Capitolo 10

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Era l'una del mattino quando dei fastidiosi colpi sulla finestra della camera da letto svegliarono Remus e Sirius.
Remus si alzò infastidito e si ritrovò davanti una civetta bianca con una lettera legata alla zampa.
"Sir. È Edvige."
Sirius scattò a sedere, improvvisamente sveglio, con il cuore che batteva fortissimo per la preoccupazione.
Remus aprì la finestra, ed Edvige andò a posarsi sul bordo della scrivania, porgendo all'uomo il messaggio.
"Stasera vi devo parlare. Camino alle 9."
Sette parole. Harry li aveva svegliati all'una del mattino per sette parole.
"Cosa è successo, Rem? Deve essere qualcosa di grave.."
"Presumo che lo scopriremo stasera. È inutile preoccuparsi adesso, no?" disse Remus mentre dava a Edvige un biscottino gufico, per poi ritornare a sdraiarsi e, anche se piuttosto male, a dormire.

La mattina successiva, la tensione era palpabile a Grimmauld Place.
Praticamente non si rivolsero parola, e le giornate di entrambi al lavoro erano scandite da un solo pensiero: "cosa sarà successo a Harry?".
Remus avrebbe tanto voluto avere un orologio magico come quello della famiglia Weasley, per capire se Harry fosse in pericolo.

Sembrava che il tempo non passasse mai quella sera, finché finalmente non scoccarono le 9 sull'orologio.
"Papà."
Il volto di Harry nel fuoco era serio, quasi arrabbiato. I due uomini si inginocchiarono davanti al camino, sollevati nel vederlo stare bene.
"Vado subito al sodo, perché ho poco tempo, la Umbridge non vuole che comunichiamo con casa. Sapete che sto facendo lezioni di Occlumanzia col professor Piton, giusto?"
Gli uomini annuirono, così Harry continuò.
"Ieri sera è successa una cosa strana, e sono entrato io nella sua mente. Non so come ho fatto, ma ho visto i suoi ricordi.
Voi lo bullizzavate a scuola, non è vero? Gli avete fatto delle cose terribili o quello che ho visto era una sua immaginazione?"
Remus sospirò, e rispose: "Harry, era solo questo il problema?"
"Solo?! SOLO?! L'unica immagine che ho di mio padre da giovane era mentre bullizzava un povero ragazzo indifeso."
"Harry, tuo padre era la persona migliore che conoscessi." rispose Sirius, zittendo il marito e facendogli capire che era una cosa di cui avrebbe dovuto parlare lui, e continuò: "era il mio migliore amico. Mi ha accolto quando i miei mi hanno cacciato di casa, era praticamente un fratello.
Ci ha convinto a trasformarci in Animagi quando abbiamo scoperto che Remus è un lupo mannaro.
Era una persona simpatica, fedele, su cui sapevo di poter contare sempre, un vero Grifondoro. Come te.
Vorrei che tu potessi conoscere tuo padre come l'ho conosciuto io.
Ha fatto degli errori, è vero, come li abbiamo fatti tutti.
Tuo padre ti amava Harry, e non ha mai voluto ferire nessuno. Non lasciare che un errore di gioventù ti faccia rovinare l'immagine che hai di lui.
Tuo padre era una persona buona, e devi ricordartelo solo per quello che è diventato, devi ricordartelo come l'uomo che si è sacrificato per salvare il mondo magico.
Il mondo non è diviso in persone buone e Mangiamorte, Harry. Tutti abbiamo sia luce che oscurità dentro di noi. Ma sta sempre a noi scegliere da che parte schierarci."

Harry gli sorrise, e mormorò un "grazie" commosso prima di sparire dal camino del salotto.
"Sei stato perfetto, Sir."
"Non voglio che si ricordi male di James per colpa di Mocciosus. James non se lo merita."
Remus sorrise, e gli prese la mano con fare rassicurante.
"L'importante è che stia bene." mormorò Remus per tranquillizzarlo.
"L'importante è che stia bene."

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