III. IL DISCORSO

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Harry le corse incontro appena si accorse del cappello a punta che spiccava tra la folla.

«Professoressa! Allora? Come sta?»
Lo sguardo succube della McGranitt fece tremare Harry per un attimo.
«Sta bene, Potter, è sveglio.»
«Bene, allora andrò a parlargli.»
Così fece per andarsene, ma la professoressa gli si aggrappò alla spalla e il ragazzo si voltò preso ancora dall'inerzia del movimento «Non credo sia il caso, Potter» disse «Madama Chips non te lo permetterebbe e... be'... il Professor Piton preferisce rimanere solo, per il momento.»

«PITON?!» si intromise Ron con gli occhi sbarrati «Per la barba di Merlino! Lo davo per schiattato!»
Hermione gli rivolse uno sguardo dispregiativo e Ron la guardò mortificato, come se si fosse appena risentito nella sua eco e avesse realizzato il senso di quelle parole.

«Perdoni l'indelicatezza di Ronald, professoressa» disse «ma, effettivamente credevamo che il professor Piton fosse... be', sì... che fosse morto

La McGranitt sorrise debolmente.
«Lo credavamo tutti, Signorina Granger. Non c'è nulla da rimproverare al Signor. Weasley.»
Fece scorrere lo sguardo su tutti i presenti che erano rimasti senza parole; notò ed ignorò volutamente Mundungus Fletcher steso supino sul pavimento con il naso paonazzo
«Comunque...» continuò «sono scesa qui per esortarvi a prendere posto nei vostri sacchi a pelo, per chi volesse rimanere; altrimenti, credo possiate tornare alle vostre abitazioni.»

Agitò la bacchetta sulla testa e la
Sala Grande si ghermì di sacchi a pelo viola disposti ordinatamente sul pavimento sgombro.

«È sicuro uscire già da adesso?»
«Abbiamo ragione di credere che non ci sia pericolo, Signorina Granger.»

«Io rimarrò, professoressa» sospirò Harry in preda alla motivazione quasi palpabile.
La McGranitt lo guardò con fare compassionevole e strinse leggermente la bocca, ma non obiettò, sarebbe stato inutile. Augurò la buonanotte e si diresse pazientemente verso ogni gruppo di studenti presente per ripetere meccanicamente l'invito a lasciare la scuola.

Hermione parve più stupita che mai «Sapevi che Piton fosse vivo e non ce l'hai detto?»
«Ci ho provato, non mi avete dato tregua!» Harry spiegò ciò che era successo qualche ora prima nel corridoio, in ogni minimo particolare.
«Pazzesco!» sbottarono Fred e George all'unisono.
«Harry, noi rimarremo con te, se vuoi.» disse Hermione dando un colpo di gomito nelle costole di Ron perché dicesse lo stesso.
«S-sì, Harry... Rimarremo con te.»

Il ragazzo cercava lo sguardo di ognuno di loro. Non pretendeva che rimanessero con lui ancora. Avrebbe parlato con Piton e poi li avrebbe raggiunti alla Tana, ma Hermione fu irremovibile.

«Verme viscido...»
Dean Thomas si era appena avvicinato a Molly e Ginny Weasley con sommo rammarico di Ron. «Ve lo dico io che intenzioni ha quello con mia sorella?»
Il disprezzo di Ron si era insinuato nello stesso Harry, che rimase a fissare i due, finché Ginny non fu attirata dalla sua insistenza e rivolse un'occhiata rapida dalla sua parte.
Il ragazzo distolse lo sguardo il prima che poté, ma di sicuro Ginny lo aveva notato.
Cosa avrebbe dovuto fare? Era stato lui a lasciarla l'anno precedente, non senza motivazione, certo; anzi, le sue ragioni erano più che valide, ma si aspettava un po' di comprensione, forse; un minimo di elasticità.

Presero posto nei sacchi a pelo sotto lo sconfinato soffitto della Sala Grande. La stanchezza lo attanagliava ed era così potente che non appena gli occhi si chiudevano, un cerchio doloroso gli strizzava la testa.
Si svegliò a causa del russare di Ron.
Si alzò intontito e a giudicare da ciò che vedeva, chiunque era sfinito. Chiunque dormisse sul pavimento somigliava ad un cadavere inerme.
La capienza della Sala pareva triplicata.
Persino quel viscido di Mundungus Fletcher era sparito.
Lupin e Tonks erano tornati a casa da Teddy e i Weasley avevano fatto lo stesso, accompagnando Luna Lovegood da Xenophilius.

IL LEONE E LA SERPE - SNARRYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora