37. Museo D'Orsay

10.1K 300 202
                                    

GRACE'S P.O.V

Il trauma del risveglio mattutino è qualcosa che sono certa, non riuscirò mai a superare.

Il mio letto è troppo caldo, morbido e accogliente per abbandonarlo, le stelle sopra la mia testa sono una certezza troppo bella per me e se non fosse che Lucy mi aspetta, non lascerei questo letto per nessuna ragione al mondo.

Sorrido pensando al mio ultimo risveglio; le braccia di Harry intorno a me, il suo respiro fra i miei capelli, forse quello sarebbe l'unico motivo per cui, varrebbe la pena svegliarsi, affrontare lo sbalzo climatico della mia stanza e iniziare questa nuova giornata che mi porterà ad incontrare Jace.

Non ho avuto modo di dirlo a Harry, non c'è stata la situazione adatta; ero troppo presa ad eliminare le idee sbagliate che tendo a rielaborare ultimamente, per pensare di affrontare l'argomento Jace. 

Glielo dirò appena sarà possibile, magari quando già avrò parlato con Lui, avrò chiari i motivi della sua necessità impellente di vedermi e sarò finalmente in pace con me stessa; si, la mattinata con Lucy oggi, è davvero necessaria.

Mi alzo dal letto stiracchiandomi, adoro sentire lo scricchiolare delle ossa a dimostrazione del fatto che loro, sono pronte per svolgere le loro funzioni, mentre io no.

Esco dalla mia stanza e mi dirigo in cucina cercando di fare il meno rumore possibile; ieri sera abbiamo fatto tardi e Ilary non ama essere svegliata in situazioni normali, immagino in queste per così dire particolari. E' stato bello vederla parlare con Zayn; è una ragazza che ha molto da dare, forse con la cattiva abitudine di tenere tutto per se. Non so se è giusto o sbagliato farlo, preservarsi non è sempre un male, ma a volte forse, aprirsi ed esternare i propri sentimenti e le proprie idee fa bene. 

Di Erika non mi preoccupo, ha il sonno incredibilmente pesante e nemmeno un batterista che suona nella sua stessa stanza, sarebbe in grado di svegliarla, quindi il problema non si pone. Non so nemmeno a che ora sia rientrata in realtà, Niall l'ha invitata a rimanere con Lui al locale per un altri drink e Lei ovviamente ha accettato. Avrei voluto parlargli dell'esistenza di Emily prima, prima che Lei iniziasse a guardarlo con quegli occhi e prima che Lui si perdesse nel suo entusiasmo coinvolgente.

Sono felice per Lei ma il mio pensiero corre a Emily, ai suoi pensieri così simili ai miei da poter percepire indistintamente, il disagio per la situazione venutasi a creare.

Cerco di scacciare questi pensieri dalla mia testa, nella speranza che ieri sera non sia successo nulla, ma il tentativo diventa vano quando appoggiato al bancone della cucina trovo l'ultima persona che avrei pensato e voluto trovare.

Rimango ferma sulla porta, incapace di formulare una frase di senso compiuto che non comporti accuse, spero infondate. Questo è uno dei momenti in cui vorrei tanto, essere quel tipo di persona, in grado di crearsi false speranze con una tempistica di pochi secondi, ma lo sguardo che Niall finalmente mi rivolge, non aiuta.

"Buongiorno Grace" saluta accennando un sorriso.

Non trovo una motivazione valida per sorridere, per trovarmi Lui coperto soltanto da un paio di boxer, nella mia cucina.

Avanzo semplicemente, avvicinandomi alla macchinetta per il caffè che Del ci ha regalato lo scorso Natale. Devo contare fino a dieci, probabilmente basterà, Niall avrà dieci secondi a disposizione, per darmi delle spiegazioni valide.

"Avevo sete, sono venuto a prendere dell'acqua" afferma.

Non c'è più sicurezza nella sua voce, segno che, una motivazione valida, in grado di sollevarmi dalle preoccupazioni che si sono create dentro di me, probabilmente non c'è.

A kind of magicDove le storie prendono vita. Scoprilo ora