Capitolo 9

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Come ogni giorno con questi maschioni, giochiamo alla play per almeno metà pomeriggio, alle 18 decidiamo di uscire per non stare sempre appiccicati a quel fottutto televisore.
Andiamo al nostro solito parco, e i ragazzi tirano fuori due canne, in effetti mi servirebbe fumare un po' dato che ho la testa in subbuglio e dovrei concedermi un po' di pausa.
Ce la passiamo molto tranquillamente e le finiamo entrambe dopo pochi minuti.
Per cena torniamo al solito ristorante. Ormai è diventato un posto fisso quel ristorante.
Torniamo a casa più tardi del solito perché ci siamo fermati in spiaggia, una volta arrivati i ragazzi ci hanno buttato in acqua senza pensarci due volte.
Ci siamo incazzate poi siamo subito scoppiate a ridere, come delle coglione.
Il mare era caldo e non è così male fare il bagno di notte, dovremo farlo più spesso prima della fine dell'estate, prima che tutto questo svanisca.
Abbiamo fatto i cretini in spiaggia fino alle 3 poi siamo andati a fare casino a casa, nessuno era stanco avevamo energia che usciva da tutti i pori, eravamo pronti a fare di tutto, potevamo fare tutto, anche giocare a calcio o altra roba.
Per smaltire l'alcol che ho in corpo vado a fare un po' di palestra, klea mi fa compagnia a fare palestra, diciamo che abbiamo fatto più risate che altro.
Klea:oh mamma mia sento che potrei sboccare da un momento all'altro
Dopo questo si avvicina ad un cestino e vomita, esattamente come aveva detto, in effetti questa idea della palestra non mi sembra più tanto buona.
Saliamo in sala dagli altri e stanno giocando a obbligo o verità.
Io:gioco anche io
Mi siedo per terra vicino alla poltrona, non so chi ci sia seduto sulla poltroncina, però ora quello che mi importa è giocare.
Dopo vari obblighi stupidi tra cui, bevi uno shot, balla, twerka, fai un tik tok hot, o altre stronzate simili.
Io:non vorrete continuare a fare questi obblighi così stupidi vero?
Marti:vediamo cosa sai fare tu ciccia
Io:Eleonora, bacia Edo con la lingua per 10 secondi
Ele è imbarazzata, diventa tutta rossa, da cima a fondo, gli si sono spalancati gli occhi alla mia affermazione.
Edo gli si avvicina, gli prende il volto e la bacia.
Io:avevo detto 10 secondiii
Si staccano imbarazzati
Io:no okey basta. Sono cupido dell'amore, Edo Eva pensò abbiate qualcosa di cui parlare, dai su forza.
Mi alzo prendendo prima Eva poi Edo e dirigendoli fuori casa per poterli lasciar parlare con calma.
Mentre noi qui dentro cantinuiamo con il nostro gioco, ci sono vari baci fra qualcuno, altri shot che vanno giù e altre cosette.
Gio:Loren bacia elia
Non era così che volevo accadesse, per uno stupido gioco di obbligo o verità, pensavo sarebbe successo un giorno o l'altro, magari mentre guardavamo o il tramonto o l'alba, mentre eravamo sdraiati vicini a guardare le stelle, o semplicemente quando cercava di tirarmi su di morale.
Nonostante ciò, non contraddico e mi alzo leggermente per avvicinarmi ad Elia e baciarlo.
Non è come baciare alex, con lui è un bacio fogoso, voglioso di sesso. Invece con Elia è dolce e mi piace.
Mi stacco arrossendo leggermente e torno al mio posto sperando che la smettano di fare obblighi a me ed Elia, si non è il primo, ogni volta che lo fanno a me mettono in mezzo Elia.
Per questa sera abbandoniamo il letto e decidiamo di stare svegli, tanto ormai è quasi ora di colazione.
Infatti mi alzo e vado a preparare del caffè, ormai la sbornia ci è passata, siamo partiti a fare discorsi stupidi da ubriachi e ora invece stiamo parlando di cose serie da persone sobrie.
Mi bevo il mio caffè e torno dagli altri proponendo un bagno in piscina per rinfrescarci un po', stranamente accettano subito e senza farsi troppi problemi ci facciamo il bagno in intimo.
Qui è tutto così diverso da Washington, qui è tutto più tranquillo, tutto procede tranquillamente senza gang, Oliver, padri nascosti, amici che ti odiano per ovvi motivi, la famiglia riunita e tutte le altre cose che li accadono e qui no. Ed è una cosa che mi fa stare tranquilla mentre li ero sempre e costantemente in ansia, avevo ansia anche ad andare al parchetto sotto casa.
Ci tuffiamo in acqua, e facciamo le solite cretinate, ci anneghiamo a vicenda e facciamo quello stupido gioco in cui vai sulle spalle di qualcuno e se butti giù l'altro vinci, abbiamo fatto un tutto contro tutti, ci siamo messi a coppie e abbiamo fatto questo gioco.
Dopo svariati tempo usciamo e mentre noi ragazze prendiamo un po' di sole i ragazzi escono andando non so dove. Hanno solo detto che uscivano.
Prendo il telefono in mano e vedo che sono le 14, vado in stanza prendendo il telefono, sono sicura di ciò che sto per fare, voglio chiamare alex e parlarci, non posso evitarlo per sempre, e se lo facessi mi porterei dietro il rimorso per sempre.
Vado di sopra a prepararmi per farmi un giro pensare e chiamarlo. Metto le prime cose che mi capitano ed esco andando al parco più vicino.
Gio ha ragione, devo affrontarlo questo dolore non posso lasciare che mi divora l'anima fino a farmi diventare una ragazza insensibile a cui frega solo di se stessa e di nessun altro. Una ragazza che non si preoccupa delle conseguenze delle sue azioni perché non gli interessa un cazzo di far male a qualcuno o di cosa pensano gli altri.
Prima di uscire di casa avevo lasciato il telefono all'entrata, dovevo concedermi questi minuti di pace e di darmi solo ai pensieri, devo solo pensare.
Ed ora che so cosa fare vado verso casa, una volta arrivata chiudo la porta e vado in camera.
Stavo per chiamarlo ma mi blocco, non ci riesco, forse è proprio questo che devo essere, una ragazza insensibile, una fottuta ragazza che se ne sbatte, forse è questo il mio destino.
Torno di sotto e mi strattonò i capelli, non so cosa fare sto camminando avanti e indietro non sapendo cosa fare, voglio fare la cosa giusta ma allo stesso tempo voglio poter stare bene e non pensarci, e parlarne con lui vorrebbe dire rivedi tutto ciò che è successo e poi subisci gli insulti da parte di quel coglione.
Lancio il telefono contro il muro con talmente tanta forza che lascio un segno sul muro e il mio cellulare è in pezzi.
Io:cazzo cazzo cazzo
Mi lascio cadere a terra ma sento mancarmi l'aria, mi alzo in fretta e raggiungo la porta per uscire, ma quando la apro davanti a me vedo...

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