Capitolo 5

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Gaia stava ancora ripensando alle parole di Nyv.

" Coraggio per cosa? "

"Coraggio per essere felici fregandosene di tutto il resto... ti conosco Gaia, non giocare sempre in difesa, la palla è da sempre nelle tue mani "

Non c' era stato bisogno di aggiungere altro, chiedere spiegazioni sarebbe stato un affronto all'intelligenza di Nyv e soprattutto alla sua. Sapeva benissimo a cosa si stava riferendo e sapeva che in fondo, probabilmente, ci era andata fin troppo leggera con lei. Forse le anime sensibili si riconoscono a vicenda, in un tacito patto di mutuo soccorso, sempre pronte a comprendere senza giudicare, prendendoci per mano quando le ginocchia sbattono a terra e darci una spinta quando stiamo perdendo la via di casa.

E in quanto ad anime sensibili, Nyv non era seconda a nessuno.

Sentì una mano distoglierla dai propri pensieri, Martina si era buttata a peso morto sul divanetto accanto a lei, allargando le braccia e iniziando a giocare con la sua schiena, tracciando linee immaginarie, in un gioco familiare di sensazioni e brividi. Alzò lo sguardo e vide Nyv sorridere, come se ogni gesto avvalorasse la sua tesi e le attendesse al varco. Le rispose con lo stesso sorriso, le voleva davvero bene.

"Raga non so voi, ma io me ne tornerei in hotel... inizio ad accusare la stanchezza "

"A casa mia zio si chiama alcol non stanchezza, direi che abbiamo sbocciato troppo stasera. Ricordatemi di non invitarvi mai ad una festa che non voglio finire sul lastrico "

Le risate che seguirono furono la degna conclusione di una serata che definire perfetta sarebbe stato riduttivo. Martina si sentiva completa ed era una sensazione che non aveva provato molte volte nella vita.

Si accorse però che la persona accanto a lei si stava torturando le mani in una maniera troppo familiare per fare finta di nulla, conosceva G come le proprie tasche, in quel momento era in imbarazzo e stava cercando di trovare nel labirinto dei propri pensieri un modo per uscirne.

"Che c'è G? "

Glielo aveva sussurrato, non si era voltata, ma sapeva che l' aveva sentita da come aveva regolarizzato il suo respiro. La mano scivolò dalla schiena sul fianco, stringendo lievemente la presa, qualunque cosa avesse, doveva capire che lei c'era.

" È che nella fretta di arrivare qua non ho pensato molto ai dettagli... cioè... insomma... credevo che stessimo tutti da te... "

"Mi spiace farti notare che la diva del gruppo sei tu, nel mio appartamento mica ci stavamo tutti..e cosa più importante con tutto l'alcol che hanno in corpo non credo sarebbe bastato un solo bagno!"

Rise, ma era ancora tesa, lo sentiva dai respiri e lo vedeva da come si mordeva il labbro inferiore. Era sempre stato un gesto capace di farla andare fuori di testa. Eppure in questo momento quello stesso gesto era di una tenerezza incredibile, avrebbe voluto stringerla forte e dirle che come al solito si creava paranoie dal nulla, G era un groviglio di contraddizioni che la rendevano un diamante grezzo da preservare.

"Smettila con queste paranoie Bibi, tu dormi da me, certo che a volte sei proprio scema eh..."

" Posso andare con loro, sicuramente ci sarà una camera libera...e poi magari avevi altri programmi per il post serata, non vorrei disturbare..."

Era così tenera, fottutamente tenera.

"Gozzi hai 2 alternative, o vieni da me o in caso tu preferisca andare in hotel allora vedi di prenotare una doppia perché mi dovrai sopportare tutta la nottata, che tu lo voglia o meno"

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