Capitolo 29

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ALEX POV'S

Stiamo aspettando da ormai due ore che finiscono di operarla, speriamo che non sia stato nulla di preoccupante
Elia:bro hai lo sguardo spento vedrai andrà tutto bene
Io:lo spero. È forte ma ad un certo punto anche lei arriva ai suoi limiti.
Elia non dice più nulla, resta zitto e fissa la porta dove  poche ore prima avevano portato Loren. Mi giro anch'io ed esce un medico.
X:ci siamo riusciti, se la ragazza fosse stata un minuto di più con il proiettile nel corpo avrebbe colpito il polmone e vista la sua malattia non sarebbe stata una cosa positiva. Ma ora sta bene
Annuiamo e dopo vari minuti che sembrano ore , escono con la barella in cui sopra c'è Loren.
Mike:scusate ragazzi che malattia ha mia figlia?
Io:tubercolosi
Mike:merda
Quest'uomo per avere 45 anni li porta bene, anzi molto bene, sembra un ventenne secondo me ha molte ragazzine che ci provano.
Se fossi gay ci proverei anche io, okay che pensiero ridicolo.
Andiamo davanti alla stanza in cui l'hanno portata e dicono di entrare uno alla volta per non fargli pressioni dato che si è appena svegliata dall'anestesia.
Non mi interessa di chi vuole o non vuole entrare, io vado dentro e mi siedo vicino al lettino.
Lor:alex?
Io:mh
Lor:non volevo mi salvassero
Io:perché
Lor:non lo so ero stanca, di tutto, stava andando tutto bene ma ogni volta che chiudevo occhio tutto ritorna in mente e non voglio più vivere così
Io:sai che potrebbero esserci altri modi invece di morire vero?
Lor:certo che lo so ma non ho le forze
Io:ti prego lor, fallo per me, per Elia.
Sospira poi apre le braccia e mi sporgo per abbracciarla, lei non sa quello che provo, ma stare fra le sue braccia mi sta fare più che è bene. Non ho mai sentito nulla di simile per una ragazza, neanche per arin.
Passo altro tempo con lei a parlare poi faccio entrare qualcun'altro se no si arrabbiano dicendo che ci sto sempre e solo io.
Mentre entra Elia mi chiedono come sta e robe del genere. Fra tre giorni la faranno uscire e non vedo l'ora.

*7 giorni dopo*

Sto accompagnando lor ha fare una visita per la malattia, suo padre è via per un mese quindi siamo tutti a casa sua, Elia voleva venire ma lei voleva andarci con me perché aveva bisogno del suo migliore amico e nessun'altro.
Arriviamo in ospedale e raggiungiamo il reparto per le visite che deve fare, ci sediamo fuori dalla stanza in cui deve entrare.
Dopo un po' la chiamano
Io:buona fortuna
Mi sorride e va dentro.
Esce dopo mezz'ora e torniamo a casa in silenzio.
Io:allora? Come è andata?
Lor:bene penso.
Accendo la radio per spezzare il silenzio è ci riesco dato che si mette a cantare, non è poi così male è bravina.
Scoppio a ridere per i miei stessi pensieri, mi vergogno di cosa sto pensando, davvero tanto.
Rientriamo in casa e i ragazzi sono buttati sul divano a guardare il grande televisore, ci buttiamo anche noi li con loro e vedere lei ed Elia che si baciano mi fa venire un certo malore al petto ma cerco di non darci troppo peso.
Arriva ora di cena e per semplificarci le cose ordiniamo il sushi con just eat, arriva dopo un bel po di tempo, forse per le troppe cose che abbiamo ordinato, appena arriva mettiamo tutte le cose sul tavolo in sala e ci pizziamo per terra per poter continuare a guardare il film.
La serata continua con birre e giochetti da ubriachi e altre cazzate varie.
Mi sdraio nel letto e appena mi addormento sento Loren urlare, dopo tutto quello che gli è successo sarebbe strano se non lo facesse, entro nella sua stanza e la vedo con la testa fra le mani e la fronte impregnata di sudore, si fa una coda e ha anche le guance bagnate.
Io:lor, che è successo?
Lor:incubo, tanto per cambiare.
Mi siedo nel letto vicino a lei
Io:hai pianto
Non risponde ma dopo un po' annuisce debolmente con la testa, posso capirla, non lo merita.
Non merita niente di tutto ciò.
Io:vuoi che resto?
Lor:si
Mi sdraio mettendo le braccia dietro alla nuca, tirò un sospiro e penso a tutto ciò che stiamo, anzi sta, passando. E che siamo ancora all'inizio.
Si sdraia appoggiando la testa sul mio petto come fa sempre e appoggia la sua mano poco più su dall'elastico del pantalone, vorrei davvero dirle ciò che provo ma sono orgoglioso,e anche se non lo fossi a lei piace Elia andrei solo a rovinare l'amicizia, finché non si dicono 'ti amò' ho possibilità che si lascino il prima possibile e potrei provarci di nuovo con lei.
Lor:sai ho fatto anzi detto una cosa ad Elia
Io:cosa
Lor:gli ho detto che lo amavo
Ed ecco, come rovinare i miei pensieri positivi
Io:E...
Lor:non so ma sento che le cose non sono più come prima ma non che ci siamo avvicinati, il contrario.
Io:è molto strano di solito il rapporto si rafforza
Lor:si beh sembra quasi che ci amiamo più noi due che io ed Elia
Magari è davvero così, magari anche lei nel profondo qualcosa per me lo prova ma con Elia di mezzo non lo scoprirà mai. Inizia a passare il suo dito sugli addominali e Dio tatuaggi che ho sul petto. Sopratutto sulla frase che ho nel fianco sotto la tetta.
Lor:come mai questa frase?
Io:me la diceva sempre mia madre
Continua il suo viaggio nei miei tatuaggi poi dopo un po' sento che si ferma e sento il respiro continuo segno che si è addormentata.
Io:ti amo
Vorrei poterglielo dire da sveglia ma non ne avrei il coraggio.
Il mattino dopo mi sveglio a causa di una sveglia, guardo l'ora e sono le 9.30, ormai mi sono svegliato quindi mi alzo e vado a farmi un caffè.
Elia:eri con lor stanotte?
Io:si l'ho sentita urlare allora sono andato a controllare
Elia:umh va bene
Io:dovreste parlare sai? Mi ha detto che ci state distaccando
Elia:si già non so nemmeno io perché
Io:penso dovreste avere un pomeriggio da soli
Gli faccio l'occhiolino ricordando l'ultima volta che hanno avuto un pomeriggio da soli, siamo tornati che si sentivano quei due fin dal piano di sotto, non esagero.
Dopo un po' che ridiamo Loren scende assonnata e sbadigliando
Lor:Alex grazie per stanotte
Io:di nulla sai che qualsiasi cosa io ci sono.
Mi ruba la tazzina di caffè dalle mani e dopo averne bevuto metà torna via dalla cucina andando chissà dove.
Stavo uscendo dalla cucina e vedo lor in tuta che stava uscendo per correre credo, tira su il cappuccio, ed esce salutandomi con un cenno della testa.
Dopo due minuti ritorna dentro con il respiro affannato
Lor:è tornato.

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