Mortis, santuario dei Guardiani della Forza, qualche tempo prima
Il freddo gli penetrava nelle ossa. Anakin aprí gli occhi e si stupí non poco nel rendersi conto di essere tornato al santuario dei Guardiani della Forza su Mortis.
-Bentornato, Prescelto - affermò una voce femminile che Anakin riconobbe come quella della Figlia.
La ragazza, circondata da un alone luminoso lo osservava con un leggero sorriso.
-Cosa ci faccio qui? - chiese l'ex Sith.
-Ti abbiamo chiamato noi - rispose una voce maschile, quella del Figlio.
Anakin sentí un brivido freddo corrergli lungo la schiena.
Aveva già avuto a che fare con il Figlio, quando era ancora un Jedi e non ci teneva a riprtere l'esperienza.
-Perché?
-Perché ancora una volta hai fatto di testa tua - dichiarò la voce profonda del Padre.
Anakin sbuffò mentre il Padre lo raggiungeva.
-Avevi un solo compito, proteggere il giovane Anakin, restando nell'ombra, non dovevi rivelare tutto! - lo rimproverò il Padre, facendo frusciare la lunga barba candida.
-Hai finito? - chiese l'uomo alzandosi in piedi e voltando le spalle ai tre Guardiani.
-Anakin non puoi continuare a fare quello che vuoi. Ti ho dato delle indicazioni prima di partire, dovevi attenerti a quelle. Non dovevi avvicinarti a, Padmé Amidala! Lo capisci o no che è colpa sua se sei passato al Lato Oscuro. Lei ti ha avvelenato. - dichiarò ancora il Padre.
L'ex Sith si girò velocemente verso il Guardiano e lo guardò con i suoi penetranti occhi azzurri, accesi di rabbia.
A quella vista il Figlio ridacchiò. La rabbia del Prescelto alimentava il suo oscuro potere.
Ma Anakin non aveva intenzione di alimentare il potere del Figlio.
-Padre! Non osare mai più dire una cosa del genere! - affermò il Prescelto.
-Accidenti come ti arrabbi! Cosa c'è la verità su quella donna ti da davvero così fastidio? - lo provocò il Figlio.
Anakin sapeva di non poter raccogliere la provocazione, ma voleva mettere fine una volta per tutte a quella disputa.
-Questo è quello che dite voi.
-No, Anakin, questa è la verità. Possibile che tu sia l'unico a non vederla? Dobbiamo impedire che tu e Padmé vi riuniate. Quella umana ha già causato troppi danni - replicò il Padre.
-Sono stufo marcio di sentirmi dire cosa posso e non posso fare! Cosa vi dà più fastidio, il fatto che una mortale abbia più potere su di me che voi? O il fatto che ho sempre fatto quello che ritenevo opportuno? - ringhiò l'ex Sith.
-Adesso basta smettetela! - intervenne a quel punto la Figlia.
-Padre, non abbiamo alcun diritto di giudicare il Prescelto! Egli è nato dalla Forza stessa e a noi, come ai Jedi non è concesso sapere cosa sia giusto. Quindi, fare quello che abbiamo fatto non è corretto da parte nostra nei suoi confronti. Anakin ha ragione, dobbiamo smettere di giudicarlo - l'alone che circondava la Figlia brillava ancora di più, come a dare enfasi a quelle parole.
-Posso sapere per quale motivo c'è l'avete così tanto con Padmé? - chiese Anakin sedendosi a terra.
-Tu non ti rendi conto di quello che quella donna è. Le hai donato molto di più di te stesso quando avete...ehm - il Padre non sapeva come finire la frase.

STAI LEGGENDO
Il Vento del Destino
FanfictionE se dopo la sua morte Anakin Skywalker fosse rimandato indietro nel tempo, insieme ai suoi figli, nel momento esatto in cui aveva deciso di passare al lato oscuro? Come si evolverà il rapporto tra Anakin e Leia? La principessa riuscirà a vedere olt...