GRACE’S P.O.V:
Emozioni.
Tante, troppe, incredibili e a tratti indescrivibili. Mi mancano le parole, l’unica cosa che sento è l’adrenalina che sale. Non ha senso, non ha alcun senso ma è come se fossi rinata proprio adesso. Guardo la cupola sopra la mia testa senza riuscire a smettere, siamo solo nel parcheggio, ma è fantastico.
Il posto, il planetario, il cielo, Londra, Harry.
Mi sta guardando, posso percepire il suo sguardo su di me e so per certo che non mi controllerò ancora per molto. Sono dannatamente felice e emozionata per quello che ha appena fatto, il solo pensiero che lui ci abbia riflettuto e sia arrivato a portarmi qui oggi, è di per se straordinario. Qualcosa che nessuno prima aveva fatto per me e devo ammetterlo, mi è sempre mancato.
Ho sempre badato a me stessa, cercando di soddisfare i miei bisogni con indipendenza, fino a coltivarli e farli diventare quelle passioni che non ho ancora abbandonato e penso non abbandonerò mai. Nonostante ciò è bello vedere che qualcun altro se n’è accorto, è bello che qualcuno abbia capito senza che io abbia dovuto spiegarlo, semplicemente capendomi e assecondandomi. Harry oltre ad assecondarmi mi ha sorpreso.
Le sorprese mi hanno sempre spaventato e intimorito, ho sempre avuto la necessità di avere la situazione sotto controllo e le sorprese semplicemente non me lo permettono. Sono li, pronte dietro l’angolo, a nascondere qualcosa che non conosci e che teoricamente dovrebbe farti piacere. Senza dubbio questa è una sorpresa ben riuscita.
E’ questo che accade quando vivo una sorpresa, le emozioni che porto dentro, che nascondo e controllo con tanta attenzione, perdono la loro posizione, corrono veloci dentro di me, senza che io possa fare nulla per fermare il mio istinto. In questo caso è saltare al collo di Harry, stringerlo a me e dire Lui cose che probabilmente non avrei mai voluto dire.
“Si, ma da ieri notte ho bisogno anche di te”
Devo essere pazza, completamente andata e irrecuperabile. Lo conosco da 4 giorni, non ho mai sentito il bisogno di nessuno al mio fianco e adesso eccomi qui. Non so nemmeno se lo penso seriamente, so solo che la mia bocca ha parlato senza che io potessi pensarci prima. E’ rischioso, dannatamente rischioso comunicare a una persona la necessità e l’importanza che ha per noi stessi. Ti rendi vulnerabile, scoperta, priva di qualsiasi protezione e io non lo posso permettere.
Harry mi sta guardando, sorpreso quanto me dalle parole che hanno lasciato la mia bocca. I suoi occhi verdi sono fissi nei miei, attenti, scrutatori e indagatori. Contrariamente a quello che supponevo non si sposta, mi avvicina a se ancora di più e sulle sue labbra si apre un sorriso stupendo.
Dove l’avevano nascosto? Perché me l’hanno tenuto lontano per così tanto tempo? Non so chi è stato, e nemmeno lo voglio sapere, so solo che è stato cattivo da parte sua farmi questo torto. In realtà lui è sempre stato li, davanti a miei occhi nei programmi televisivi che non ho l’abitudine di guardare, in prima pagina su quei giornali che non ho l’abitudine di leggere e fra le note delle loro canzoni alla radio, che guarda caso, non ho proprio l’abitudine di ascoltare.
E’ tutto così strano, lui è sempre stato vicino, molto più vicino di altri nonostante praticamente non lo eravamo, invece eccoci qui.
Non ha detto nulla, credo non abbia una risposta, ma va bene così. Non se n’è andato e non si è allontanato, è semplicemente rimasto qui ed è una cosa per la quale lo ringrazierò per sempre. Odio le persone che scappano.
“Devo dedurre che la sorpresa ti sia piaciuta?”
Se possibile la sua voce è ancora più roca del solito, o semplicemente la mia mente al momento è in un’altra dimensione, quella in cui Harry è tutto ciò che ho sempre desiderato. Sa benissimo che la sorpresa mi è piaciuta, ma credo voglia un’ulteriore conferma. Non gli bastano i miei occhi che sono certa essere lucidi? Non gli bastano i miei gesti avventati e le mie parole fuori luogo per capirlo?
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A kind of magic
FanfictionAmore è tutto ciò che aumenta, allarga, arricchisce la nostra vita, verso tutte le altezze e tutte le profondità. L'amore non è un problema, come non lo è un veicolo; problematici sono soltanto il conducente, i viaggiatori e la strada. (Franz Kafka)