2.

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"Lele, vestiti." mi dice con tono gelido.

Levo la mano dalla sua spalla, sentendomi come scottato dalla sua voce. Cerco il verde dei suoi occhi per avere un po' di conforto, per sentirmi rassicurato dalle sue iridi sul nostro legame e sul bene che ci vogliamo.
Ci riprovo e mi avvicino a lui, prendendogli il mento con la mano e portando il suo sguardo ad incrociare il mio. Ci sono secondi di silenzio in cui ci fissiamo. Secondi che sembrano infiniti ed in cui io mi aggrappo ad ogni ricordo nostro che vedo passare nei suoi occhi. Occhi che mi vorrebbero parlare e che si stanno addolcendo.

"Le..." comincia, ma lo vedo che tentenna e non so se riusciremo ad arrivare ad una conclusione di questo discorso.
Sto zitto, non vorrei rovinare tutto usando le parole o il tono sbagliato.

"Emanuele... io..." riprova, ma si blocca di nuovo. E io sto ancora lì, bloccato con una mano a stringere delicatamente il suo mento e l'altra a penzolone. Con i piedi piantati a terra, anche se mi sembra di stare lontano un miglio da questa stanza. Non so cosa mi stia prendendo.

"...vestiti." riprende e chiude così, definitivamente, il nostro discorso.

E se ne va. E io butto fuori dell'aria che neanche mi ero accorto di aver trattenuto. Sento i piedi riattaccarsi al suolo, la stanza riprendere forma e i rumori che prima erano un lontano sottofondo, quasi diventano assordanti.

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Arriviamo fuori dalla discoteca e ci fanno entrare dal retro, per evitare che qualche fan ci riconosca e ci assalga. Le adoro, ma capisco che non sarebbe sicuro né per noi né per loro. Nel frattempo, giro lo sguardo per cercare Tancredi e lo vedo scherzare tranquillamente con Gian. Ha passato tutto il viaggio da casa a qui ignorando me e Diego e io non capisco proprio cosa gli abbia fatto.
Appena siamo dentro, il remix di Roses mi arriva alle orecchie e comincio ad entrare nel mood della serata. Una volta al privè, mi fiondo sul divanetto e faccio segno a Gian di sedersi accanto a me. Così gli altri due si mettono nei posti davanti ai nostri, sull'altro divanetto.

"Mi reputo tradito" mi rimprovera scherzosamente Diego, ma io penso solo ad attirare l'attenzione della ragazza che lavora qui per ordinare. Ho bisogno di bagnarmi le labbra con qualcosa che abbia una gradazione alcolica superiore almeno al 20% perché questa situazione mi sta stressando parecchio e non credo di riuscire a sbloccarmi senza un aiutino. In ogni caso, berrò solo mezzo bicchiere, non ho intenzione di ridurmi una pezza.

"Ci puoi portare una bottiglia di Belvedere? Anzi fai due, che poi ci raggiungono gli altri" le dico frettoloso, facendole poi un sorriso a mo' di scuse per la mia irruenza.

"Certo, torno subito" dice, un po' infastidita. E io mi sento uno stronzo.

Appena fa per andarsene la blocco da un polso, delicatamente e le mimo uno "scusa" con le labbra. Lei abbassa lo sguardo e sorride, portandosi i capelli dietro le orecchie.

"Non preoccuparti" dice infine e se ne va.

"Bro, ma ti senti bene? Sembra che ti abbiano diagnosticato un'intolleranza alla Nutella" fa Gian per scherzare e cercare di indagare su cosa potesse avermi reso così... irrequieto? Non saprei definire neanche io il mio stato mentale in questo momento; so solo che sento lo stomaco sottosopra e la testa pulsare dai troppi pensieri che lottano tra di loro per affollarmi la mente.

Sento una mano posarsi sulla mia spalla e scuotermi leggermente. Così mi giro di lato e vedo Gian che mi guarda dolcemente, ma con una curiosità che si legge bene nelle sue iridi.
Così fingo. Fingo che vada tutto bene, in attesa di scappare da questa situazione.

"Ve piacerebbe, così poi ve la magnereste tutta voi!" gli dico e faccio una risata finta che spero lui si beva.

Sembra io non sia molto bravo a fingere perché Gian dopo una breve risata iniziale, si mette a guardarmi con gli occhi colmi di curiosità e costellati da pagliuzze di preoccupazione.
Gian, ma perché devi essere così empatico?
Fortunatamente vengo salvato dalla ragazza di prima che arriva con il nostro l'alcool e vedo Diego che si appresta a versare un po' di Vodka nei bicchieri di ognuno di noi.

Porge il primo bicchiere a me, dicendomi "Facciamo che questo è un segno di pace. Ti perdono per avermi tradito sedendoti accanto a Gian".

Io accetto e spontaneamente mi spunta un sorriso sul viso. L'effetto che ha il mio migliore amico su di me è incredibile. Così faccio per bere.

"Ma che non si ripeta più, altrimenti facciamo cambio di camera e mi metto nella stanza con Gian, così di notte lo faccio sparire e non potrà più portarmi via il mio migliore amico" dice lui rivolto prima a me e poi a Gian, porgendogli il bicchiere di Vodka.

"Bro, se me lo dici così vedi che ti credo" gli risponde Gian, dopo aver comunque riso di gusto alla sua battuta di prima.

Poi Diego si appresta a passare l'ultimo bicchiere a Tanc, che era ovviamente rimasto in disparte in questa conversazione. Ovviamente... si parlava anche di me, quindi non aveva neanche provato a muovere mezzo muscolo facciale per intervenire.
Infine Diè prende il suo bicchiere e prima di bere, si volta verso di me e mi guarda con un sorrisetto strano.

"Tanto te se ti piazzo in camera con Tanche mica ci rimani male, siete carini vestiti come gemellini stasera" butta lì, stuzzicando il ragazzo accanto a lui... senza rendersi conto della bomba che ha appena sganciato.

Quasi quasi mi strozzo con la mia stessa saliva e istintivamente porto lo sguardo a Tanche, allarmato. E faccio bene ad allarmarmi. Lui, infatti, parte in quinta buttando giù tutto l'alcool che ha nel bicchiere, prende una delle bottiglie e, anche se con un po' di fatica per la pesantezza, se la porta alla bocca e prende un sorso generoso.

"Zi, ma che fai? Vacci piano, sai che sbocchi subito" lo ammonisce Gian, palesemente scioccato da quella sua reazione.

Quando ha finito di ingoiare quel veleno, sbatte la Belvedere sul tavolo e si gira verso Diego e con uno sguardo di fuoco gli va a un palmo dal naso.

"Ciao ragazzi, ma che fate? Cominciate senza di noi? Ma che stronzi" è Zoe che parla. E' appena arrivata, con Cecilia e Valerio. In realtà, non mi ero neanche accorto del loro arrivo, tanto ero incantato a guardare Tanc.

E proprio lui, come se non li avesse minimamente sentiti, fa: "Ora ti faccio vedere come cazzo si rimorchia, zi. Ma forse già lo sai dato che non te sei fatto problemi a scoparte la prima che t'è capitata davanti e mettere le corna a Elisa".
Lo dice forte, per sovrastare la musica e farsi sentire da tutti. E io sbianco.

Diego porta i loro nasi a sfiorarsi e a me tremano le mani, ma sono bloccato.

"Ripetilo, coglione" gli intima Diego.

"Ho detto che adesso-" comincia quella testa calda dagli occhi verdi.

"Adesso tu vieni con me e andiamo a sbollire un po'!" quasi urla Gian, prendendolo da sotto le ascelle e trascinandoselo verso un'altra parte della zona dedicata ai privè.
Per fortuna.

Mi sembra di sentire il profumo di Cecilia vicino a me e mi giro. Non mi sbagliavo, è proprio lei, seduta in quello che era il posto di Gian. Istintivamente, le sorrido e mi volto velocemente verso gli altri per mandare un bacio con la mano a Zoe e salutare anche Vale.

"Lele, ma si può sapere cosa gli è preso? Non li ho mai visti così" mi chiede preoccupata Cecilia, stringendomi il bicipite per attirare la mia attenzione. Ma è una domanda alla quale non saprei dare una risposta, così mi limito a fare un'alzata di spalle.

"Dovresti andare tu da lui e parlargli. Gian lo conoscerà pure da più tempo, ma tu sei quello con cui lui si trova meglio, avete un legame speciale" aggiunge poi. E quelle parole mi colpiscono come se fossi appena stato investito da un'auto. La sensazione è proprio quella: non vedo più niente se non flashback, cominciano a fischiarmi le orecchie e gli altri suoni sono ormai come tenuti lontano. Ovattati.

"Oh, Le, ma che c'hai pure te?" mi richiama lei, scuotendomi leggermente sempre dallo stesso braccio.

"Andiamo a ballare, Cecia. Stasera ho bisogno di staccare un po' da tutti sti drammi" le rispondo senza manco pensarci due volte. "Però prima..." e riempio due bicchieri: il mio e uno nuovo per lei. "...alla salute!" e butto tutto giù. Fanculo le mie buone intenzioni.

Play Date | Tankele 🍓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora