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«Che cazzo sta succedendo Rugg?» ero arrabbiato, e credo che anche Ruggero lo avesse notato.
«Martina...» prese un lungo respiro e iniziò a parlare
«Martina molto tempo fa era fidanzata con un ragazzo, Peter. Per i primi mesi andava tutto alla grande, era entrato anche nella mia compagnia con Facu, Diego, Fran, Lodo, Mechi, Alba, Cande, ecc..
Poi iniziammo a vedere che Martina era sempre più assente, non parlava, non mangiava, a mala pena respirava. Un giorno venne a scuola con dei lividi e un ematoma sul ginocchio, noi eravamo tutti preoccupati, pensavamo fosse successo qualcosa con la moto ma-» lo interruppi subito «Tinita guida? Per di più guida la moto?» ero scioccato, mi stava descrivendo una Martina totalmente diversa da quella che conoscevo io. «Jorge, un tempo era felice, un tempo non era chiusa, non era così stronza. Era buona, gentile, ambiziosa, determinata, solare, insomma tutto quello che non è ora.»
«Questa storia dell'ex, centra col cambiamento di Martina?» io avrei aiutato Martina a tutti i costi, non potevo vederla ancora così.
«Oh no, questa storia è solo una sciocchezza per Martina, lei affronterebbe di peggio fidati»
«Continua con quella storia, voglio saperlo.» ero determinato. Volevo sapere cosa si teneva dentro e cosa stesse nascondendo al mondo.
«Beh come ho detto prima noi tutti pensavamo fosse caduta o qualcuno l'avesse presa in pieno, ma in realtà non era così. Per le prime settimane non voleva parlarcene e continuava ad avere sempre più lividi e ferite, noi decidemmo di non forzarla però fu lo sbaglio più grande che potessimo fare...» si fermò con la voce spezzata,e a guardarlo meglio, aveva gli occhi lucidi. Quel ricordo non mangiava viva solo Martina, ma tutti loro.
«Cande e Lodo decisero di seguirla per vedere cosa le stesse succedendo e li capimmo tutto. Peter la picchiava. Cande e Lodo ci chiamarono subito e in men che non si dica arrivammo li e riempiemmo di botte Peter. Da allora non abbiamo più saputo niente di lui, e spero che la descrizione del ragazzo che hai fatto non sia di Peter, sennò questa è la volta buona che lo ammazzo.» Ruggero era arrabbiatissimo, glielo si leggeva in faccia, e sapevo che se avesse visto quel ragazzo lo avrebbe ucciso con le sue stesse mani.
Però io avevo un dubbio. Ruggero come conosceva il passato di Martina? Sono stati insieme? Dovevo saperlo,la curiosità era a mille.
«Rugg...beh ecco i-io...» non riuscivo a chiederlo, non mi uscivano le parole di bocca.
«Vuoi chiedermi di Martina?» disse alzando un sopracciglio, cavolo ma come aveva fatto?
«Come hai fatto a-» non ebbi il tempo di finire la frase che mi interruppe
«Conosco te più di chiunque altro, e conosco bene anche Martina. Se proprio lo vuoi sapere sì, so del suo passato, e sì, lei abitava in Argentina, ma dopo lo shock si è trasferita qui perché voleva ricominciare. Verrà con noi all'università solo perché Cande l'ha praticamente pregata per mesi e mesi.»
Non sapevo se essere felice o inquietato dalla franchezza di Ruggero.
Ad ogni modo ero felice che sarebbe tornata in Argentina, li avremmo passato più tempo insieme e magari sarei riuscito a dichiararmi, a meno che non l'avessi fatto qui.
Certo l'estate non era ancora finita, ma non mancava molto, un mese e tutto sarebbe tornato alla normalità, o almeno a quella che credevo fosse normalità.
Dopo pochi minuti arrivammo alla spiaggia.
«Senti ora manteniamo la calma-» iniziò Ruggero, però iniziai a correre senza dargli ascolto, ora la mia priorità era Martina.
Iniziai a correre dappertutto urlando il suo nome.
«MARTINA.» nessuna risposta
«MARTINA» niente
«MARTINA» e questa volta sentì dei rumori, mi avvicinai e vidi Martina con le guance rigate dalle lacrime che, con la poca forza che aveva, si stava divincolando da un ragazzo che le teneva saldo il polso, senza pensarci due volte mi fiondai sul ragazzo tirandogli pugni a raffica. Gli presi il colletto della maglia e lo feci alzare.
Stavo per parlare, ma sentì una mano posarsi sulla mia spalla e mi ricordai che Martina era ancora li.
Lasciai il ragazzo e mi girai verso di lei, «Perche lo hai fatto?» mi urlò in faccia continuando a piangere
«É tutta colpa tua» iniziò a gridare e a correre.
Non sapevo cosa fare, non sapevo se seguirla e beccarmi altre urla, o rimanere lì con tutti quei pensieri per la testa.
Alcuni minuti dopo arrivarono Ruggero e Candelaria allarmati « Dov'é?» chiese preoccupato Ruggero, mi limitai sono a guardarlo con gli occhi lucidi ed il capo chino, in quel momento Candelaria arrivò e mi posò una mano sulla spalla «Jorge...» iniziò ma la interruppi subito «Ogni cosa che faccio sbaglio, meglio per tutti se me ne vado.» detto questo mi alzai e ritornai al mio appartamento.
Sapevo cosa fare, dovevo solo metabolizzare il tutto.
Domani me ne andrò e devo iniziare a prepare tutto, sarà difficile lasciare tutto così, lasciarla così. Purtroppo dovevo, la mia presenza faceva solo del male a me, e soprattutto a lei.
Non potevo lasciarla così, dovevo parlarci, ma non direttamente, così decisi di scriverle una lettera.
Passai ore su quel dannato foglio, non sapevo cosa dire, dichiararsi -per davvero questa volta- tramite una lettera, ma dovevo non potevo andarmene senza darle spiegazioni.

Vicini ma LontaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora