V. L'ALTRO ORDINE

597 36 16
                                    


Erano ormai due settimane che Fred e George uscivano presto la mattina per recarsi oltre la collinetta scura che divideva Ottery St Catchpole dalla località di Winnatog. Era lì che abitava zia Muriel ed era lì, nel suo giardino fangoso, che i gemelli avrebbero passato le loro seguenti mattinate.
Lo "scherzo innocente"- come lo avevano definito - tirato a zia Muriel, la rese, se possibile, ancora più irascibile di quanto non fosse e sicuramente più risoluta che mai nell'escluderli dal suo testamento.
Fu il buon senso della Signora Weasley ad imporre a Fred e George un minimo di risentimento. E così, ogni mattina di luglio, i gemelli si sarebbero presi cura delle ortensie e dei gerani nel giardino del piccolo Cottage oltre Stoatshead Hill.
Tutto poteva far pensare ad una riguadagnata quiete: l'unico problema  riscontrato dai gemelli, nel rendere quei servizi - oltre la nauseabonda puzza di ospizio che emanava la casupola - era la durissima riluttanza di zia Muriel nel comprendere la sottile linea che divideva il concetto di "giardiniere" da quello di "schiavo".
Fu con la calma del trascorrere dei giorni che i gemelli Weasley si ritrovarono dal potate le cime pericolanti dei faggi, a limare le unghie ingiallite dei piedi della vecchia zia.

E fu sempre con la calma del trascorrere dei giorni che Hermione Granger arrivò alla Tana.
Aveva trascorso buona parte dei due mesi di vacanze alla ricerca dei suoi genitori, obliviati l'estate precedente. Avevano cominciato a vivere in un paesino del Queensland in Australia, dove avevano poi avviato una piccola attività chiamata "La Pasta Dentifricia".
Hermione era riuscita a far riacquistare la memoria ai Signori Granger e aveva fatto ritorno nella Londra Babbana, trascorrendo le ultime settimane di luglio con i genitori, che continuavano a chiedersi cosa fosse saltato loro in mente nel voler aprire un chioschetto ambulante di gelati e granite.
Poche ore più tardi, la mano nodosa, che aveva strizzato le budella di Harry, tornò a percuotergli lo stomaco non appena vide Ginny Weasley, molto abbronzata, uscire dal camino della sala da pranzo.

Durante gli ultimi giorni di luglio, l'afa e la noia formavano un combinato disposto alienante. Il sole continuava a picchiare sulle finestre vetrate della Tana che, sebbene aperte, non lasciavano fluire la minima bava di vento.
Nonostante ciò, la signora Weasley si dava un gran daffare in cucina e Harry non era mai stato così in pena per lei, che continuava a rigirare un impasto zuccherino con la bacchetta e a pelare le patate nel lavandino.
Alla vigilia del suo compleanno, Harry sentiva un gran debito pesargli sulle spalle e quando fece per aiutare la Signora Weasley, lei lo congedò con una amorevole fermezza, tale da farlo pervadere da una gratitudine fortemente colpevole che venne distratta poco dopo dalla voce del signor Weasley che annunciava:
«Posta da scuola
Le lettere da Hogwarts tardarono terribilmente quell'anno, ma per Harry sarebbero state il regalo più gradito che potesse ricevere.
Due gufi appollaiati sulla finestra portavano nei becchi tre buste giallognole identiche, che Percy allungò a Ron, Hermione e a Ginny (che si ritirò nella sua stanza).
Per un fugace attimo, Harry si aspettò di vedere una civetta delle nevi entrare dalla finestra che dava sul cortile... ma Edvige non entrò mai.
«Non disperare, Harry!» lo raggiunse la voce del signor Weasley che sorseggiava il tè «la tua residenza ora è a Grimmauld Place. La tua lettera sarà lì.»
Harry sentì la sua espressione rilassarsi e un senso di inettitudine abbandonare il suo petto.
Grimmauld Place numero dodici...
Doveva sicuramente essere stata recapitata lì: non avendo più la Traccia, sarebbe stato impossibile per il nuovo preside ricondurlo ad un'ubicazione certa.
Il nuovo preside...
D'un tratto, gli parve come impossibile fingere indifferenza davanti ai fogli che Ron ed Hermione leggevano; sentì il bisogno di guardare, come se il riflesso della lettera negli occhi di Ron ne rendesse leggibili le parole.
Il sorriso di Ron si increspò e uno sguardo rivolto ad Hermione rivelò un'espressione sbigottita. Entrambi fissavano l'estremo punto in basso a destra del foglio giallo, dove Harry sapeva esserci la firma del mittente.
Possibile che...?
«La McGranitt, Harry!» Hermione gli consegnò il foglio - strappato sul lato del sigillo in ceralacca rosso - sul quale la professoressa McGranitt aveva apposto la sua firma e una causale che recitava:
I Dodici Membri del Consiglio annettono Minerva McGranitt alla carica di Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

IL LEONE E LA SERPE - SNARRYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora