35 ~ Oblio

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Coruscant, appartamento di Padmé Amidala, qualche tempo prima

Padmé osservò attentamente la schiena scoperta dell'ex Sith e non ci mise molto a notare le parecchie cicatrici da bruciatura che l'uomo aveva, sia sulla schiena che sul petto.

-Ti avevo detto che non ero un bello spettacolo - dichiarò l'ex Sith riallacciandosi la tunica.

-Lo so, ma la maglia te l'ho tolta io. Volevo Vedere cosa ti aveva fatto - dichiarò la senatrice, senza perdersi un movimento di lui.

Anakin finí di chiudersi la tunica girandosi di nuovo verso di lei.

Era stato bello tenerla tra le braccia ancora un'ultima volta, Padmé era uno scricciolo in confronto a lui, tanto che la senatrice spariva quando la abbracciava.

-Sono brutti ricordi, ogni cicatrice rappresenta un mio peccato, nonostante la Forza mi abbia ridato il corpo e il vigore che avrei avuto a trent'anni se non fossi caduto nella lava di Mustafar, ha voluto lasciarmi impressi sulla pelle tutti i miei crimini. A partire da questa - l'uomo si sbottonò di nuovo la tunica e si tolse la maglia che portava sotto, mostrando la cicatrice che divideva in due il pettorale sinistro, all'altezza del cuore.

-La Forza ha fatto questo? - domandò Padmé sfiorando quel taglio.

-Ci vuole sempre una punizione quando si fanno errori e io ne ho fatti troppi per passare inosservato. - rispose Anakin.

-Anche se la punizione potrebbe essere sbagliata? -

Anakin la guardò intensamente, come non accadeva da anni.

Da quando l'aveva persa.

-La punizione di solito è commensurata ai crimini commessi. Ed è ora che gli Jedi capiscano che ogni azione porta con sé delle conseguenze, che a loro piaccia o no. Io porto già i miei errori stampati sulla pelle, questo mi basta.

Padmé gli si avvicinò di nuovo e lui accennò un sorriso.

-Voglio aiutarti.

-Lo stai già facendo, stando vicino ad Anakin - l'ex Sith le accarezzò il viso angelico.

-È questo che ti chiedo, di stare vicino ad Anakin, se lui cerca di allontanarti, lo fa per proteggerti, ma tu non glielo permettere. Sei una donna straordinaria.

Padmé notò la nota triste e rassegnata che vi era nella voce del suo sposo.

-Parli come se sapessi che non tornerai da questa guerra - dichiarò Padmé preoccupata, afferrando la mano che lui le aveva appoggiato sul viso.

-Perché è ciò che avverrà - rispose Anakin.

-No, no, no, non lo permetterò. Non può succedere, deve esserci una soluzione! Non posso perderti, non di nuovo! - la donna gli si avvicinò ancora di più.

Anakin sorrise stanco.

-Non c'è soluzione, angelo mio, il mio destino è questo, non svanirò per sempre, le nostre linee temporali si sovrapporranno e tutti il dolore che vedi impresso sulla mia pelle non sarà mai successo. Non mi perderai. Dovrebbero legarmi per tenermi lontano da te- affermò l'ex Sith.

-Io non permetterò che succeda, non puoi sacrificarti per tutti! - Padmé affondò la testa nel petto di lui cercando di trattenere le lacrime.

Anakin la strinse forte.

-Padmé, è giusto così. Non svanirò per sempre, io e Anakin saremmo effettivamente la stessa persona. Due anime della stessa persona. Perché di una cosa sono certo, non posso renderti infelice.

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