Chains~
You got me in chains,
but I wouldn't change.
__________________________Odio questa sensazione.
Le sirene, la testa pesante, un dolore lancinante al piede e le manette che mi congelano i polsi.Come se stessi rivivendo gli stessi avvenimenti di dieci anni fa.
Come se stessi facendo un grande salto nel passato.Non riesco a concentrarmi su nulla di preciso, che sia un agente, Yoongi o il sangue che cola lungo la mia scarpa, bucata come la mia pelle; tutto mi appare sfuocato.
Il dolore si mischia con la rabbia ed il rancore, appesantendomi il capo e le palpebre.
Sento le tempie pulsare a ritmo col mio cuore; sempre più debole data la grossa perdita di sangue.E non vedo più nulla.
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Quando, finalmente, riesco a riaprire gli occhi, mi ritrovo in una stanza completamente bianca.
La porta, il letto sul quale sono sdraiato, la sedia nell'angolo; persino le persiane alla finestra sono bianche.Quello che vuole suggerire questa stanza è un'aurea asettica, pura ed igienica.
Ma appena noto le macchie di muffa lungo gli spigoli delle pareti e le gambe graffiate e non rassicuranti della sedia bianca; nemmeno il classico odore da ospedale riesce a cancellare l'espressione disgustata che deforma il mio viso."Signore, signore mi sente?" Mi sforzo di girare il capo, posando gli occhi su un giovane medico.
La sua figura è perfettamente eretta, slanciata dal camice pallido e resa quasi troppo seria, per la sua età, dal taglio composto e monotono che lo castiga.
Ma in una sala così vecchia e logora, persino la sua bella tunica bianca mi appare lercia.Sposto lo sguardo dal dottore ai piedi del letto e, senza aspettare spiegazioni da parte sua, sollevo la pesante coperta per ritrovarmi con un piede ingessato.
"Vede, signore...."
"Mi faccia indovinare!" Tronco sul nascere il suo bel discorso da neolaureato.
"La pallottola mi ha lacerato un tendine, il processo di guarigione sarà lungo e non riacquisterò mai completamente la mobilità?" Domando acidamente, mentre la mia mente ripercorre l'ennesimo brutto ricordo.Il medico non risponde, fissandomi sbigottito e limitandosi a deglutire rumorosamente.
Solo in un secondo momento, mi rendo conto di avere entrambi i polsi costretti ai bordi del letto, tenuti fermi da due paia di manette.
Non posso trattenere un sospiro pesante."Bhe, che aspetti. Va a chiamarli!" Torno a fissare il ragazzo avvolto dal camice, sapendo benissimo che, dopo aver controllato la mia situazione sanitaria, la procedura gli impone di chiamare i poliziotti che staranno, probabilmente, aspettando al di là della porta.
Di fatti, dopo nemmeno un minuto, due agenti fanno irruzione nella stanza, fermandosi ai piedi del mio letto.
Il più alto, che dimostra una cinquantina d'anni, mi scruta con disgusto, tramite i suoi occhialini rotondi; contorcendo continuamente la bocca, parzialmente nascosta da un paio di baffi.
L'altro, mi da la stessa idea che mi ha dato il dottore; un giovane che è appena uscito dalla scuola di polizia. Il suo sguardo, però, è più duro di quello del suo collega.Conosco già molto bene la procedura ma, dal momento che ne va del mio futuro, forse potrei cercare di essere accomodante con loro.
"Come ti chiami?" Domanda il più anziano, quasi sputando le parole.
"Lee So-hyung." Rispondo seccamente, ma con sicurezza.
"Rovista nei vestiti che aveva quando è arrivato." Si rivolge al più giovane.
"Controlla la sua identità."
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Vengeful God [Yoonmin]
FanfictionYoonmin [In corso d'opera] "Quando Dio camminava sui cieli, spargendo la simpatia e l'originalità sul mondo; tu eri rannicchiato in un angolo con il broncio?" Ribatto divertito, notando come le sue labbra si curvino subito in un ghigno. "Dio?...Che...