21 ~C'è qualcosa nei suoi occhi

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Coruscant, appartamento di Padmé Amidala , qualche tempo prima

Quella stessa sera Anakin e Padmé si ritrovarono sul balcone dell'appartamento della senatrice con lo Jedi che si limitava ad osservare la moglie intenta a spazzolarsi i capelli color ebano.

-Ani, voglio che nostro figlio nasca su Naboo, nella regione dei laghi dove nessuno saprà, dove saremo al sicuro -

Anakin accennò un sorriso, il peso della loro relazione segreta iniziava a essere insostenibile, forse James aveva ragione, forse avrebbe dovuto lasciare l'ordine Jedi e vivere la sua vita con Padmé libero finalmente dallo sguardo critico del consiglio.

Ma se avesse lasciato gli Jedi avrebbe deluso Obi-Wan.

-Ani, stai bene? - Padmé aveva riposto la spazzola e si era avvicinata.

-Tranquilla, sto bene - rispose lui accennando un sorriso per poi sfiorare il viso della moglie.

-Mi sei mancata -

-Anche tu. A volte vorrei impedirti di partire, la guerra potrebbe strapparti dalle mie dita in un attimo, quando non ci sei io... - la senatrice non riuscì a terminare la frase, limitandosi ad affondare la testa nel petto del marito.

Anakin la abbracciò stando attento a non stringerla troppo, il pancione dovuto alla gravidanza era già evidente e lo Jedi si sentiva in colpa di non essere stato presente nei primi periodi di quel momento delicato.

Padmé era una donna forte e risoluta, ma mandare avanti una gravidanza da sola, per di più con l'onere di tenerla nascosta non doveva essere stato semplice.

-Mi sento in colpa per averti lasciata sola, io...

Padmé gli poggiò un dito sulle labbra zittendolo dolcemente.

-Non sentirti in colpa, tu non c'entri, abbiamo sempre messo il dovere prima di tutto - dichiarò Padmé.

-Vero, forse, a volte dovremmo mettere noi stessi prima di tutto. - sospirò Anakin.

-Già, forse dovremmo prendere a due mani il nostro matrimonio, uscire allo scoperto e andare su Naboo, dove potremmo essere noi stessi, senza nasconderci - rincarò la dose Padmé ed Anakin, da una parte, fu felice di vedere che anche sua moglie aveva avuto il suo stesso pensiero.

Come a dare ragione alla sua mamma il bambino tirò un forte calcio.

Padmé sobbalzó ridendo.

-Qualcuno vuole ricordarci la sua presenza - rise la senatrice appoggiando la mano sul pancione.

Anakin rise a sua volta, era strano per lui pensare che presto sarebbe diventato padre, ma era felice per questo.

Anche se da una parte era spaventato dalla prospettiva.

A differenza di Padmé lui non aveva nessuno che potesse dargli consigli su come crescere dei figli, visto che sua madre era morta tre anni prima.

Chissà cosa avrebbe pensato di Padmé.

Secondo Anakin lei e Shmi sarebbero andate davvero d'accordo.

-Io penso che sia una femmina- sorrise Anakin, scacciando I brutti pensieri e poggiando la mano umana sul pancione della moglie.

Il bambino o la bambina si mosse nella pancia di Padmé fino ad arrivare all'altezza della mano di Anakin.

Lo Jedi sorrise mentre Padmé si accarezzava la pancia.

-Cosa ti fa pensare che sarà una femmina? Io dico che è maschio - dichiarò la senatrice.

-Per la forza del calcio, i maschi sono più calmi, mia madre mi raccontava che io non calciavo mai, a parte quando lei aveva qualcosa - affermò Anakin sorridendo per quel ricordo di infanzia.

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