06.

29 3 0
                                    

Bam si aspettava una reazione drammatica che, stranamente per lui, non arrivò. La ragazza lo stava osservando con un'aria serena, anzi, mostrò un sorriso di compassione e gli poggiò delicatamente una mano sulla spalla.
"E allora? Perché non glielo dici semplicemente? È così bello essere innamorati, no?" Per la prima volta, Bam si mostrò rosso in viso. Non aveva pensato a Win come una persona di cui potersi innamorare, o almeno non per ora. Gli tornò in mente la faccia di Zaid, ed il rossore dovuto all'imbarazzo, tramutò in rabbia.
"Per colpa di quel pezzo di merda di Zaid. Sta complottando tutto alle mie spalle da quando..." Kat si avvicinò curiosa, in quanto leader del gruppo avrebbe voluto sapere più cose possibili dei suoi stessi membri. Bam prese un'enorme respiro che lasciò spazio allo scoop.
"Da quando l'anno scorso l'ho rifiutato, dicendogli che non ero interessato ai ragazzi." La ragazza spalancò gli occhi e adesso molte cose le apparivano più chiare: Zaid stava architettando una vendetta personale.
"Quindi, deduco che lui abbia notato che tra te e Win c'è un interesse, giusto?" Lui annuì, ammettendo che glielo confessò stupidamente qualche giorno fa. La ragazza si voltò per ammirare il campo da rugby, era veramente vasto ed emanava un senso di tranquillità, ora comprendeva perché Win passava qui le sue giornate a dipingere.
"E vuoi dargliela vinta?" Il ragazzo voltò il capo verso di lei, che fece lo stesso dopo qualche secondo. "Ti dò il parere di ragazza che tutto sa e tutto osserva: ci sta provando con Win."
Bam si voltò lentamente verso il campo e portò le sue mani nei suoi corti capelli ed imprecò. Come faceva a non essersene accorto prima d'ora? Si guardò poi le mani ansimando; pensava che Zaid la stesse facendo franca sotto i suoi occhi. Entrambi si voltarono verso l'altro e, come se si fossero letti nella mente, annuirono lentamente.
"Si, ti darò una mano con Win. Non preoccuparti." Il ragazzo sorrise ma si contenne dall'esprimere gioia, non era molto bravo in queste cose e Kat, notandolo, appoggiò la testa sulla sua spalla. Era contenta di esser riuscita a sistemare la situazione, la voragine nel suo stomaco si era ridimensionata non appena finì di parlare con il ragazzo.
"Andrà bene. Adesso devo andare ma vedi di non attaccare bottone con Zaid se avete gli allenamenti, potrebbe non giocare a tuo favore." Entrambi annuirono e si salutarono con un gesto della mano. Bam strinse i pugni ed improvvisamente pensò che forse aveva ammaccato gli armadietti, dunque corse via prima che qualcuno potesse vederlo sul campo.

Con l'avvenire dell'indomani, Milo stava passeggiando tranquillamente per i corridoi della facoltà di musica quando ricevette un messaggio da parte del padre, chiedendogli come stessero andando le lezioni. Ignorò il messaggio con sdegno, non voleva parlare con lui riguardo l'università, anzi, non voleva parlare con lui. Senza prestare attenzione a dove stesse andando, si imbatté in Jae. Il chitarrista della band rivale lo riconobbe e con fare attezzoso lo guardò dalla testa ai piedi.
"Cosa hai da guardare?" Chiese Milo infastidito.
"Sto aspettando che ti scusi per avermi urtato." Milo scoppiò a ridere. Non riusciva a credere che Jae intendesse sul serio, a tal punto che si avvicinò infastidito.
"Cosa ti ridi?" Improvvisamente il volto divertito di Milo si tramutò in un ghigno di sfida.
"Le battute che fai, fanno ridere." Jae annuì con la testa fingendo una risata per poi avvicinarsi a Milo scontrandosi con il suo petto. Le persone intorno a loro due iniziarono ad uscire lentamente dall'enorme corridoio dove si stava svolgendo la discussione.
"Adesso sei tu che dovresti chiedermi scusa." Jae mostrò un altro sorriso ironico poco prima di lasciar cadere il suo zaino. Scosse la testa, facendo intuire che non ci sarebbe stata nessuna scusa da parte sua. Milo gli afferrò il colletto della camicia e lo portò a qualche centrimetro dal suo volto, entrambi si stavano scambiando sguardi pieni zeppi di odio, anche Jae gli afferrò il collo della camicia, strattonandolo a destra e sinistra. A breve sarebbe partita sicuramente una scazzotata ma Jae spalancò improvvisamente gli occhi una volta inginocchiato a causa di una fitta di dolore proveniente dalla schiena. Si voltò e vide Leyn che l'osservava dall'alto con fare autoritario. Lei e Milo si scambiarono un sorriso reciproco, avevano capito che adesso dovevano sostenersi a vicenda.
"Jae, la prima batosta l'hai avuta ora. Ci vediamo alla giornata di beneficenza." Lo lasciarono lì, inginocchiato, mentre correvano divertiti dalla scenetta appena messa in atto.
"Tranquilla, Leyn. Che la tua batosta arriverà presto." E si alzò lentamente per dirigersi in classe.

Project U [BL]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora