Capitolo 17

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Dopo essermi addormentata ho fatto uno dei soliti incubi, ma stavolta chi impugnava la pistola era alex e a morire ero io.
Mi sveglio più sudata del solito e cerco di riaddormentarmi, mi agito nel letto e scoppio a piangere, ormai piangere è diventata una routine.
Esco dalla stanza e vado a farmi una camomilla per cercare di rilassarmi, mentre sono di sotto con la tazza calda in mano entra alex, abbasso subito la testa e guardò il pavimento aspettando che esca, ma non lo fa, anzi Elia lo raggiunge e si siedono al tavolo a parlare come se non esistessi. Se è questo che vogliono fare a me va benissimo. Finisco di bere la mia camomilla ma anziché più rilassata mi sento più agitata di prima
Alex:oh guarda sai non ti avevo notata, sembri un fantasma.
Sta davvero esagerando
Elia:ma mangi Loren, sei tutta pelle e ossa che schifo
Non si rendono conto di quanto le offese possano essere grosse perche non sono loro a riceverle. E pensare che prima che arrivasse alex io ed Elia eravamo pure felici insieme.
Alex:non dici nulla? Vuoi tornare nella tua stanza per riempire di lacrime il tuo cuscino
Lo vorrei fare, ma rimango lì in cucina seduta al tavolo a guardare il telefono. All'improviso mi arriva un messaggio

Carter white

Lui:Loren esci pochi minuti sono qua fuori
Io:arrivo

Lascio perdere quei due e mi avvio verso la porta per uscire. Qualcuno mi blocca e quel qualcuno non è alex ma Elia
Elia:il lavoro ti aspetta?
Io:almeno io ne ho uno
Elia:fare la puttana non può essere definito tale sopratutto se sei pelle e ossa nessuno ti vorrà più scopare
Mi libero dalla sua presa e raggiungo carter davanti al cancello, lo faccio entrare ed andiamo a sederci nei divanetti vicino alla piscina.
Io:allora?
Carter:sembra un altra persona
Io:lo so
Carter:che possiamo fare?
Io:nulla deve rendersene conto da solo, e sinceramente aiutarlo è l'ultimo dei miei pensieri. Prima devo aiutare me stessa.
Carter:Loren ma ti rendi conto di cosa è diventato? Fa paura persino a me
Io:carter purtroppo non possiamo davvero fare niente. Se c'è qualcosa che si può fare ti chiamo
Lo accompagno alla porta e lo saluto, mi metto sul divano e guardò un film su netflix
Alex:cosa voleva carter?
Io:nulla che ti interessi
Alex:che cazzo voleva mio fratello, dimmelo cazzo
Io:chiedi direttamente a lui
Alex:non obbligarmi a farlo
Io:fare cosa.
Mi alzo e lo guardò dritto negli occhi, tramettono solo odio, mi spinge contro il muro con violenza e questo mi fa male
Alex:io ti ammazzo porca puttana
Io:mi faresti un favore
Ha gli occhi iniettati di sangue, carichi d'odio e aggressività, tira un pugno un po' troppo vicino al mio viso, mi prende dal collo e mi alza da terra leggermente, sento che pian piano mi manca l'aria
Alex:ti sto accontentando
Per fortuna dalla porta di ingresso entra Carter perché aveva scordato il telefono e riesce a fermare alex, cado a terra cercando di tornare a respirare normalmente
Carter:cazzo ma ti rendi conto di cosa gli stai facendo, volevi ammazzarla? La ragazza di cui tanto ti preoccupavi di difendere da me ora è quella che vuoi uccidere a mani nude.
Si gira verso di me e lo sguardo non è cambiato,  fa una smorfia di disinteresse e si passa una mano fra i capelli, mi tocco il collo leggermente, sento ancora le sue mani stringermi
Alex:non ci sarai sempre tu a salvarla, doveva morire due anni fa perché aspettare ancora?
Carter:alex riprenditi, non vorrei dire questa cose davanti a lei ma se servono a farti tornare un minimo di lucidità non me ne frega un cazzò.
Alex:non ci provare
Carter:guardami negli occhi e dimmi che vuoi ucciderla
Alex:voglio ucciderla come non ho mai voluto fare altro in vita mia
Carter:vuoi davvero uccidere la ragazza che ti ha aperto la mente e il cuore, vuoi davvero uccidere la ragazza che ha fatto tanto per te e tu altrettanto, vuoi davvero uccidere l'unica ragione per cui non eri più questa persona? Lo vuoi davvero?
Alex:si, se no non lo starei facendo.
Si avvicina di nuovo a me e mi torna a prendere dal collo
Io:A-Alex
Sorride divertito, prima di venire verso di me ha bloccato il fratello quindi penso che non ci sia molto da fare
Io:A-Alex t-t-ti pre-prego, aspetta solo un secondo
Alex:non c'è bisogno di pregarmi lo farò lo stesso, muoviti a dire quello che devi dire
Automaticamente lo abbraccio. Non si scosta si lascia abbracciare.
Io:grazie per quello che hai fatto per me, beh non nell'ultimo periodo però le altre volte mi hai fatto passare momenti felici e ti ringrazio
Punta i suoi occhi nei miei e prima che possa dire o fare altro mi si riempiono di lacrime, che iniziando a scendere velocemente sulle mie guance bagnandole.
Lui rimane fermo immobile non mi prende ma non se ne va nemmeno
Gio:alex che cazzo fai
Lo prende da dietro e io vado nuovamente per terra insieme a gio c'era Martino che mi prende in braccio e mi porta nella stanza di Giovanni che si trova qui sotto.
Esce e va da Giovanni penso.
Vari minuti dopo sento solo silenzio e la porta si apre ma invece dei miei due amici entra alex.
Alex:ora nessuno potrà salvarti lo sai vero?
Io:non voglio essere salvata
Ho provato con le buone ad essere gentile ora però gli diró cosa penso davvero
Chiude la porta a chiave
Io:però una cosa voglio dirtela prima di morire. Mi fai davvero tanto schifo, io ho fatto di tutto per te e tu l'unica cosa che sai fare è darmi della puttana, bullizzarmi, indurmi a tagliarmi, indurmi al suicidio. Non ho mai preso in considerazione di morire per mano tua ma sono contenta che poi mi avrai sulla coscienza per un po' di tempo. A dire il vero spero per sempre
Alex:zitta puttana
Ed eccolo, non ho detto quelle cose sperando che cambiasse idea, semplicemente volevo esprimere la mia opinione.
Mi tira un pugno in faccia, poi si sposta sul muro, e tira dei pugni alla parete.
Anche se dovesse non uccidermi non lo perdonerei.
Si gira verso di me e mi viene incontro a passo spedito
Alex:tu devi morire stronza
Io:va bene
Non mi oppongo.
Non ho mai voluto oppormi e non inizierò adesso.
Sento un rumore di una pistola e poco dopo la porta cade a terra e un uomo sulla quarantina d'anni prende alex e lo scaraventa dall'altra parte della stanza
X:nessuno può toccare mia figlia stronzo
Gli punta la pistola al cuore ma mi catapulto si di lui e sposto la mira sul muro
Io:mike?
Mike:in persona
Io:che ci fai qui
Mike:ti avevo detto che ti avrei protetta ed è quello che sto facendo e lui deve morire
Io:no papà no
Mi è uscito automatico il 'papà'
Mike:perché no?
Io:perché voglio che viva con il rimorso di aver cercato di uccidermi
Usciamo dalla stanza e mi dice che mi verrà a prendere il 5 settembre alle 4 del pomeriggio.
Oggi è il 5 giugno. Ho tre mesi compreso questo. Sono troppi.
Elia scende chiedendosi cosa sia successo, ma lo evito
Elia:possiamo parlare?
Annuisco e andiamo nella mia stanza
Elia:non ci sono scuse per ciò che abbiamo, anzi ho fatto e detto
Io:già
Elia:solo perdonami, non so cosa mi sia preso
Io:non ti perdono, non meritate il mio perdono, nessuno dei due
Si mette in ginocchio davanti a me e prende le mie mani fra le sue
Elia:Loren andava tutto bene finché non è arrivato lui, mi ha influenzato sai che non sono cosi, la sua influenza mi ha fatto diventare una persona che mai nella vita avrei pensato di essere, non ti chiedo di perdonarmi adesso ma ti prego pensaci
Io:okay ci penserò, ora vorrei poter provare a dormire
Appena lui esce entra un altra persona e chi mai potrebbe essere se non ..

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