6. Cambiamenti

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Quel pomeriggio di inverno la sera era stata anticipata dalle nuvole grigie che per tutto il giorno avevano coperto il sole nella piccola cittadina di Musutafu. Le strade si potevano definire deserte, le persone quel pomeriggio avevano preferito rimanere a casa per evitare un possibile temporale, fatta eccezione dei lavoratori che ora come ora stavano facendo ritorno a casa.

Shoto come sempre era impegnato nei suoi allenamenti, ma quel giorno la situazione era totalmente diversa. Enji infatti era stato trattenuto all'agenzia dove lavorava e non aveva avuto la possibilità di esserci, come ogni giorno, in pista con il figlio.

Per Todoroki era stata una gioia immensa ricevere quel messaggio del padre che lo avvisava non sarebbe potuto venire al solito allenamento; ovviamente gli aveva fatto ricevere le direttive e le modalità da seguire, ma il figlio avrebbe svolto esattamente l'opposto quel giorno di libertà.

Infatti il giovane pattinatore si era finalmente deciso a mettere in atto ciò che pensava da un po'.

Aveva riflettuto molto sulle parole di Rei che lo incoraggiavano a prendere in mano la sua vita e aveva preso la decisione di portare in gara un disco diverso da quello progettato dal padre. Poteva rivelarsi un'impresa impossibile visto che mancavano solo due settimane alle gare, montare una nuova coreografia in così poco tempo mettendo da parte il duro lavoro di tre mesi era stupido, ma come biasimare un ragazzo che si stava stancando di vivere nell'ombra del proprio genitore?

Seduto contro la ringhiera della pista e ignorando i pantaloni ormai fradici a causa del contatto prolungato con la lastra di ghiaccio, continuava ad appuntare su uno dei suoi quaderni di scuola i passi da seguire e il percorso da lui stesso stabilito. Era difficile, certo, non si era mai occupato di un proprio disco di gara in prima persona, ma anche quello gli stava sembrando un passo in avanti verso la libertà.

Il labbro inferiore era ormai rovinato tante volte i denti lo avevano torturato, il suo viso corrucciato traspariva perfettamente la sua difficoltà nel mettere insieme così tante cose in una così breve esibizione. Non avvertiva più il freddo dovuto al contatto con la pista, la schiena piuttosto iniziava a dolere per il contatto con la ringhiera, infatti essa era un pessimo appoggio essendo composta da due tubi di metallo paralleli che determinavano il perimetro della lastra di ghiaccio, interrotti ad ogni metro di distanza da paletti perpendicolari che li sorreggevano.

«maledizione» sibilò Shoto troppo confuso dalle innumerevoli difficoltà da inserire in quella che era una bozza della sua esibizione.

La sua mano destra si posò sui capelli bianchi che in quel momento gli coprivano un occhio spingendoli verso sinistra spettinando così i suoi capelli di solito perfettamente divisi in due colori.

«studi anche in pista adesso?»

Il ragazzo sobbalzò impanicato, ma quando sollevò lo sguardo alla sua sinistra sospirò di sollievo appurando si trattasse solo di Toshinori.

Era così concentrato dai suoi appunti da non averlo sentito arrivare.

«non sto studiando» borbottò cercando di nascondere il suo quaderno

L'allenatore sorrise incrociando le braccia al petto usandole poi per sorreggersi alla ringhiera dove si poggiò.

«tuo padre?» chiese.

Non voleva affrontare quel discorso subito, soprattutto quella volta che il giovane Todoroki sembrava cosí insolitamente rilassato, ma era venuto lí quella sera per chiedere ad Enji gli elenchi delle gare che a quanto pare aveva solo lui.

«oggi non è potuto venire... sono da solo» disse Shoto tuttavia rimanendo seduto per terra fermo ad osservare distratto le sue gambe distese e i suoi pattini neri rovinati dalle cadute.
«capisco» disse Toshinori annuendo appena anche lui guardando dinnanzi a sé la pista in quel momento vuota.

Todoroki sospirò, il silenzio ormai regnava tra i due, ma senza rendersene conto fu proprio lui a romperlo andando addirittura oltre il suo orgoglio.

«per ottenere un buon punteggio in gara... cosa potrei inserire in un disco?» lo disse ad un tono di voce così basso che per un attimo l'allenatore pensò di esserselo solamente immaginato, ma quando portò lo sguardo sul giovane pattinatore notò i le sue iridi eterocromatiche puntate su di lui.
«beh... aspetta, tuo padre non ti ha già montato il disco di gara?» chiese confuso e Shoto abbassò lo sguardo catturando tra i denti il labbro inferiore.

Toshinori, dopo aver assistito ad un solo allenamento di Todoroki, aveva piú o meno intuito il rapporto tra padre e figlio e si sentiva quasi in colpa ad aver fatto una simile domanda al ragazzo.

In un certo senso stava ammirando la decisione del pattinatore, aveva visto pochi minuti fa tra i suoi appunti una bozza del percorso che il ragazzo voleva seguire e di certo non si sarebbe tirato indietro se avesse avuto bisogno di aiuto.

«due settimane sono poche per creare da zero un'esibizione non credi?» la soluzione l'aveva trovata eccome, ma voleva sentirsi dire dal ragazzo le vere motivazioni così da confermare i suoi sospetti verso Enji.
«lo so... ma... ah non so nemmeno se dovrei dirlo» borbottò alzandosi da terra e poggiandosi alla ringhiera stando alla destra dell'allenatore.

Non si guardavano negli occhi, lo sguardo di Toshinori fissava ancora la pista mentre quello di Todoroki adesso gli spalti.

«giovane Todoroki, io ti prometto che qualunque cosa mi dirai, nessuno saprà mai niente» disse fermamente convinto di voler aiutare quel ragazzo

Altri attimi di silenzio seguirono quella frase, il ragazzo stava valutando se parlare o meno, non sapeva perché, ma l'odio che cercava di trasmettergli il padre nei confronti dell'allenatore era improvvisamente sparito.

«io... non voglio seguire le orme di mio padre, ha sempre programmato la mia vita... ma a me non sta bene, voglio distinguermi da lui... voglio farmi conoscere come Shoto e non come il figlio del grande Enji Todoroki» affermò con rabbia stringendo tra le dita la fredda ringhiera di metallo.

Sobbalzò quando una mano si posò sulla sua spalla, ancora i due non si guardavano, ma comunque Toshinori stava sorridendo.

«ammiro molto la tua volontà di farti avanti rifiutando una strada spianata da tuo padre - disse voltandosi finalmente verso il ragazzo - ti aiuterò» concluse e finalmente il pattinatore incatenò i loro sguardi voltando di scatto il capo.
«lo faresti davvero?» chiese sbalordito
«mi è capitato molto raramente di incontrare qualcuno che rifiutasse una strada in discesa preferendo invece percorrere un'immensa salita con le sue sole forze, non mi sono tirato indietro quando ho incontrato il giovane Midoriya, la sua determinazione mi ha colpito sin da subito, siete più simili di quanto pensi e soprattutto siete voi il futuro di questo sport meraviglioso... quindi si, lo farei davvero... ti aiuterò con immenso piacere - sorrise e quando Shoto fece per parlare lo anticipò - e stai tranquillo, tuo padre non saprà niente»

Todoroki non seppe cosa dire, rimase immobile e con lo sguardo fisso per terra, mai gli era capitata una simile gentilezza nei suoi confronti, oh almeno, mai dopo Midoriya.

«ti aspetto domani pomeriggio all'allenamento, benvenuto in squadra giovane Shoto» sorrise Toshinori dandogli un'altra pacca affettiva sulla spalla.

Gli occhi di Todoroki brillarono di speranza a quelle parole.

«non... non so cosa dire - sussurrò facendo ridacchiare l'allenatore - grazie, grazie mille» disse con immensa sincerità
«scegli una canzone che ti piacerebbe portare in gara, domani iniziamo a montare il disco» disse prima di salutarlo con un cenno della mano ricevendo lo stesso gesto del ragazzo che continuava imperterrito a ringraziare.

Finalmente, dopo anni, la svolta.

Chiedo scusa per gli eventuali errori di grammatica che incontrate all'interno dei capitoli, ma purtroppo durante la correzione alcuni mi sfuggono, a volte è colpa soprattutto del correttore automatico, ma comunque cercherò di stare più attenta possibile
Grazie mille per aver letto il capitolo, spero vi sia piaciuto!
A presto❤️

Ice || Tododeku Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora