#capitolo 14 sei fragile

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capitolo 14 Sei fragile

EMMA'S POV
Non è vero, non so se raccontargli tutto. Ho paura che lui possa usare il mio passato per farmi del male. Io apprezzo il fatto che lui mi abbia raccontato, ma io non voglio, e poi lui non è importante per me. Però mi sentirei egoista a non farlo. Provo, in caso mi fermo, magari mi libero un po'.

"Diciamo che questi tagli mi ricordano il passato" intervengo timidamente distogliendo i miei occhi dai suoi.

"Ne vuoi parlare?" mi chiede gentilmente.

"Avevo 11 anni ed iniziai ad uscire con i miei "amici"" inizio a raccontare mimando le virgolette sull'ultima parola. Noto che lui mi prende le mani ed inizia a tracciarci delle linee invisibili per cui mi blocco per capire cosa stia facendo.

"Continua" mi sprona lui notando che mi ero bloccata a fissarlo.

"Allora...in quel gruppo capii veramente come sono le persone ora, come la cattiveria vinca su tutto, come la falsità sia la cosa che accomuna tutti, come la solitudine sia la più grande paura delle persone e soprattutto di quanto io fossi diversa da quelli che facevano parte di quel gruppo. Ho capito che la gente ti deve etichettare e mettere in un angolo. Non amano quelli diversi o complicati ed io ero una di quelli" continuo a raccotare a Brian vedendolo sempre più interessato.

"Tu che etichetta avevi? Quella dagli occhi chiari?" mi domanda strappandomi un sorriso per la sua ingenuità.

"Non proprio, di etichette ne ho avute tante, troppe, ma le più comuni erano: troia, stronza,merda,secchiona,puttanella,falsa,cagna,asociale, e tante altre etichette.Sai quale era il problema? La gente non mi ricordava come Emma ma come le mie etichette. Mi sarebbe piaciuto avere ogni tanto etichette carine. Ora non mi importa di quello che mi dice la gente,ma per una ragazzina di 11/12 anni è tosta sai? Il giudizio della gente è la tua unica preoccupazione, soprattutto se quelle persone sono i tuoi amici" gli rispondo tranquillamente.

"Cos'è successo nel gruppo?" mi chiede impaurito per la risposta che potrei dargli.

"Iniziai ad aprire gli occhi,in quel gruppo regnava la cattiveria e la falsità e io ne ero stufa. Le persone si parlavano dietro, e poi si facevano le foto insieme con tanto di commento "amore/vita mia" e io da quel gruppo ero odiata semplicemente perchè se mi stavi sul cazzo te lo dicevo, la falsità su di me non vinceva mai. Dopo un anno iniziai ad esprimere le mie opinioni su quel gruppo. Iniziai a discutere con tutti. Soffrii di bullismo e cyber-bullismo."  Continuo il racconto ancora insicura.

"Mi ritrovai sola, con mille paranoie.Iniziai a pensare che ero sbagliata. Mi attaccai molto sul mio aspetto fisico non sapendo il motivo. Mi vedevo grassa, iniziai a non mangiare, pesavo 50kg e non era tanto. Avevo 13 anni compiuti da poco, iniziai con il ridurre i pasti, mangiavo solo una volta al giorno, poi tolsi anche l'unico pasto che facevo. Iniziai a dimagrire veramente tanto, diventai scontrosa, iniziai ad amare la solitudine, mi chiudevo in stanza per tutto il giorno con le luci spente e guardavo il soffitto, la maggior parte delle volte mi addormentavo per far finire la giornata più velocemente. Ero praticamente uno scheletro che camminava. Ogni volta che le persone mi dicevano che ero dimagrita, gioivo talmente tanto fino a piangere. Riuscivo finalmente ad ottenere quello che volevo, con l'ansia del cibo mi dimenticavo del resto, esistevo finalmente solo io e la bilancia. Era però tutto sbagliato e sofferente, dall'anoressia mi ritrovai più volte a combattere con un altro mostro...l'autolesionismo. Per fermare i morsi della fame infatti mi riempivo di morsi sul braccio, cazzotti al muro, e con l'elastico per i capelli mi tiravo le schicchere sul polso ogni volta che mangiavo. Era un inferno, ed il mio girone non finiva e non finirà mai.Ne uscii da vincitrice grazie a Bea, Valeria e Cristina che mi sostenevano sempre e che credevano in me.  Capisci però che a 13 anni, conoscere e vivere tutte queste cose è stata una tortura e tutt'ora sono il mio punto debole e la mia più grande paura" finisco di raccontare continuando a tremare fino a quando Brian non si avvicina per abbracciarmi.

"Se ti stringo un altro po' ti rompi, sei fragile" mi dice vicino al mio orecchio.

"Tu sei già rotto invece"gli rispondo.

Stiamo continuando a mangiare facendo finta di niente. Abbiamo tutti e due un passato in fiamme, anche se il suo è quello peggiore, mentre io sono stata stupida a fare quelle cose, lui non ha potuto fare niente, la morte del fratello è stato l'evento che ha cambiato la sua vita.

Sentiamo un rumore da fuori la porta e subito io e Brian andiamo a controllare, ma non vediamo nessuno.

2h dopo.

"Cosa vuol dire che forse ti hanno visto?" mi rimprovera il capo.

"Ho fatto un po' di rumore,ma non mi hanno visto!" esclamo facendogli fare un sospiro.

"Sai che se ti hanno visto dobbiamo attivare il piano vero? E sarà pericoloso!" mi risponde facendomi prendere coscienza del casino che forse ho fatto.

"Lo so!" gli dico abbassando lo sguardo.

Ti odio eppure quanto ti amo...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora