Vi avevo già parlato della famiglia di mio padre.
O meglio, di come tra fratelli, fossero schierati in fazioni nemiche.
Lo zio Tom era uno di quelli che con mio padre non aveva più contatti da anni, non chiedetemi il perché, non ho mai chiesto.
Ma ormai ero abbastanza grande da saper origliare.
Rispose e parlarono per pochissimo.
Strano per due fratelli che non si parlano da tempo.
-Pazzesco _disse mio padre_
-Che ti ha detto? _chiese mia madre_
-Voleva sapere se potessi procuragli dei biglietti per il treno a basso costo.
Mio padre lavorava in ferrovia quindi non era una novità che parenti spariti e altra gente chiedessero a lui ogni volta.
-Tutto qui?
-No, diceva che voleva vedermi anche per un caffè.
-Ci andrai?
-Credo proprio di si, voglio sapere cosa ha da dirmi dopo tutto questo tempo...
Passarono un paio di giorni, io quasi avevo smesso di pensarci quando il campanello suonò.
Era lui.
Lo ricordavo esattamente com'era.
Non altissimo, robusto, praticamente similissimo a mio padre, solo i capelli erano un po' più bianchi.
-Ciao Samantha
-Tom, è passato tanto tempo
-Già, non per mia scelta...Drake, quanto sei cresciuto, oh Gesù.
Non sapevo come comportarmi con lui, l'ultima volta che lo avevo visto avevo 8 anni, decisi allora di assecondare ciò che diceva.
-Eh già, anche se io mi vedo sempre uguale.
Sorrise e mi raccontò un aneddoto.
-Fatico a crederci, ricordo come se fosse ieri, io, tuo padre e tua madre che cercavamo invano di guardare un film e c'eri tu che scorrazzavi in giro con il tuo triciclo, quelle ruote facevano un tale casino, e per quanto tuo padre potesse dirti di smetterla tu continuavi a girare intorno al tavolo, quel coso era enorme e tu eri piccolissimo ma lo controllavi con una tranquillità incredibile, eri una potenza ahahahah
Mi tornarono in mente un sacco di ricordi, ricordavo quel triciclo giallo con le ruote blu, quanto ero felice...
-Accomodati Tom ti faccio un caffè
-Grazie Sam, allora Jackie, scommetto che ti chiedi il perché sono qui.
Non si fece problemi a parlare davanti a me.
Scoprì un sacco di cose sulla mia famiglia quel giorno e soprattutto iniziai a farmi un'idea di chi fossero le mele marce.
Mio padre e lo zio Tom avevano smesso di parlarsi per una menzogna detta dalla zia Claire.
Dovete sapere una cosa, quando mia zia Lucy morì, il marito insistette che l'avrebbe sepolta nella cappella della sua famiglia, decidendolo praticamente da solo.
Mio padre e i miei zii non furono mica d'accordo ed iniziò una sorta di dibattito continuo, fin quando il marito della zia non intrufolò all'interno della faccenda i suoi legali.
Il risultato?
La zia Lucy fu sepolta nella cappella di famiglia del marito a Philadelphia.
Uscì fuori che lo zio Tom era d'accordo con quella scelta, ma stando a quanto diceva non fu mai vero.
-E allora ho capito che è una cosa di famiglia non cercare di parlare almeno per sapere se è vero ciò che sai sulla controparte vero Jack?
-Tom non cercare di scaricarmi tutte le colpe contro, sei sempre stato in ottimi rapporti con quella merda umana di Paul e sei sempre sembrato quello che non avesse poi tanta voglia di battersi per la causa
-Erano anni che non andavo sulla tomba di nostra sorella a portarle un fiore solo perché sta dall'altra parte della costa, e secondo te ero d'accordo con loro?
-Non lo so, non lo so Tom ok? A me è stato detto ciò, dopo di che sei sparito,avrei voluto parlarti certo, ma ormai siete così in tanti ad avermi voltato le spalle che ci ho fatto l'abitudine.
-Io sono qui adesso, volevo solo chiarire, non sopporto questa situazione.
-E io sono felice che tu sia qui
-Posso provare a recuperare il tempo perduto con mio fratello?
-Ma certo
Fu davvero bello quel momento, anche perché vedevo in mio padre una luce che non vedevo da tempo.
Lo zio aveva chiesto i biglietti per andare a Philadelphia dalla zia, ci andarono insieme.
Quanto avrei voluto andarci anche io, anche solo per lasciare Camden per un giorno, ma stava per iniziare la scuola.
A breve sarei diventato un liceale.
⁓FINE CAPITOLO⁓