THIRTEEN

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Finn

Le parole di Sadie sono state un grande sollievo.
Come si sentirà Millie? Cosa penserà di me e del fatto che la mia rabbia non mi ha consentito di portarla all'ospedale immediatamente?
Spero che non abbia dimenticato nulla. Spero che non abbia dimenticato me.

<Finn, ci sei?> la voce di Sadie mi fa cadere dalle nuvole.
<Scusami, non-non stavo ascoltando...>
<Dicevo ai ragazzi che Mills può ricevere soltanto una persona per volta e abbiamo pensato che volessi vederla tu per... che volessi vederla adesso, prima di Noah, Caleb e gli altri...>

Non ho risposto, ma devo vederla, devo sapere come sta e ricordarle tutto ciò che è accaduto, questo è certo.

All'improvviso, un'ondata di tensione e di coraggio allo stesso tempo mi travolge, rendendo i miei passi sempre più sicuri e veloci. Devo vederla.
Mi immobilizzo davanti alla porta della sua stanza ed intravedo la sua piccola figura su un letto d'ospedale troppo, troppo grande per lei. La mia piccola Mills sta bene e devo farmi coraggio, devo entrare e vederla, parlarle.
Porto la mano all'altezza della fredda maniglia che mi provoca un brivido sulla schiena.

Apro la porta.

Si volta di scatto.

I nostri sguardi s'incrociano.

Le tenebre sono completamente scomparse e, adesso, quella luce ha preso il sopravvento nel mio corpo, nel mio cuore, facendolo esplodere.

<Finn...> una voce sottile, quasi un sussurro.

Di una cosa sono certo: non si è dimenticata di me.
Una nuova ondata di coraggio mi avvolge.
La sua voce in cerca della mia, in cerca di una risposta.
Mi avvicino a lei sedendomi nella sedia accanto al suo letto.

<Come stai Brownie?> le chiedo con voce insicura.
<Sto... sto bene, ma non si direbbe lo stesso di te.> porta una mano al mio viso, tratteggiando con le dita le mie ferite.
<Non è niente. Io mi sento in dovere di scusarmi con te. Dio Mills, Mi dispiace. Mi dispiace tanto. Non avrei dovuto infuriarmi in quel modo con quel coglione per poi lasciarti da sola sul pavim...>
<Finn, ascoltami.> mi prende la mano delicatamente.
<Io sto bene, non-non devi scusarti. Sadie mi ha raccontato tutto e sono io che mi sento in colpa e che ti chiedo scusa, per averti causato queste ferite e per averti fatto preoccupare. Sadie mi ha anche detto che hai pianto Finn, che hai pianto per me, ed io non posso accettarlo. Io non... non posso> una lacrima le riga il viso implorante di perdono.
<Sei proprio una sciocca.> asciugo la lacrima.
<Tu stavi per morire e ti preoccupi per me? Ti preoccupi di due graffi?> sorrido.
<Non sono soltanto due graffi e... io non sto parlando soltanto del dolore fisico, lo sai.>
<Non mi importa di me. Non mi importa della rissa e delle ferite. Mi importa soltanto che tu stia bene. A me importa soltanto di te.> delle nuove lacrime corrono veloci sul suo viso.
Le nostre labbra sempre più vicine e sempre più desiderose le une delle altre.
I nostri battiti sincronizzati, d'altronde come i nostri respiri.
Soltanto noi. Un momento tutto nostro. Mi avvicino sempre di più per baciarla e- <Mills!> Noah, Caleb e Gaten entrano nella stanza rendendosi conto di aver rovinato tutto.



Non odiatemi, ma non mi sembrava il momento giusto per un primo bacio vero.
Ci vediamo la prossima settimana con il quattordicesimo capitolo.
Lasciate una stellina⭐

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