I. SPENTO E DISSIPATO

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Harry si inginocchiò nella polvere di fianco al professore svenuto, cercando di dargli manforte, per quanto potesse esserne capace. Quel gesto gli parve innaturale, forzato dal rimorso e dalla gratitudine che controvoglia doveva mostrare.
Se Piton fosse stato sveglio gli avrebbe chiuso le dita attorno al collo per quella scenetta, pensò.
Lo shock di tutti fu più che evidente.
«Oh, su, Potter, levati da lì!» Madama Chips era corsa fuori dalla Sala Grande, lasciando Tony Copper, con un braccio penzolante, alle cure di una Hanna Abbott in preda al panico e all'incertezza. Harry vide il suo volto nell'attimo esatto in cui arrivò. Contratta dalla preoccupazione è dallo shock, Madama Chips estrasse la bacchetta e fece levitare il corpo di Piton sulle loro teste, con una certa fretta.
Harry e la McGranitt la seguirono lungo le scale spaccate e fino in infermeria.

«Poppy, fa' piano.» implorò la professoressa.

Piton venne adagiato supino sul materasso, con la delicatezza con cui una mamma adagerebbe un figlio addormentato sul letto.
La bacchetta della Medimaga rimase sollevata ed un bagliore roseo ne illuminò la punta che scrutava attentamente il corpo dell'uomo.
«Ha la temperatura alta» disse «ciò mi rassicura.»
Harry la guardò con fare interrogativo prendere delle fiale dalla dispensa, non riuscendo a comprendere cosa ci fosse di rassicurante nell'avere la temperatura alta.
«Aprigli la bocca!» gli ordinò sbrigativa, cogliendo Harry alla sprovvista. Il ragazzo si avvicinò a Piton, gli mise una mano sotto al mento e con l'altra gli schiacciava il naso provando a smuovere la mascella.
«Cosa stai facendo?! Così non respirerà!» gridò la McGranitt scostando Harry che arrossì.
Aveva appena ucciso Voldemort eppure si sentì un idiota in quel momento.
La professoressa schiacciò le guance di Piton con i polpastrelli rivelando la dentatura socchiusa, mentre Madama Chips stappò la prima fialetta contenente un liquido verdastro.
Un odore ligneo invase le narici di Harry che dovette tossire con prepotenza per respirare di nuovo.
La Medimaga versò quella sbobba densa tra i denti di Piton e gli massaggiò il pomo di Adamo per essere sicura che la deglutisse.
«Tienilo ancora, Minerva» disse e si avviò di corsa alla dispensa, di nuovo.
Prese la seconda fialetta che questa volta conteneva un liquido rosso come bacche di Miracolina.
«Perché usi l'estratto di Purvincolo?» - chiese la McGranitt, agitata.
Madama Chips stappò la fiala e versò il liquido rosso nella bocca di Piton. Appena esso entrò in contatto con l'aria si fece trasparente e brillante ed emanò un forte odore di pesce.
«È stato avvelenato.» sospirò.
Quelle parole non colpirono Harry quanto, invece, fecero con la McGranitt.
L'aveva vista, Nagini, mordergli il collo e aveva visto il suo sguardo spegnersi.
Sobbalzò quando ripensò a Silente a Kong's Cross: gli disse che il suo sacrificio per quelle persone, le aveva rese immuni a Voldemort, esattamente come era successo con il sacrificio di Lily.
Che avesse avuto successo anche con Piton?
Lo scrutò attentamente appena le due donne gli si allontanarono e non vide i segni del morso di Nagini sul collo.
Aveva perso conoscenza e lui non se n'era accorto, lasciandolo moribondo nella Stamberga Strillante. Non lo aveva aiutato e neppure avrebbe voluto farlo in quel frangente: lo odiava; credeva fosse un traditore; un Mangiamorte fedele solamente a Voldemort; un bugiardo. Era convinto che la morte fosse la punizione più equa per un uomo tanto malvagio.
Suo malgrado, dovette ricredersi ed ora lo ammirava.

«Suvvia» riprese Madama Chips mentre  versava del dittamo cocente sulle spaccature alla mano «lasciamolo riposare, dovrà espellere le tossine in circolo.»
Harry rimase lì in infermeria, imbambolato, ancora a lungo. Osservò il professore tremare e digrignare i denti. La sua fronte era imperlata di sudore. Il luccichio delle goccioline era enfatizzato dal suo pallore, più plumbeo del solito. Sorrise quando lasciò che la sua mente lo paragonasse ad una cozza.
Madama Chips inumidì uno straccio e gli asciugò la fronte con la solita premura di una madre.
«Starà bene, ragazzo mio, non preoccuparti. È inutile rimanere a ciondolare per la stanza. Va' dai tuoi amici.»
Harry serrò la mascella ed annuì. Fu sollevato da quelle parole di congedo della Professoressa McGranitt: erano il permesso tacito per non provare compassione.
Piton era madido di sudore e aveva le palpebre gonfie e umide, ma Madama Chips aveva un'espressione rilassata e questo gli bastò per convincersi che il suo ciondolare sarebbe stato solamente un altro motivo di ansia per la Medimaga.

IL LEONE E LA SERPE - SNARRYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora