Gli aveva circondato entrambi i polsi con le mani, fermandoli sui braccioli di pelle della sedia girevole. Gli occhi che scorrevano famelici, studiando ogni singolo dettaglio del suo torace, a partire dalle linee che segnavano i muscoli, risalendo ammaliati sui capezzoli turgidi, e infine su, a specchiarsi in quelle pupille, talmente dilatate da fagocitare il meraviglioso argento delle sue iridi. Lo sentì tendersi sotto le sue mani, ma abilmente gli impedì di liberarsi dalla sua presa, sorridendogli maliziosamente dal basso, mentre afferrava un cuscino dal letto per piazzarselo sotto le ginocchia. In fondo aveva intenzione di stare in quella posizione per tutto il tempo necessario e il pensiero di non potersi reggere sulle gambe dopo gli dava noia. D'altronde, per poter assecondare tutto ciò che aveva fantasticato di fare, quelle gli sarebbero servite integre.
«Ren...» lo stava supplicando, ed Eren amava essere supplicato da quelle labbra rosee e umide, martoriate continuamente dai denti. E quanto lo facevano impazzire quando si schiudevano spontaneamente ogni qualvolta avvicinava la bocca all'elastico dei suoi pantaloncini, per poi serrarsi, quando il castano si ritirava crudelmente, negandogli ciò che il compagno anelava disperatamente.
«Lee, non ti ho nemmeno sfiorato.» sussurrò cantilenante, un sopracciglio inarcato e lo sguardo fisso sull'erezione del corvino dolorosamente costretta dalla stoffa morbida. Di tutta risposta, il compagno sollevò i fianchi di scatto, impaziente e quell'unico gesto sortì l'effetto di farlo eccitare all'inverosimile. Con quale forza riuscisse ancora a trattenersi dallo spogliarsi e farsi prendere lì, su quella minuscola poltroncina malconcia, proprio non lo sapeva. Due mesi, aveva desiderato quel momento per due mesi interi, durante i quali non aveva fatto altro che toccarsi furiosamente sospirando il suo nome, nascosto nel buio della sua stanza. Ma nemmeno quello era riuscito a donargli sollievo. Come poteva accontentarsi di immaginare soltanto Levi Ackerman, quando appena sessanta giorni prima poteva averlo a qualsiasi ora e in qualsiasi posizione? E magari, proprio per sbeffeggiare quell'attesa che tanto li aveva fatti penare, aveva deciso di andarci con calma e di godersi appieno tutti i secondi a loro disposizione. Calò le labbra al centro del suo petto, posandovi un bacio casto e percependo ogni suo singolo muscolo contrarsi in risposta, dunque sollevò gli occhi nei suoi, sbattendo innocentemente le ciglia.
«Via quell'aria soddisfatta, Jaeger. – e ci provò ad essere rude, ma il bisogno sfigurò la sua voce rendendola roca e maledettamente seducente, talmente tanto che il castano ebbe un guizzò al petto, spronato più che mai a continuare esattamente in quel modo. – Lo sai che dopo me la paghi, non è vero?» certo che lo sapeva e se il suo ragazzo credeva davvero che quelle parole potessero risuonare come una sorta di minaccia alle sue orecchie, allora non lo conosceva affatto.
«Non aspetto altro.» rispose immediatamente, inumidendosi le labbra con la lingua, conscio di quanto quell'azione facesse defluire il sangue del compagno dal cervello direttamente all'inguine. Sedurlo era sempre stato il suo gioco preferito, la consapevolezza di poter mandare in frantumi quella maschera d'apatia che si ostinava ad indossare quotidianamente, semplicemente con un gesto o una parola, era adrenalina pura. Aveva scoperto, con il tempo, che nulla lo mandava in fibrillazione quanto il vedere Levi stravolto per le sue attenzioni. Trarre piacere dal piacere del proprio partner: non esisteva nulla di più appagante.
«Ti stai divertendo un mondo, non è vero?» chiese, prendendo un respiro profondo e reclinando il capo all'indietro, fino a toccare lo schienale con la nuca. Ed Eren lo osservò minuziosamente, rapito come non mai, imprimendo nella memoria ogni singolo particolare di quel corpo con il quale non avrebbe potuto competere nessun altro. E quanto era gratificante essere certi che per la controparte fosse lo stesso, sapere che quei meravigliosi occhi color ghiaccio, vedevano solo ed unicamente lui.
«A vederti contorcere per nessun motivo apparente? – ridacchiò dolcemente, carezzando con entrambi i pollici gli interni dei polsi. – Assolutamente sì, Lee.» d'altronde, che senso avrebbe avuto negare un'evidenza così lampante? A Levi sarebbe bastato calare di poco lo sguardo per scorgere quanto la sua intimità riversasse nelle medesime condizione. Il tutto unicamente perché finalmente avevano potuto rivedersi.
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This side of Paradise [Ereri/Riren Os]
Hayran Kurgu"L'amore non dà nulla fuorché sé stesso e non coglie nulla se non da sé stesso. L'amore non possiede, né vorrebbe essere posseduto poiché l'amore basta all'amore." (Khalil Gibran) Raccolta di OS incentrate su Eren e Levi. Buona lettura a tutti!