4x15 - Il donatore anonimo

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Intermittente.

Continuavo a sentire un suono intermittente ad intervalli piccolissimi ma costanti fra loro.

Aperti gli occhi, vidi tutto bianco.

Cazzo, sono in paradiso?

Dio hai sbagliato posto mi sa...

Il tempo di scorgere le crepe ai muri e mi resi conto di essere in ospedale.

Una flebo al braccio e un respiratore in faccia mi facevano compagnia sulla barella.

In preda alla confusione mi levai il respiratore, e trascinando la flebo mi facevo strada nel corridoio.

Attorno a me la disperazione di chi era rimasto ferito quasi a morte, il pronto soccorso esplodeva.

Mi avvicinai al telefono più vicino e provai a chiamare mia madre ma nulla, risultava irraggiungibile.

La paura saliva.

Chiamai mio padre, il telefono squillò per un bel po' ma alla fine rispose...

-Papà sono io...

-Oh Cristo Drake, dove sei?

-Sono in ospedale ho chiamato mamma ma non risponde, va tutto bene?

-Si, si stiamo bene, Gesù Drake non sapevamo cosa ti fosse successo, siamo a scuola e nessuno sapeva dirci nulla...

-Ero rimasto bloccato dentro ma sto bene, gli altri stanno bene? Sai di una ragazza con un problema alla caviglia?

-Si, è qui sull'ambulanza con i genitori...

Feci un sospiro di sollievo grande come una casa...

-Comunque Drake noi proviamo a raggiungerti in qualche modo se puoi chiedi di Ellie, non riusciamo a rintracciarla in nessun modo.

Cristo, Ellie era incinta, iniziai a chiedere in giro, ma i medici erano tutti impegnati e schivi.

Feci da solo.

Percorsi ogni corridoio trascinando la mia flebo, fin quando non la trovai.

-Ellie va tutto bene?

Sedeva sulla barella , ma sembrava essere tranquilla.

-Si, ho avuto solo tanta paura, per fortuna non eravamo in casa, niente di grave.

-Perfetto, corro subito a telefonare, sono tutti preoccupati.

-Davvero? _disse con aria ironica_

-Perché dici questo? Ellie siamo tutti con te, persino tua madre ti sta aiutando giusto?

-Si, è solo che... niente sono io che... ah sai che ti dico? Siamo vivi questo è l'importante.

-Zack dov'è?

-Se n'è andato, da sua madre a vedere se stessero tutti bene, o almeno così dice...

-Perché credi che menta?

-Non lo credo, sono sicura, non vuole rischiare di incontrare mia madre, patetico lasciarmi quì da sola per questo...

Effettivamente aveva ragione...

-Senti io capisco tutto, ma devo avvisarli comunque

-Vai...

Rimasi seduto in corridoio, con la flebo che era finita da tempo ormai.

Il sangue iniziava ad entrare nella canula lentamente.

Ricordo quanto tempo passai li dentro prima di uscire, ma devo ammettere che dopo essere uscito avrei preferito ritornarci.

Osservavo la città quasi ridotta in detriti dal finestrino della mia auto.

Casa nostra aveva reagito benino, ma i danni avrebbero pesato sul portafogli anche di molto.

I giorni passavano e il freddo si faceva sentire, dato che alcuni infissi avevano ceduto.

Accadde però qualcosa di incredibile...

Il quarto giorno ci venne recapitata una lettera, o almeno pensavamo che lo fosse.

Un assegno da 20000 dollari completamente anonimo intestato a mio padre.

Di chi diavolo era?

⁓FINE CAPITOLO⁓            

This is my life 4Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora