"Il principio di guarigione è la conoscenza del male"

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«Mi raccomando, non essere troppo disponibile» dissi a Giulia.
«Perché?»
«I miei amici sono un po'... superficiali: se una ragazza è carina con loro o parla di determinati argomenti, penseranno che abbia dell'interesse... e che riusciranno a portarsela a letto.»
«Insomma... se sono troppo gentile o parlo di cose sconce, crederanno che io voglia scopare con uno di loro... giusto?»
«Esatto.»
«Beh... se fra i tuoi amici c'è qualche ragazzo carino, non vedo quale sia il problema. Inoltre, come le persone interpretano quello che dico o faccio, non è affar mio».
«Non reputo necessario esibire la tua voglia di scopare a tutti quanti».
«Dovresti sapere che se una donna parla di sesso con un uomo, è sicuro che non vuole portarselo a letto. Una donna il sesso lo fa e basta.»
«Fa come vuoi, non m'interessa.»
Eravamo davanti al cancello della casa di Christian.
Io e Damiano avevamo gli stessi vestiti di qualche ora fa, indossati per andare a casa di Giulia, mentre lei si era messa una gonna corta e degli anfibi di pelle neri; sopra, indossava una felpa dello stesso colore, probabilmente presa da suo padre, dato che le stava molto larga. La sua frangetta e i capelli lisci, in aggiunta alla matita nera sotto gli occhi, le mettevano in risalto il viso, facendola sembrare davvero carina.
Feci uno squillo a Christian, e poco dopo, scese insieme a Marco e Simone, i quali erano arrivati prima di noi. Si presentarono a Giulia, salutandola con un bacio sulla guancia; lei fece lo stesso.
«Hai portato le chiavi della macchina, Chri? Nella mia non ci stiamo tutti...»
«Vado con il motorino di Simone, non dobbiamo andare molto lontano.»
«Bene, andiamo.»
Aprii la portiera anteriore a Giulia, ma Marco si avvicinò a noi.
«Ehm, scusa... mi faresti mettere davanti?» chiese.
«Va bene...» rispose lei a voce bassa, timidamente.
«Marco, non soffri di nessun problema d'auto... fa sedere lei» dissi io.
«L'hai sentita? Ha detto che per lei va bene.»

Coglione, deve sentirsi superiore agli altri in ogni situazione, anche se si tratta di un posto d'auto.

Trovato il posto in cui parcheggiare e dato qualche spicciolo al posteggiatore abusivo (Di notte si trovano ad ogni angolo) andammo a prendere i panini e le birre che avevamo prenotato; dopodiché, ci sedemmo ad un tavolo.
I ragazzi, Marco compreso, prestarono attenzione a Giulia per tutto il tempo.
Avendo parlato di svariati argomenti e acquisito un po' di confidenza, successe ciò che mi aspettavo: cominciarono a farle domande più intime.
«Ma tu... ingoi o sputi?» chiese Simone, con aria alquanto interessata.
«Sono ancora vergine. Ma sicuramente, ingoierò, se la persona interessata lo preferisce. Penso sia giusto, è una forma di altruismo e rispetto... per questo non la darei mai ad uno a cui fa schifo leccarla.»
Tutti scoppiarono a ridere, tranne io e mio fratello, a cui l'argomento non interessava minimamente.
L'allenamento mi aveva distrutto, sarebbe stato meglio rimanere a casa.
«Io proprio non ti capisco, sembri una ragazza così timida... eppure, quando parli di questo argomento, sei proprio sfacciata» dichiarò Marco.
«Parlarne mi piace perché ne sono appassionata, amo il sesso in qualsiasi forma possibile, anche la più bizzarra. È una cosa normalissima, siete voi a non essere abituati a parlarne con una ragazza; se fosse stato un maschio a farlo, non ci avreste fatto caso.»
«Si, ma... non ti interessa minimamente avere una relazione? O innamorarti?» chiese Christian passandole la birra.
«Per niente. Forse perchè non ho mai visto i miei genitori amarsi, ma non sono mai stata interessata ad avere qualcuno che mi voglia; infatti, anche da bambina non sopportavo guardare i film della Disney. Quei finali scontati, quel "e vissero per sempre felici e contenti"... niente di più surreale.» rispose, mentre beveva un sorso di birra.
«Mi dispiace per i tuoi... magari, se lo dimostrano in modo diverso. Comunque, non riesco a crederci. Non hai mai amato? Non ti piace l'idea che qualcuno ti apprezzi non solo per il tuo corpo, ma anche per ciò che sei?» chiese Marco.
«No. Ho letto un sacco di libri, visto migliaia di film e ascoltato non so quante canzoni sull'amore. Ma sento come se, almeno in questo periodo storico, la gente non sappia realmente cosa sia. Siamo talmente abituati a vederlo e a riconoscerlo sempre allo stesso modo, che siamo convinti sia autentico, ma non lo è. L'amore che conosciamo è come se sapesse di plastica, tutto finto ed esagerato; almeno quando ho un orgasmo sono sicura che ciò che sto provando è in emozioni reale. Avete sicuramente ascoltato una canzone d'amore, no?»
«Certo» risposero tutti in coro.
«Mentre ne ascoltiamo una, i sentimenti che proviamo più comunemente sono tristezza e malinconia. Non so cosa sia l'amore, ma non può essere questo; neanche chi scrive i testi lo sa. Ci siamo dimenticati come amare, e l'abbiamo sostituito con qualcosa di diverso.»
«Continuo a non capire. Perché non provarci lo stesso? Perché non provare a scoprire cosa sia davvero?» rispose Damiano.
Giulia bevve un altro sorso.
«Perché penso sia un sentimento passeggero; che si parli di questo, della vita, di un'amicizia, del piacere durante il sesso o di qualsiasi altra cosa, niente è eterno: tutto è destinato a finire. Persino l'amore.»
«Hai ragione, anch'io l'ho sempre pensata così; anche se penso di provare qualcosa per qualche ragazza, so che un giorno finirà. In ogni coppia, ad un certo punto, o si fa finta di continuare ad amare... o si è solo abituati alla presenza dell'altro» dissi.
«Io voglio continuare a crederci; meglio illudersi che pensare di vivere in un mondo dove non esiste. Credo che non ce la farei» replicò Damiano.

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