Capitolo 3

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Ormai erano due giorni che Sirius quasi non parlava. E Remus sapeva benissimo il perché.
"Sir, ti prego. Tutte le volte che Harry parte stai zitto per una settimana. Lo sai benissimo che a Hogwarts sta bene, non puoi fare questa scena ogni anno."
Ed era vero. La prima volta che Harry aveva preso l'Hogwarts Express, era stato chiuso in camera per una settimana come un bambino capriccioso.
"Non lo so Rem, quest'anno sento che c'è qualcosa che non va.."
Remus gli si sedette di fianco, lasciando perdere per un attimo il suo libro, e gli posò una mano su una gamba.
"Che cosa intendi?"
"Non lo so. Quel suo incubo ricorrente.."
Remus poteva vedere la preoccupazione negli occhi del marito, dunque strinse la mano sulla sua coscia come per rassicurarlo.
"Tesoro, sono solo incubi."
"No Rem, non sono solo incubi. Harry non è un ragazzo come gli altri e lo sappiamo da sempre. Sapevamo che questo momento sarebbe arrivato. E non sappiamo nemmeno con precisione cosa stia succedendo e come aiutarlo."

Remus sapeva bene cosa intendeva. Sapevano che prima o poi la connessione fra Harry e Voldemort si sarebbe risvegliata, era questione di giorni da quando era risorto. Però faceva sempre paura sapere che il loro figlioccio poteva essere in pericolo.
"Dobbiamo scrivere a Silente, Remus." disse Sirius con tono grave.
"Albus ci ha detto anni fa di scrivergli solo quando la situazione si sarebbe fatta disperata. Harry non è ancora in pericolo."
"REMUS, CAZZO, NON HO INTENZIONE DI STARE AD ASPETTARE CHE LO UCCIDA PRIMA DI FARE QUALCOSA!" Sirius era balzato in piedi, aveva le lacrime agli occhi per la rabbia e stava urlando.
Nonostante ciò Remus non si scompose.
Si alzò con calma e gli prese la mano con delicatezza.
"Tesoro, ho paura anche io. Ma dobbiamo aspettare ancora."
"No. Non posso aspettare che gli venga fatto del male."
"Sirius, prova ad ascoltarmi, per una volta. Se gli scriviamo ora.."
"Remus, non voglio ascoltarti ora. Vado di sopra."
Si liberò dalla stretta del marito e lo guardò con un'espressione ferita, prima di salire le scale e sbattere la porta della loro camera.

Remus sapeva che quando Sirius era incazzato doveva lasciarlo sbollire per un po', dunque riprese il suo libro. Ma non era assolutamente concentrato.
E se Sirius avesse ragione?
E se Harry fosse stato davvero in pericolo?
E se lui si stesse comportando da incosciente non scrivendo a Silente?
Forse stava causando solo danni.
Si alzò e fece un giro della stanza, cercando di chiarirsi la mente, prima di riprendere a leggere, ma invano.
Chiuse il libro, lo poggiò sul bracciolo della poltrona e andò verso la loro camera.

Sirius era seduto a gambe incrociate sul letto, con davanti una pergamena e la piuma in mano, ma senza aver scritto niente e con una lacrima che gli solcava la guancia.
"Sirius." Disse Remus in tono dolce, prima di sedersi davanti al marito. Spostò la pergamena e gli tolse la piuma di mano, poi gli asciugò la lacrima e gli baciò dolcemente la guancia, poi le labbra.
"Rem, ho paura."
"Scriviamo a Silente. Avevi ragione. Per una volta so che devo fidarmi di te. Meglio prevenire che curare, no?"
Sirius sorrise debolmente prima di passare il foglio all'altro.
"Remus, scrivi tu. Sei sempre stato più bravo di me."

"Caro Albus.
Non sappiamo se questo sia il modo e il momento più adatto, ma potrai capirci se ti diciamo che siamo preoccupati per Harry.
Da qualche tempo fa un incubo, nel quale percorre un corridoio, e siamo piuttosto sicuri che si immedesimi nelle vesti di Colui Che Non Deve Essere Nominato.
Abbiamo il dubbio che questo possa essere l'inizio di una sequenza di fatti terribili, come ci hai detto anni fa. Sapevamo che questo momento sarebbe arrivato, da quando è risorto.
Ma da soli non possiamo proteggere Harry, e noi non possiamo perderlo. Tu sei l'unico che sappia cosa fare, ti preghiamo di aiutarci. Nella speranza di avere tue notizie al più presto, Sirius e Remus."

"Può andare?"
"È perfetta" rispose Sirius, poggiando una mano sul ginocchio dell'altro uomo. "E ora.. hai qualcosa da fare?"
Remus lo guardò perplesso, e rispose con un debole "no".
Sirius allora gli prese le guance e, baciandolo con forza, disse con voce roca "allora devi farti perdonare."

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