alla perfezione- che le lasciava la schiena scoperta,portava dei tacchi neri ed una coda alta,era truccata poco -non che ne avesse bisogno- e nel complesso,era davvero bella.

Una volta arrivati alla discoteca un odore di alcool,e presumo anche qualche altra sostanza,pervase le mie narici. Dopo una buona mezz'oretta i "Ruggelaria" erano a scatenarsi in pista,mentre io e Martina eravamo al bancone parlando del più e del meno.
«Allora,come mai non sei ancora da una ragazza a provarci come un dannato?» mi chiese lei ridendo
«Nah,stare non sono in vena» mentii,in realtà non ero da nessuna ragazza perché volevo restare lì con lei,a scoprire come mai dei suoi sbalzi d'umore,volevo conoscerla bene «Tu piuttosto? come mai non hai un ragazzo?» «Avere un ragazzo vuol dire anche amare vero?» mi chiese incerta «Beh,non sono cupido,però suppongo di sì» le risposi con tono dubbioso «Ah...beh no,non ho un ragazzo perché non credo nell'amore,sono tutte cazzate» e dopo la sua risposta,ci fu silenzio,un silenzio imbarazzante ed anche assordante,così decisi di rompere il ghiaccio cambiando argomento
«Come mai hai deciso di venire al college con noi dopo l'estate?» le chiesi
«Io sono argentina,solo che quando nacqui i miei si trasferirono in Italia ed ora ho deciso di tornarci.» non appena menzionò i suoi,i suoi occhi si incupirono e il suo sguardo si fece triste e malinconico.
«Cos'è successo ai tuoi?"» chiesi,non curante del modo in cui pronunciai quelle parole. In risposta mi guadagnai uno sguardo gelido da parte sua,così decisi di prenderle la mano «Ehi,io voglio solo aiutarti,non spaventarti...» lei staccò la mano bruscamente «STAMMI LONTANO» gridò così forte che superò il rumore della musica «Ehi calmati» le dissi con quella poca della calma che possedevo «NO! VATTENE,NO NO NO! STAMMI LONTANO» detto ciò corse verso l'uscita e si diresse il piu lontano dalla discoteca - o almeno credo -,così decisi di seguirla.
«MARTINA FERMATI» gridai correndole dietro
«STAMMI ALLA LARGA JORGE» «NO FINCHÉ NON MI DICI CHE TI SUCCEDE» le dissi raggiungendola.
Notai che aveva ormai le lacrime che le rigavano tutto il viso così decisi di asciugarle con il pollice e poi la strinsi a me,non volevo che si sentisse così,volevo aiutarla,non volevo ferirla,però ogni mia azione,con lei,sembrava sbagliata. Cosa c'è che non va Martina?
«Shh,è tutt-» non feci in tempo a finire la frase che mi interruppe «NO! NON È TUTTO OK,ED È SOLO COLPA MIA,SOLO COLPA MIA,ORA NON HO PIÙ NESSUNO OLTRE CANDE,ED È SOLO COLPA MIA...!» gridava da dolore che aveva dentro,come se qualcosa fosse rotto in lei «Martina.» nessuna risposta «Martina.» niente di nuovo «MARTINA» urlai e lei sollevò il capo per guardarmi «Cos'ha fatto la vita per renderti così infelice?»

Vicini ma LontaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora