Capitolo 2

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Era passata l'estate, persino il paesaggio adesso sembrava adeguarsi al suo stato d'animo nostalgico e malinconico. Guardava fuori dalla finestra, l'immancabile sigaretta appoggiata tra le labbra e un pensiero costante sotto pelle, G.

Pensava se ne sarebbe andata presto, insomma, in fondo si erano vissute solo pochi mesi, tutte le belle frasi e le promesse fatte durante quei mesi di convivenza non dovevano per forza corrispondere alla realtà, erano giovani e si sa che i giovani hanno la testa piena di sogni, ma non sempre le parole corrispondono ai fatti.

Avrebbe potuto custodirla in un uno stanzino del proprio cuore tra le cose che non riesci ad abbandonare, avrebbe potuto iniziare a non renderla più la destinataria principale di ogni pensiero, la prima ascoltatrice di ogni traccia, la prima responsabile di ogni sorriso accennato e rossore sulle guance. Sorrise involontariamente al pensiero che non solo non aveva fatto nessuna di queste cose, ma non ci aveva nemmeno provato. Come avrebbe potuto privarsi volontariamente dell'unica cosa oltre alla musica capace di fare cadere ogni sua barriera?

Tra qualche giorno sarebbe stato il suo compleanno, forse il primo da tempo che le sarebbe piaciuto festeggiare davvero. Era stato un anno pieno, intenso, un anno di quelli che ti cambiano la vita. Aveva scoperto che la musica oltre che la sua più fidata confidente poteva essere anche il suo lavoro, aveva fatto uscire il suo primo disco, aveva messo fine alla sua relazione con Daniela, ma erano riuscite comunque a trovare un punto d'incontro ed esserci in modo diverso l'una per l'altra, aveva riscoperto la propria famiglia, aveva conosciuto tante persone nuove e alcune di queste erano rimaste tatuate nel cuore, G era una di queste. Sorrise nel vedere quel "410" impresso sulla propria pelle, sorrise nel ricordare quando l'aveva accompagnata a farsi lo stesso tatuaggio, le smorfie di dolore per cui l'aveva presa terribilmente in giro con tutti facendola imbarazzare come suo solito. Dio se era bella quando arrossiva e non aveva ancora smesso di rimanerne incantata.

Prese il telefono e si decise a spedire qualche messaggio per organizzare una festa, in fondo era molto che non vedeva i suoi ex compagni e gli amici più fidati. Si era da poco trasferita a Milano per lavoro e tra tutti gli impegni il tempo da dedicare agli affetti non era sempre quello che avrebbe voluto. Non voleva niente di eclatante, andava bene anche il locale sotto casa dove si era abituata a scendere ogni tanto quando i pensieri iniziavano a non darle tregua e aveva bisogno di distrarsi tra facce sconosciute e musica confortante.

Ricevette subito alcune risposte positive accompagnate da frasi entusiaste dei suoi ex compagni che come lei non vedevano l'ora di potersi incontrare nuovamente dopo tanto tempo. Si accorse però di un filo d'ansia che si stava diffondendo sotto pelle, si morse il labbro fissando il cellulare che non aveva più suonato.

Lei non aveva risposto, il che di per sé non era una cosa strana, G aveva uno strano rapporto col telefono, potevi aspettare delle ore per un messaggio e poi magari d'improvviso ti chiamava e ti teneva incollata alla cornetta per ore. Con lei non esistevano risposte di circostanza, quando si faceva sentire era perché in quel momento eri al centro dei suoi pensieri e voleva fartelo capire. Si chiedeva però da cosa dipendesse quest'ansia...avrebbe voluto rivederla più di ogni altra cosa, erano ormai un paio di mesi infatti che non riuscivano ad incastrare i loro impegni in modo da incrociarsi in qualche città anche solo per poche ore, allo stesso tempo però aveva paura, paura che non venisse da sola, ma accompagnata da Daniele. Sarebbe stato normale, si frequentavano da tempo, ormai la storia non era più un segreto per nessuno e nonostante G cercasse sempre di tenere la propria vita privata lontana dai riflettori, non ci sarebbe stato niente di sbagliato a presentarsi al compleanno di una cara amica con il proprio ragazzo.

Siamo sempre allo stesso punto Martina. Lo stesso punto della prima volta in cui hai incrociato i suoi occhi, lo stesso punto della prima volta in cui avete cantato assieme, lo stesso punto della prima che volta ha scoperto il tuo lato distruttivo e nonostante tutto è restata, lo stesso punto della prima volta che vi siete strette in un abbraccio e il resto del mondo è scomparso.

Era ormai persa nei suoi pensieri quando lo stesso nome che ormai aveva preso possesso della sua mente apparve sullo schermo del telefono, inspirò profondamente cercando di calmare il nodo che stava impigliandole la gola.

" Ehi GG"

"Ciao Marti"

" Credevo che una superstar come te non avesse più tempo per i comuni mortali"

" Fanculo B, non dirlo nemmeno per scherzo, lo sai che per te io ci sarò sempre"

La mia era una semplice battuta, ma la serietà e il modo in cui aveva scandito ogni singola parola avevano calmato le mie mani e disteso il mio sorriso. Lei c'era e questo mi sarebbe sempre bastato, inutile nasconderlo.

"Parlando di cose serie, qua stiamo per diventare grandi eh? Ma soprattutto tu non eri quella che odiava festeggiare queste ricorrenze?"

"Vedi G, questa è tutta colpa tua, tutti i tuoi pipponi sulle good vibes, il karma e l'energia dell'universo. Adesso sono una persona che vuole festeggiare il compleanno, ridammi indietro la mia vera me!!!"

Scherzo Gaia, tieniti tutto quello che hai di me e conservalo perché non potrebbe essere in mani migliori.

" Naa, ci ho messo tanto di quel tempo che non posso vanificare tutti i miei sforzi facendoti ritornare ad essere la piccola asociale di quando ti ho conosciuta"

La sua risata aveva il potere di calmarmi e allo stesso tempo di riempire ogni spazio.

" Però abbiamo un problema Marti, purtroppo quel weekend devo restare a Roma, ho provato a vedere se si poteva fare qualcosa, ma purtroppo ho le mani legate. Venerdì pomeriggio ho la registrazione di quel programma di cui ti avevo parlato, sabato mattina devo essere in studio e nel pomeriggio in radio. Certo che potevi nascere in un altro momento eh??"

Martina sentì una fitta allo stomaco, quella era un'eventualità a cui non aveva pensato, che senso avrebbe avuto festeggiare senza il proprio regalo preferito?

" Vabbè cambiamo data!"

" Ma non se ne parla nemmeno, non si festeggia mai prima che porta sfortuna e tu il weekend successivo sei a Roma per lavoro se mi ricordo bene quindi tu festeggi con gli altri, cercando di tenerli buoni ed evitare, conoscendoli, che cadano tutti in coma etilico prima della mezzanotte e io prometto di trovare del tempo per festeggiare assieme qua a Roma...andata?"

"Devo ancora capire come fai a farmi sorridere anche quando in realtà vorrei ammazzarti Gozzi"

"Perché in fondo mi ami, molto molto in fondo ma è così"

Non dirle nemmeno per scherzo queste cose G.

Nocche rotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora