Ansia?
Nah, ero molto più tranquillo di quanto si potesse pensare.
Una calca di ragazzini vociferanti si ammassavano davanti alle porte del liceo.
Le otto si avvicinavano ed io e David eravamo scalpitanti e non sapevamo cosa aspettarci.
La campanella suonò ed un nuovo step della mia adolescenza era cominciato.
Entrammo in classe, la gente parlava tra loro come se si conoscessero già tutti ma non era così, le frasi che scorgevo più spesso erano presentazioni sfacciate.
Quanta voglia di conoscere persone che mi circondava...
Mi guardavo attorno, eravamo trenta in classe, dieci ragazze e venti ragazzi.
Descriverli tutti è impossibile ma due persone attirarono la mia attenzione.
Una ragazza biondissima che sembrava già amica di tutti, cattivo segno...
E un ragazzo barbutissimo seduto a metà classe, probabilmente ripetente, quella barba era impossibile a quell'età.
In poco tempo una delle insegnanti entrò e tutti si misero subito al proprio posto.
Una donna bassina con un'aria abbastanza spocchiosa ci fissava mentre seduta alla cattedra faceva le sue cose.
-Benvenuti ragazzi, io sono Amelia e sarò la vostra insegnante di matematica, se siete qui sapete che questo corso non è una passeggiata in campagna, di conseguenza seguitemi e non avremo problemi.
Ogni sua parola, mi metteva sotto pressione in maniera spaventosa, ma non sembrava cattiva...
-Con me ci sono poche regole da seguire, attenzione massima durante la spiegazione, perché non tornerò indietro per una stupida disattenzione, occhio al comportamento, senza silenzio non si può stare attenti ed infine ancora silenzio, adoro il silenzio, tutto chiaro?
Nessuno rispose.
-Oh, vedo che abbiamo una classe che apprende subito.
Quella mattina, avemmo modo di conoscere anche altri insegnanti, uno più inquietante dell'altro...
Il Signor Preston, insegnante di disegno tecnico un po' troppo tecnico, una sua spiegazione era come leggere la bibbia al contrario in lingua originale.
La Signora Borghetti, insegnante di storia e filosofia di origini italiane, lei ammetto che forse era quella più inquietante, sembrava appena uscita da una clinica psichiatrica. Aveva una quarantina di tic ed una cataratta per occhio.
La Signora Scott, insegnante di lingue spedita direttamente dal paese del tè alle cinque di pomeriggio. Lei non aveva psicosi di nessun genere ma la sua voce... Dio mio la sua voce, era come ascoltare migliaia di piccole mani di vetro sfregare su una lavagna enorme.
Il lato positivo era che tre volte alla settimana le lezioni finivano un'ora prima.
Avviandoci verso l'uscita io e David ci sentivamo frastornati quando ad un tratto...
-Lasciate ogni speranza o voi che entrate... _ci disse il ragazzo barbutissimo raggiungendoci_
-Come scusa? _disse David_
-Il terzo canto dell'inferno di Dante, dovrebbero affiggerla fuori dalle porte di questo posto quella frase... Comunque Piacere Alex...
-Piacere io mi chiamo Drake e lui David.
Era una persona molto meno strana di quello che pensavo, anzi era anche molto simpatico.
Il piano era andare a pranzo con Jess, così decidemmo di invitarlo, e fu molto divertente, era una persona molto carismatica e parlando scoprimmo di avere tantissime cose in comune anche se una cosa mi turbava, rivedevo Charlie in lui.
⁓FINE CAPITOLO⁓