29. Incomprensioni

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La campanella che sanciva la fine delle lezioni scolastiche fu seguita dai numerosi studenti che lentamente iniziarono ad abbandonare l'edificio.

Todoroki era stato tra i primi ad uscire, questa volta nessuna costrizione dal padre lo stava facendo correre così verso casa, di propria iniziativa dal quel giorno avrebbe iniziato un allenamento più che intensivo sia in pista che in casa, non si fermò neppure - come ormai si stava abituando a fare - per parlare con i suoi compagni, semplicemente li salutò a distanza con un cenno della mano sbrigativo non curandosi degli sguardi straniti degli altri ragazzi.

Estrasse dallo zaino il suo telefono e fissò l'orario sul display

«dieci minuti per tornare a casa, massimo cinque minuti per mangiare, mezz'ora con la mamma e allenamento di due ore con pausa di un'ora prima di andare in pista» borbottò tra sé e sé ad un tono di voce così basso che era impossibile sentirlo.

Uscí dal cancello che si apriva sul cortile della scuola e iniziò a camminare nella strada deserta verso casa

Toshinori non si può dedicare solo a me con tutti gli atleti che deve seguire, forse dovrei seriamente chiedere aiuto a mio p-

Il flusso dei suoi pensieri fu però interrotto improvvisamente quando la voce dell'ultima persona che il ragazzo volesse incontrare in quel momento giunse alle sue orecchie

«ei Shoto» affermò con timidezza quel tono appena tremante dietro di lui.

Si voltò lentamente trovando così alle sue spalle la figura di Izuku; indossava la divisa scolastica, era ovvio fosse appena uscito anche lui da scuola

«ei» rispose trattenendo il respiro per pochi attimi non sapendo cosa dire

La verità era che non aveva il coraggio di affrontarlo, il suo intento era quello di evitarlo quanto più possibile. Infondo come avrebbe potuto reagire quel ragazzo se avesse saputo di essere stato messo da parte per una gara? Gli avrebbe dato dell'egoista, probabilmente l'avrebbe odiato e Shoto era terrorizzato all'idea che Izuku gli voltasse le spalle, l'unica persona che finora gli era rimasta sempre a fianco.

No, non aveva il coraggio di dirgli tutto, era ovvio che Midoriya fosse venuto lí per chiedere spiegazioni, poteva leggerglielo nello sguardo, i suoi occhi esprimevano insicurezza, curiosità, tristezza.

Che avesse già notato l'improvviso distacco di Shoto? Voleva spiegazioni dopo solo un giorno?

«uhm non volevo disturbarti... solo volevo essere sicuro che fosse tutto ok» disse come per giustificare la sua presenza lí, in quel momento. Se fossero state in altre circostanze quella tensione non ci sarebbe stata, ma adesso che era lí, Izuku si rendeva effettivamente conto che qualcosa in Shoto fosse cambiata improvvisamente.

Aveva notato come quelle iridi che all'apparenza non trasmettevano alcuna emozione stessero evitando le sue, impedendogli così di capire il suo stato d'animo, aveva visto come la sua mano destra stesse stringendo la bretella del suo zaino, come le sue labbra fossero serrate fino a formare una linea.

Non si era neanche reso conto di essersi perso ad osservarlo in ogni minimo dettaglio quando la sua attenzione fu nuovamente catturata dal ragazzo che si schiarí la voce

«è tutto ok» disse solo voltando lo sguardo altrove e Midoriya annuí incerto
«sei sicuro? Magari possiamo parlarne meglio dopo l'allenamento se adesso hai fretta, Shoto ti vedo davvero strano» tentò nuovamente, ma il ragazzo scuotè il capo
«Izuku sto bene - ripetè marcando ogni parola - davvero, sono il solito di sempre, sarà solo stanchezza, sai scuola, gare, tutto qui» disse solo scrollando le spalle e al che il verde annuí ancora una volta incerto
«sarà stata solo una piccola incomprensione» sorrise nervoso
«si solo questo» concordò Shoto
«uhm visto che ormai sono qui, facciamo strada insieme?» chiese e subito lo sguardo del bicolore si posò sul display del suo cellulare
«non posso, vado di fretta, devo essere a casa in cinque minuti» rispose prima di voltarsi e iniziare a camminare

Quella fu la conferma che le teorie di Izuku erano fondate.

Lo stava evitando quindi? Aveva sbagliato qualcosa?

Perché faceva così? Era davvero solo una sua impressione? Era stato così freddo, distaccato

Lo vide allontanarsi, la figura improvvisamente sfocata, non sapeva dire se per la distanza o per le lacrime che iniziavano ad offuscargli la vista.

Perché si stava chiudendo di nuovo? Perché lo stava allontanando? Cosa stava succedendo?

«a-allora ci vediamo all'allenamento» disse con voce incerta abbassando lo sguardo

Todoroki si fermò prima di voltarsi per dirgli che non ci sarebbe stato quel giorno all'allenamento di Toshinori, ma quando vide la figura del ragazzo ormai dargli le spalle per intraprendere a sguardo basso il percorso verso casa gli si strinse il cuore.

Tentennò pochi attimi fissando le sue stesse scarpe prima di tornare indietro a passo svelto, lo raggiunse in poco tempo poggiando poi una mano sulla sua spalla per fermarlo facendolo sobbalzare.

Izuku si voltò, gli occhi ancora lucidi non avevano lasciato sfuggire alcuna lacrima, ma le sue mani tremavano e la sua gola bruciava.

Sentiva quella distanza tra loro, era giunta così improvvisamente che non sapeva come comportarsi, ma non voleva perdere quel ragazzo, la sua presenza era diventata una costante nella sua vita, lo amava e averlo al suo fianco era tutto ciò che gli bastava.

Si guardarono pochi attimi, adesso l'uno di fronte all'altro, la mano di Shoto ancora poggiata sulla sua spalla e i loro sguardi finalmente incatenati.

«ti amo» disse Todoroki prima di avvicinarsi a lui e baciare le sue labbra.

Quel tono di voce, le sue dita tremanti, quella piccola frase che era sembrata una promessa in un certo senso era bastata a calmare il cuore di Midoryia che in quel momento batteva all'impazzata preda dell'ansia.

Quelle due parole gli stavano trasmettendo serenità, volevano dirgli che andava tutto bene, ma andava davvero tutto bene?

Izuku riaprí gli occhi pochi secondi dopo che non percepí più alcun calore sulle sue labbra, quando non sentí più quella mano calda sulla spalla e il respiro del ragazzo infrangersi sul suo volto.

Non ebbe il tempo di sigillare quella muta promessa con la sua risposta, e si ritrovò così fermo a guardare il ragazzo che amava allontanarsi lungo la strada.

Rimase lí finché non lo vide più e senza rendersene conto una lacrima sfuggí al suo controllo rigando lentamente la sua guancia.

«ti amo» sussurrò abbassando lo sguardo e riprendendo a camminare verso casa sua.

In parte era stato rassicurato da quelle parole, i suoi occhi mentre le diceva esprimevano solamente amore e sincerità, ma cos'era quella brutta sensazione? Perché sentiva che qualcosa non fosse più al suo posto? Dov'era finito quel tassello che completava il puzzle?

All'apparenza sembrava filare tutto per il meglio, ma era innegabile la presenza di quella distanza che si era creata tra di loro.

Catturò tra i denti il labbro inferiore cercando di convincersi che andasse tutto bene.

«è passato appena un giorno, come sono esagerato, è solo una piccola incomprensione» borbottò scuotendo il capo nel tentativo di tranquillizzarsi

Non erano passate neppure ventiquattrore, era stato esageratamente paranoico e magari prima Todoroki gli era sembrato strano solo perché non si aspettava di vederlo, sì, aveva senso.

Infondo si amavano, andava tutto bene.

«da domani tornerà tutto alla normalità, sono solo troppo paranoico» concluse rassicurando finalmente se stesso e continuando a percorrere il tragitto verso casa stavolta a cuor leggero.

Grazie per aver letto il capitolo fino a qui, spero vi sia piaciuto (non odiatemi ahahah)
A presto ❤️

Ice || Tododeku Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora