Capitolo 13

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"Pronto?"

"Ciao Gio"

"Ciao Martina "

Non c'era stato quell' imbarazzo nemmeno la prima volta che si erano conosciute, si ricordava benissimo quella serata, dell'ansia che aveva avuto tutto il giorno al solo pensiero di conoscerla, non era solita fare buona impressione al primo colpo e normalmente non gliene importava granchè, eppure quella volta sembrava essere per lei di vitale importanza. Erano bastati pochi minuti per far sciogliere tutte le sue paure in un mare di risate e di anneddoti divertenti, G aveva dovuto persino minacciare di andarsene dalla stanza se non avessero smesso di metterla in mezzo e prendersi gioco di lei. Eppure era difficile non notare quegli occhi più azzurri e più lucidi del solito, come se vederle andare così d'accordo, a pelle, fosse un ulteriore segno che non si era sbagliata su di lei.

"Lo sai vero? "

"Lo so"

Non c'era stato nemmeno bisogno di spiegare a cosa si stesse riferendo, lo aveva sperato perché non era sicura avrebbe avuto la forza per raccontare i dettagli senza crollare. Aveva passato la notte in bianco, non appena provava a chiudere gli occhi sentiva il dolore di Gaia sulla propria pelle, decise di rimanere sveglia, mescolandolo col suo sperando che in qualche modo potessero darsi forza a vicenda.

"Mi odi vero?

È la sorella sbagliata a cui chiederlo, ma ci vuole troppo coraggio per sentire un'altra risposta, vero Martina?

"Non ti odio Marti e non ti odia nemmeno Gaia. Odia solo se stessa"

Forse questa risposta faceva ancora più male.

" Sono stata una cretina Gio, ho rovinato tutto...prima le ho gridato le peggio cose e l'ho mollata in mezzo a una strada a raccogliere ciò che rimaneva di noi... adesso Daniela...cioè mi sembra di impazzire..."

Sento la voce spezzarsi, perché deve essere tutto così difficile?

"Tra tutte e due non so chi sia la più cretina onestamente, anche impegnandomi non riuscirò mai a capire quali paranoie vi impediscano di fare quel passo in più... che poi capisco mia sorella che è un caso perso, ma da te Marti mi aspettavo un po' di coraggio..."

Sento il sorriso caldo di Giorgia in queste parole, una tacita pacca sulla spalla. Non abbiamo mai parlato apertamente dei miei sentimenti per sua sorella, ma da come parla credo abbia sempre saputo tutto e credo sia dalla mia parte.

"Come sta? "

"Non ha senso mentirti, sta male, non sai quante volte le ho detto di parlarti e chiarire, ma dice che non può continuare ad incasinarti la vita, che meriti di essere felice...non credo sia odiare qualcuno questo no?"

Il tono dolce di Giorgia le era entrato nel cuore, G era un'anima buona, sapere che in quel momento stava pensando alla sua felicità prima ancora che alla propria le faceva sorridere l'anima.

"Ti giuro Gio che non sapevo che Gaia fosse passata da me, avevo appena cacciato Dani da casa e presumo che non avvertirmi di G sia stato il mio prezzo da pagare. Se l'avessi saputo l'avrei rincorsa per tutta Milano se necessario... "

"Lo so, ci credo adesso, come la prima volta che vi ho viste assieme "

"E' proprio così palese?'"

Sentì Giorgia ridere dall'altro capo del telefono, per un secondo si abbandonò in quella risata, cercando di colmare il vuoto che sentiva nell'anima.

"Sto andando a Roma"

"Ti chiedo solo essere sicura di quello che fai prima di andare da lei...ha chiuso con Daniele prima di salire a Milano, merita che anche la tua testa sia completamente libera...lo sai quanto è stata male in passato... "

"Gio fidati, con Dani non c è nulla, era venuta a casa mia per chiedermi una seconda possibilità...tua sorella per me era ancora fidanzata, non mi rispondeva da giorni, ero in frantumi e ho pensato che Dani potesse essere ancora un pezzo di cuore. Poi mi è sfuggito tutto di mano fino a quando le ho detto di andarsene, che il mio cuore era già di un'altra persona. "

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Sento le sue labbra sulle mie mentre le mani cercano un lembo di pelle lasciato scoperto dalla maglietta. Non sento più i brividi che avrebbero accompagnato questi semplici gesti solo qualche mese fa, non adesso che le mie labbra hanno conosciuto le tue, seppure arrabbiate, incredule, bellissime. Ma forse nemmeno prima di quel bacio, perché tutto ciò che sono adesso è legato a doppio filo a te G. Approfondisce il bacio e cerco di trovarci il senso di due anni passati a colmare l'una le debolezze dell'altra, riconosco i nostri respiri affannati, i nostri gesti confusi dall'eccitazione del momento, riconosco tutto tranne chi sono adesso. La guardo negli occhi e non ci ritrovo più i miei, come se ormai si riuscissero a specchiare solo in quell'oceano azzurro che mi toglie il fiato ogni volta che mi trascina al largo nella tua anima. Non si tratta nemmeno di tradire te in questo momento, perché significherebbe che stiamo assieme mentre tu sei ancora nelle sue braccia, ma non posso tradire nemmeno me stessa G. Sei sulla pelle, nelle ossa, nei pensieri.

Le prendo i polsi e la allontano da me, sembra non capire eppure so che sa di te, lo sa dalla prima volta che ci ha viste assieme in tv, da come ti guardavo o ti sorridevo, sapeva che da quel momento mi avrebbe dovuto condividere, e non sei affatto una presenza facile da sopportare eh G?

Non c'è bisogno di aggiungere nulla, mi chiudo in bagno per fare una doccia, devo lavare via il suo sapore il prima possibile, per non scordare il tuo G. Devo mischiare l'acqua alle mie lacrime per sopportare il fatto che tu non voglia più nemmeno ascoltare le mie spiegazioni. Prima le intimo solo di non farsi trovare in casa mia al mio ritorno.

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"Insisti"

"In che senso?"

"Conosco mia sorella, cercherà di allontanarti pensando di proteggerti dai suoi casini. Tu insisti, se questo è quello che vuoi insisti fino a che non la convinci che ne vale la pena"

"Lo sai che se non ci fosse Gaia, tu saresti sicuramente la mia Gozzi preferita?"

"Non tentare di corrompermi, vedi di trattarmela bene piuttosto, altrimenti dovremmo fare i conti io e te!"

"Questo posso prometterlo, bisogna solo vedere se mi merito una chance per dimostrarglielo"

"Te l'ho detto, insisti, ha solo una fottuta paura di perderti e perdersi"

"Grazie Gio, davvero..."

" Tiri fuori il lato migliore di mia sorella, sono io che dovrei ringraziarti, sempre che tu ti decida a darti una mossa eh"

"Tra un paio d'ore arrivo a Roma, incrocia le dita"

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Era su quella panchina da dieci minuti, come se le servisse un momento per raccogliere le idee e le emozioni prima di andare a bussare alla sua porta. Ancora una volta era ritornata nel loro posto speciale, quello che le aveva viste rimettere insieme i pezzi dopo ogni discussione o momento di sconforto, quello che le aveva viste asciugarsi le lacrime a vicenda e abbracciarsi per minuti che erano sembrati secoli. Forse è quello il trucco dell'amore, fare perdere ogni cognizione al tempo, rallentarlo, ingannarlo, in modo da vivere perennemente in un istante perfetto dentro le braccia di chi amiamo. Sorrise ai mille ricordi vissuti in quel luogo, avrebbe voluto costruirne mille altri ancora se solo G gliene avesse regalato la possibilità. Era terrorizzata, ma di quel terrore positivo che può aprirti un nuovo destino.

Spero non sia troppo tardi G, aspettami, continua credere a quello che siamo sempre state e a quanto altro ancora potremmo essere.

Prese un respiro profondo, era arrivato il momento di alzarsi e andarsi a riprendere il suo pezzo di cuore, non importava quanto tempo ci avrebbe messo, fossero serviti cinque minuti, un'ora, un giorno o una vita intera.

Sto arrivando G.

Nocche rotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora