3. Incontri

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Uscito dalla pista Todoroki aveva deciso di prendere posto su una delle panchine del bar ignorando il freddo pungente di quel pomeriggio.

Non poté dire di aver studiato serenamente, gli esercizi erano più difficili di quanto pensasse eppure erano tra i più semplici proposti dal suo libro di matematica, inoltre la frase di quel ragazzo continuava a ripetersi nella sua testa

Oggi sento di poter chiudere quel triplo axel

Toshinori aveva anche parlato di un disco di gara, quindi c'era il rischio che sarebbe stato un suo avversario.

Suo padre aveva gli elenchi dei partecipanti per categoria, se solo avesse ricordato il nome di quel ragazzo... Mi.. Me.. Midar..

«ah al diavolo» sbuffò portando una mano sui capelli scarabocchiando l'ennesimo esercizio che non riusciva
a finire.
«non è sbagliato hai solo dimenticato di mettere il meno davanti l'incognita x» Shoto sobbalzò voltandosi di scatto alla sua destra ritrovandosi davanti l'uniforme solitamente indossata dalla squadra di Toshinori, non l'aveva mai vista, ma sua padre l'aveva descritta così prima di affermare quanto fosse ridicola: un completo blu caratterizzato da strisce bianche che percorrevano sia il petto partendo dalle spalle, che le gambe partendo dall'altezza della pancia.

Era davvero quel ragazzo? O la matematica lo stava facendo impazzire?

Ma poi non indossava una felpa verde? Ok forse si era cambiato negli spogliatoi

«da quanto eri qua?» chiese brusco mettendo da parte i suoi pensieri alquanto strani, infastidito dal fatto che non si fosse minimamente accorto della sua presenza e a disagio ad essere visto in difficoltà da qualcuno.

Todoroki era cresciuto con la ferrea regola di non mostrare mai il suo lato vulnerabile alle persone, qualunque cosa fosse accaduto lui doveva mostrarsi forte, sicuro di sé e impassibile ad ogni situazione.

«non da molto, ma sembravi davvero concentrato quindi ho preferito non chiamarti un'altra volta... beh sai avevo cercato di attirare la tua attenzione a distanza ma non mi ascoltavi minimamente» finalmente Shoto decise di alzare lo sguardo incontrando quel ragazzo che fino a qualche ora fa era riuscito solo a vedere le spalle.

In una parola, curioso... forse, dura da ammettere, ma quasi tenero.

Aveva i capelli verde scuro come aveva già notato prima e occhi grandi dalle iridi del medesimo colore, il suo viso infine era costellato di lentiggini.

«ei... mi stai ascoltando?» chiese il ragazzo ridacchiando imbarazzato e come se nulla fosse successo Todoroki distolse lo sguardo senza scomporre minimamente la sua espressione seria.
«che vuoi?» chiese chiudendo il suo libro di matematica notando la squadra dell'altro abbandonare la pista, tra poco si sarebbe allenato lui, era meglio far sparire i libri di scuola, suo padre sarebbe arrivato lì a momenti.
«ecco, ho trovato questa per terra vicino alla pista, suppongo sia tua» disse arrossendo leggermente mentre porgeva al ragazzo tanto freddo una penna nera.
«ti sei addirittura disturbato di venire a portarmela? Non serviva, tra un quarto d'ora vado ad allenarmi, l'avrei trovata da solo» disse prendendola comunque facendo attenzione a non far toccare le loro dita per poi riporla infastidito nello zaino.
«uhm.. Non sembri un tipo socievole» borbottò il pattinatore, sembrava avere la sua età, il che aumentava il rischio di trovarselo nella stessa categoria in gara.
«infatti» disse portandosi lo zaino in spalla ed alzandosi dalla panchina costringendo l'altro ad allontanarsi appena.
«perché te ne stai qui tutto solo?» chiese ancora facendolo sbuffare, quanto diamine parlava?
«sto alla larga dalle persone come te» disse sorpassandolo e dirigendosi verso l'ingresso della pista.
«posso almeno sapere come ti chiami? Io sono Midoriya» disse il pattinatore seguendolo nel suo tragitto
«non ti interessa e non mi interessa» disse marcando le ultime parole.

Era così concentrato a come allontanare quel ragazzo che non aveva neppure prestato attenzione a come si chiamasse.

Maledizione, poteva essere così facile

Pensò continuando però ad allontanarsi ora che l'altro si era fermato lasciandolo andare avanti

«oh uhm... allora ciao... buon.. buon allenamento» disse forzando un sorriso senza ricevere però alcuna risposta.

«che tipo strano» borbottò Midoriya tra sé e sé decidendosi finalmente di tornare a casa non prima di aver lanciato un ultimo sguardo a quel ragazzo tanto curioso.

....

«avanti Shoto! Non è difficile maledizione, datti più spinta prima di saltare!» urlò Enji mentre il ragazzo cadeva ancora una volta sulla superficie ghiacciata
«devo fermarmi, non riesco a muovere il polso» ansimò stendendosi sulla pista e portando lo sguardo sul soffitto bianco del palazzetto
«non mi interessa cosa ti faccia male! Alzati! Ogni minuto che perdi è tempo in più per il tuo allenamento sono stato chiaro?!» il ragazzo con un mugolio si alzò da terra dandosi forza con le braccia, ma il suo polso destro tremava, era caduto così tante volte da sentire male ovunque.
«non posso forzare così un salto» disse alzandosi da terra.
«ho detto che non mi interessa, fai quel cazzo di salto» scandí bene ogni parola.

Il ragazzo ringhiò tornando a pattinare

«dopo inizierai a provare il disco* di gara»

Mentre Enji continuava a guardare suo figlio non si era accorto minimamente della presenza alla sue spalle e Shoto era troppo affaticato per prestare attenzione a qualunque cosa lo circondasse.

Ad attirare l'attenzione dell'uomo fu il suono di passi che adesso si stavano avvicinando alla pista, si voltò e non si preoccupò di nascondere un'espressione di puro odio.

«Toshinori» disse con una freddezza tale da far rabbrividire il figlio.
«Todoroki» rispose contrariamente con fare amichevole l'altro.

Adesso si trovavano entrambi con gli avambracci poggiati sulla superficie fredda della ringhiera mentre osservavano Shoto cadere un ennesima volta e gemere di dolore.

«dovrebbe fare una pausa» osservò Toshinori, cercando di nascondere la compassione verso quel ragazzo, dopo aver sentita la precedente conversazione con suo padre.
«conosco i limiti di mio figlio» sibilò fulminando Shoto con lo sguardo il quale decise di farsi forza e alzarsi ancora una volta da terra.
«oggi pomeriggio è venuto qui-» stava per completare la frase ma fu un bene che Enji lo interruppe
«si, voleva allenarsi fuori pista qua e non a casa» disse sbrigativo facendo accigliare Toshinori

Forse ho capito..

Pensò riportando l'attenzione sul giovane ragazzo sospirando.

«il giovane Midoriya non ha niente in più di lui, lo sai meglio di me... Ma ha tanto affetto, questo lo incoraggia a dare il meglio di sé»
«non ho bisogno delle tue dritte del cazzo, so perfettamente comportarmi da genitore e soprattutto so perfettamente di cosa ha bisogno Shoto» disse ancora serrando la mascella di fronte al figlio nuovamente dolorante per terra.
«e se non hai altro da dirmi, sei pregato di andartene» aggiunse in fine facendo sospirare l'uomo.
«si... avevo solo dimenticato le mie cuffie» disse mettendo un paio di auricolari in tasca prima di andarsene lasciando quella pista così solitaria e fredda, il cui silenzio era solo spezzato dalle continue cadute del ragazzo.

«oh giovane Shoto» sospirò uscito dalla pista prima di avviarsi verso la propria abitazione.

*Chiedo scusa alla fine del capitolo precedente ho dimenticato di specificare cosa fosse il disco di gara, si tratta delle esibizioni, coreografie, che si presentano alle gare

Scusate eventuali errori di grammatica, ma ho dovuto approfittare della pausa tra uno studio e l'altro, quindi non ho avuto molto tempo per la correzione.

Todoroki non é un esperto in relazioni sociali e sembrerebbe inoltre che Toshinori abbiamo capito la sua situazione.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate!
Grazie per essere arrivati/e fin qui, a presto! ❤️

Ice || Tododeku Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora