Capitolo 8

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Dopo aver fatto il bagno, schizzandoci e affogandoci, siamo tornati dentro ad asciugarci e mi ha portato in un bar a fare colazione.
Siamo in bar e mi sono sporcata con la cioccolata del cornetto. Elia non smette di ridere e la sua risata influenza la mia, prende un fazzoletto e mi fa segno di avvicinarmi, mi pulisce dal cioccolato
Elia:se ridi faccio fatica a pulirti
Dice ridendo, cerco di stare più seria ma non ci riesco, riesco a rimanerla per circa 5 secondi poi scoppio di nuovo a ridere.
Elia:oddio ecco cosa hai fatto quando ci hanno portato il cibo e tu avevi in mano il telefono
Lo guardò con sguardo interrogativo, ma poi subito mi torna in mente la foto che avevo fatto da mettere nella storia, non gli avevo detto niente a lui ed è strano che se ne sia accorto ora, L'ho pure taggato, quindi dovrebbe essergli arrivata la notifica almeno mezz'ora fa.
Io:opsss
Lui alza gli occhi al cielo ma subito dopo scoppia a ridere, gli lascio un pezzo di cornetto addosso e prima di scoppiare a ridere lui mi lancia un occhiata di fuoco.
Finiamo di mangiare e si offre di pagare per entrambi, cedo senza ribattere più di tanto perché non mi piace porre l'attenzione su di me se iniziò a discutere non finisco finché non mi danno ciò che voglio.
Prima di tornare a casa facciamo un giro in riva al mare parlando del più e del meno, è piacevole stare in sua compagnia, riesce a capirmi e cerca sempre di sollevarmi il morale ed ogni volta ci riesce.
Rientriamo in casa e sono già tutti svegli, le ragazze sono in cucina per cucinare e solo ora mi rendo conto che sono le 13.30. Ecco perché mi era tornata la fame, perché si avvicinava ora di pranzo, dopo aver salutato i ragazzi che giocavano alla play sono andata in cucina ad aiutare le ragazze a cucinare, abbiamo fatto proprio una bella lasagna, infatti i ragazzi la divorano tutta in pochi minuti.
Io:ragazzi volevo ringraziarvi e scusarmi.
Edo:scusarti? Per cosa? Non hai fatto nulla
Io:mi dispiace per avervi fatto soffrire, per 2 anni emmezzo. Sono lunghi da passare in sofferenza e pensare che sia solo colpa mia e della mia irresponsabilità mi fa stare parecchio male
Marti:non è colpa tua se Oliver ti ha rapito
Io:si che è colpa mia, non lo avrebbe fatto se non avessi fatto quell'incidente
Gio:Loren sarò del tutto sincero con te. Ti ho visto con i miei occhi li distesa e non sentivo il battito, ho avuto gli incubi tutte le notti, ho rivisto quella scena ogni volta che chiudevo gli occhi ma non te ne faccio una colpa, cioè all'inizio si, i primi mesi si però poi ho smesso. Ed ora non lo penso neanche lontanamente è colpa di Oliver e se dobbiamo dare una colpa a qualcuno dell'incidente questo è Jasper.
Annuisco perché nel profondo so che ha ragione, non è colpa mia ma colpa loro, se Jasper avesse aspettato io non mi sarei messa alla guida e non avrei mai fatto un incidente e Oliver non avrebbe scoperto la verità, e questi due anni gli avrei passati qui con loro anziché in una cazzo di stanza buia e piena di muffa, dove mi davano cibo da carcere e mi trattavano come una schiava, mi picchiavano finché non gli davo ciò che volevano, ma come annunciato poco prima se iniziò a discutere non abbasso le difese finché non ho ciò che voglio.
Finisco di mangiare la lasagna in silenzio mentre gli altri continuano a parlare, tengo la testa bassa e mangio pensando alle parole di gio, forse dovrei parlare con alex e stefan, forse dovrei dirgli che non è stata colpa mia, anzi è stata una fortuna che nayall e Hayes siano ancora vivi, perché i loro padri gli avevano presi puntandogli una pistola alla tempia e tenendoli fermi dal collo. Con le poche forze che avevo sono riuscita a prendere la pistola di Oliver e sparare prima al padre di alex, dopo avergli sparato non sono riuscita a sparare all'altro perché aveva mollato li Hayes e aveva preso me dicendo che se avessero fatto un passo mi avrebbe ucciso, fu in quel momento che nayall tirò su il braccio velocemente e sparo al padre di stefan.
Io:scusate
Mi alzo uscendo sul retro e mettendomi sui divanetti vicini alla piscina, mi sono vista quella scena passarmi davanti, era come se la stessi rivivendo, stesso dolore, stesse mosse, stessi sguardi tutto come quello che avevo vissuto, e vorrei non rivivere più.
Gio:tutto bene?
Io:si si tranquillo
Gio:non sembra, vuoi parlarne
Io:n-non so se sono pronta a farlo
Gio:fidati devi sfogarti e far uscire il tuo dolore
Iniziò a raccontargli quello che ho visto nel flashback di prima, ma mi interrompo a metà, non riesco a continuare, c'è un qualcosa che mi blocca e quel qualcosa è il dolore.
Gio:vieni qui tranquilla dai
Sento le lacrime scorrermi sulle guance mentre mi avvicino a gio per abbracciarlo, mi accarezza i capelli e questo mi fa tranquillizzare.
Faccio qualche respiro profondo prima di combattere il dolore e continuando a parlare a gio di quello che è successo.
Lui rimane leggermente spiazzato, dopo aver elaborato la cosa mi guarda e sono sicura che stia per darmi uno dei suoi consigli di vita
Gio:devo dirti la mia opinione?
Io:ho bisogno di un tuo consiglio vitale
Gio:penso che tu debba parlare con loro, ti servirà per liberarti di un peso che hai li
Dice puntandomi un dito sul cuore
Gio:devi affrontare la tua debolezza e devi parlare con loro e dire che non avevi scelta o perdevi le uniche persone che in 10 anni sono stati la tua famiglia o uccidevi le persone di cui loro si lamentano sempre di essere persone schifose. Io al tuo posto avrei fatto la stessa cosa.
Io:non mi pento di ciò che ho fatto, se tornassi indietro lo rifarei senza battere ciglio.
Mi sembra di aver già pensato questa cosa, sono sincera, non mi pento affatto, l'unica cosa è che provo dolore per aver rovinato la loro vita per "salvare" la mia, poi salvare per modo di dire dato il problema che è appena saltato fuori.
Non so più cosa aspettarmi dalla vita, non mi stupirei se domani mattina mi svegliassi e mi dovessi trovare ad affrontare la persona più stronza e schifosa che ci sia, non mi stupisco più di niente.
Poco prima di tornare dal resto del gruppo, gio mi blocca dal polso, mi giro verso di lui aspettando che dica qualcosa
Gio:ho bisogno di consigli d'amore
Io:dai vieni su in camera e dimmi questi tuoi problemini di cuore
Andiamo velocemente in stanza, chiudo a chiave in modo che nessuno possa interrompere questa conversazione.
Gio:penso che fra me ed Eva sia scattato qualcosa mente non c'eri
Io:sono tutt'orecchi, forza esprimiti.
Gio:in pratica ci siamo avvicinati, ci sono state coccole ma niente baci, penso che mi piaccia
Io:diglielo no? Come hai detto a me affronta i tuoi sentimenti
Gio:vorrei fosse così semplice, ogni volta che cerco di dirglielo mi blocco.
Io:siamo sulla stessa barca gio, ma devi affrontarli i tuoi sentimenti perché se no avrai il rimorso per sempre
Strofina le mani tra loro poi sospira varie volte.
Gio:lo farò, adesso, oggi.
Io:davvero?
Non ci provo nemmeno a nascondere quanto sono stupita di questa sua dichiarazione
Gio:si
Gli salto in braccio ridendo, torniamo giù dagli altri e vedo subito gio prendere da parte Eva. Sono curiosa, decisamente molto curiosa, secondo me ad Eva può piacere gio, c'era qualche volta in cui si lanciavano sguardi piccanti ma non ho mai avuto l'occasione di chiedere qualcosa a lei o a lui, infatti poi ci ha pensato lui a esprimersi con me.
Gio torna con Eva, mi guarda facendomi l'occhiolino, e subito dopo stampa un bacio alla ragazza al suo fianco.
Sono felice che loro abbiano avuto il loro lieto fine, vorrei avere un ragazzo come Giovanni, così sicuro di sè.
Ha sempre un consiglio da darti per qualsiasi cosa tu stessi passando, lui è sempre pronto a tutto e questo gli fa onore, molto onore.

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