Capitolo 11

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All-in.

Martina in quel momento aveva l'animo in tempesta, aveva tramutato la rabbia in sfrontatezza, la paura in coraggio. Le aveva sputato addosso tutti i dubbi degli ultimi mesi, non le aveva confessato apertamente di essere perdutamente innamorata di lei, ma glielo aveva gridato, con gli occhi, con le mani, con le labbra.

Nella sua testa non sarebbe dovuto andare in quel modo il loro primo bacio, si era sempre immaginata gli scenari più romantici a far loro da contorno, si era preparata mille dichiarazioni sapendo benissimo che una volta persa nel blu dei suoi occhi non avrebbe più potuto mettere in fila due parole di senso compiuto. Si sarebbero guardate negli occhi e sarebbe scattata quella scintilla capace di far cadere tutti i muri, le avrebbe preso il viso tra le mani come si trattasse della cosa più preziosa al mondo e avrebbe assaporato per la prima volta quelle labbra che dal primo giorno l'avevano rapita. Poi avrebbe detto sicuramente qualcosa di stupido per alleggerire le paure e sentire il sorriso di G sulle sue labbra. Avrebbero azzerato le distanze di nuovo, dopo uno sguardo complice, questa volta con maggior convinzione, intensità, passione. Ci sarebbero state mani troppo ansiose di scoprire nuovi territori o meglio di riappropriarsi di territori familiari, ma con nuove consapevolezze. Ci sarebbero stati respiri affannati e labbra consumate dai morsi.

Nulla di tutto ciò era accaduto, le aveva gridato contro parole d'amore mascherandole di rimproveri, l'aveva presa alla sprovvista, su un marciapiede, nel freddo di una notte qualunque. Eppure quel contatto bruciava ancora sulla pelle come fuoco. Era stato breve, poco più di un bacio a stampo, ma stava ancora tremando al solo pensiero. In quel momento sentiva tutto e il contrario di tutto, in un vortice che non le permetteva di ragionare. Era triste, di quella tristezza profonda che sembra prosciugare ogni forza, era convinta di averla persa quando il solo pensiero di non averla più accanto anche solo come amica bastava per logorarle l'anima, eppure nel profondo era come se sentisse energia nuova irradiarsi sotto pelle, sentiva un nuovo coraggio nelle vene e per la prima volta dopo mesi si sentiva viva.

Raggiunse casa e si buttò sul letto, non aveva la forza per togliersi i vestiti, prese le cuffie e attese che la musica le facesse rallentare il cuore. Probabilmente avrebbe dovuto controllare la playlist perché la voce di Gaia nelle orecchie non stava facilitando le cose. Stava per mandare avanti la traccia, ma era come se quelle canzoni fossero tutto ciò che le era rimasto di lei. Chiuse gli occhi, senti una lacrima rigarle il viso, l'adrenalina stava lasciando il posto alla malinconia, ormai le cose non sarebbero più potute essere come prima.

Rovini sempre tutto Martina eh?

Improvvisamente sentì il telefono vibrare accanto a lei, aveva il terrore di aprire la notifica, terrore di leggerci la fine di un'amicizia, conosceva Gaia, sapeva che se c'era un modo di farle prendere coscienza dei propri sentimenti, sicuramente era tutto l'opposto di quello che aveva fatto lei stasera. Era un essere sensibile che andava trattato con cura eppure lei le aveva sputato contro le sue ragioni senza darle modo di assorbire l'urto. Sapeva di averla lasciata con l'anima a pezzi e stavolta non poteva essere lei la persona ad aiutarla a ricomporli.

Questa volta il telefono stava squillando, un numero sconosciuto.

" Pronto?"

" Marti sono Daniele, scusa l'insistenza, ti ho scritto anche poco fa, Gaia è con te?

Cazzo, non è con me, sono un'idiota, se solo le dovesse succedere qualcosa...

"No Dani, io sono rientrata poco fa, l'ho lasciata al locale, credevo fosse con te adesso, dammi 10 minuti che arrivo..."

Sei una codarda, diglielo che l'hai lasciata a pezzi su un marciapiede senza preoccuparti dei suoi sentimenti...

"Rimani a casa, magari ti raggiunge lì, ci penso io a cercarla, ti scrivo non appena la trovo ok?"

Nocche rotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora